«Citare in giudizio l’assicurazione della chiesa era l’unica strada che si poteva intraprendere perché venisse riconosciuto quanto ho subito. Non mi sono rivalso contro la curia o la chiesa, che terrò fuori da tutto». La richiesta di accordo bonario con l’assicurazione della chiesa non è andata a buon fine, così il sindaco di Aci Catena Nello Oliveri ha deciso di passare per le vie legali chiedendo un risarcimento di circa 260mila euro. Ed è con queste dichiarazioni rilasciate a MeridioNews che prova a spiegare l‘ultimo capitolo di una vicenda lo vede protagonista.
La sera del 15 agosto del 2017, in occasione dei festeggiamenti di Maria santissima della Catena, patrona della cittadina, Oliveri rimase travolto dal fercolo in corsa durante la tradizionale trasuta ‘o chianu, quando il simulacro della Madonna fa il suo ingresso in piano Umberto, la piazza principale. In quella occasione, Oliveri, che si trovava insieme ai devoti, ha riportato delle gravi conseguenze agli arti inferiori. Insieme a lui, ad avere la peggio fu anche un devoto. Quell’episodio, oltre a sconvolgere il momento concitato, ha causato al primo cittadino delle conseguenze permanenti al suo stato di salute. La prima udienza che vedrà Oliveri davanti a un giudice per stabilire se avrà diritto al risarcimento è fissata per il prossimo 26 gennaio.
«Non ho citato in giudizio nessuno all’infuori dell’assicurazione – spiega Oliveri – Il parroco della chiesa Matrice, don Carmelo Sciuto, è stato solo informato dal mio avvocato, un atto dovuto. Non voglio prendermela con nessuno, anche perché io ho una profonda devozione verso la Madonna e rispetto verso la chiesa: non mi potrei mai rivalere contro. I giudici riconosceranno o meno quanto ho subito: da quel giorno sono rimasto invalido al 55 per cento. Se ne avrò diritto sarò risarcito, altrimenti non avrò nulla a pretendere. Attorno a questa cosa si è voluto montare un caso, facendomi passare come uno che vuole speculare». Il primo cittadino catenoto poi torna sulla vicenda, provando a ricostruirla a distanza di oltre quattro anni. Secondo Oliveri l’incidente sarebbe avvenuto a causa della sostituzione della rampa che permette al fercolo di salire nella piazza. «Ai tempi qualcuno ha deciso di sostituire la scivola in legno con una in ferro – afferma – Così, io e altri abbiamo perso l’equilibrio e siamo scivolati: insieme a un devoto con cui ci trovavamo sul lato destro del fercolo abbiamo avuto la peggio. Mentre chi si trovava sul lato sinistro è finito fortunatamente fuori dalla traiettoria del fercolo».
Ma se da un lato Oliveri prova a sgomberare il campo da possibili conseguenze per la chiesa Matrice di Aci Catena, di opinione differente è don Carmelo Sciuto. Il parroco che si è insediato quasi alla fine del 2019 prendendo il posto di Sebastiano Privitera. «Già nel 2017 l’assicurazione aveva precisato che la parrocchia non è responsabile dell’incidente e che non sarebbero stati riconosciuti danni al sindaco – replica Sciuto – La questione sembrava chiusa, ma lo scorso 11 ottobre mi è arrivata la notifica per la citazione in giudizio, così ho pensato bene di rivolgermi ai miei avvocati, non prima di chiedere pareri al Consiglio pastorale. Ci costituiremo parte civile, perché non sappiamo ancora questo tipo di atto nei confronti dell’assicurazione che tipo di riflessi potrà avere sulla nostra parrocchia e sulla festa».
Sciuto risponde pure alla ricostruzione fornita da Oliveri. «Il sindaco sostiene di essere caduto per la scivola, ma ci sono delle immagini che sembrerebbero mostrare che non è così – continua il prete – In ogni caso il primo cittadino dovrebbe stare dietro e non davanti al fercolo ed essere colui che dovrebbe vigilare sulla sicurezza. Vedremo quali pieghe prenderà la storia e cosa diranno i giudici». Subito dopo l’incidente, l’allora parroco Sebastiano Privitera insieme alla parrocchia pagò le spese per la riabilitazione di Oliveri per oltre mille euro. «Ci aspettavamo la conclusione di questa vicenda. La scelta del sindaco la ritengo di cattivo gusto», chiosa Sciuto.
(riprese video di Basilio Orfila)
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