Aci Catena, lite tra Comune e ditta su lavori pubblici Dieci anni di fatture contestate, politica e un’indagine

Un normale rimpasto. Uno dei tanti giri di valzer che si registrano nelle giunte comunali, frutto di accordi pre-elettorali e di equilibri che, per loro natura vacillanti, necessitano di tanto in tanto di essere puntellati. Aci Catena, in questo, non fa eccezione. Dall’inizio della sindacatura Oliveri, sono già tanti gli assessori che si sono avvicendati, in rappresentanza delle varie forze locali che sostengono una maggioranza che, per larghi tratti, ricalca quella che ha fatto da coro ad Ascenzio Maesano. Fino al giorno in cui per l’ex sindaco, che da qualche tempo pare essere tornato a interessarsi di politica cittadina seppure rimanendo dietro le quinte, sono iniziati i guai giudiziari. Prima l’arresto per le mazzette della Halley Consulting, poi le accuse di corruzione nel processo su mafia e rifiuti e sul presunto voto di scambio per le Regionali.

Su uno sfondo che tutto sommato sembra quello di sempre nella città del limone verdello, da qualche settimana, è in corso una nuova trattativa. Tra chi sembra di poter vantare un potere contrattuale non indifferente c’è senz’altro La nostra Aci Catena, lista che nella primavera di tre anni fa fornì un supporto importante all’elezione di Nello Oliveri e che ha avuto in Francesco Grasso la punta di forza, con quasi settecento voti. Grasso a febbraio si è dimesso dalla carica di consigliere per tornare alla propria professione, ma non ha escluso un futuro rientro in politica. Difficile dire se nelle vesti di assessore anche perché, finora, il gruppo ha puntato sulle donne: da Maria Grazia Forzisi a Enza Leonardi, fino all’ultimo cambio con l’ingresso in giunta di Valentina Mangiafico

Ma, mentre a livello politico la quadratura del cerchio alla fine si troverà, c’è un altro terreno dove la contrapposizione è senz’altro più netta. A tenere banco da tempo, infatti, è un contenzioso tra il Comune e una ditta – la Archea Impianti – specializzata in lavori di edilizia civile e amministrata da Angelo Grasso. Fratello dell’ex consigliere Francesco e a sua volta direttamente coinvolto sulla scena politica locale, seppur non da candidato. L’impresa ritiene di vantare un credito di oltre 156mila euro nei confronti dell’ente locale per lavori effettuati e mai pagati.

La storia risale al biennio 2010-2011 e, da allora, ha attraversato tre differenti epoche storiche. Dall’amministrazione targata Pippo Nicotra all’era Maesano, fino all’attuale sindacatura Oliveri. In questi dieci anni, nonostante siano stati fatti più tentativi, non si è mai arrivati a una risoluzione della contesa. E il motivo è uno: non esisterebbero documenti sufficienti a dimostrare che tutti i lavori rivendicati dalla Archea Impianti siano stati commissionati e regolarmente effettuati. «Dall’esame del computo metrico prodotto corredato da analisi prezzi ed elenco prezzi unitari – si legge in una relazione degli uffici comunali – non si è in grado di poter quantificare i lavori svolti in quanto mancano le certificazioni sui materiali utilizzati e la rispondenza a quanto descritto nei documenti prodotti dalla ditta in termini di misure e costi».

Tuttavia la querelle, un anno fa, sembrava essere destinata a un epilogo con una proposta di mediazione del privato, accettato dalla giunta Oliveri, che alla fine della scorsa estate ha portato a quantificare in poco più di cinquantamila euro la somma da pagare alla ditta. Dire però che questo sarà l’ultimo atto è parecchio prematuro: al vaglio dell’amministrazione comunale c’è anche la causa civile che, in questi anni, è stata intentata e che vede al tribunale di Catania le due parti una contro l’altra. «In mancanza del contratto scritto, nessuna obbligazione sorge in capo all’amministrazione – si legge in un parere legale inviato, tra gli altri, anche a sindaco e assessori – Pertanto sussiste la responsabilità contabile per coloro che con la loro condotta hanno causato un indubbio danno erariale consistente nell’erogazione di corrispettivi non dovuti in quanto conseguenti a obbligazioni nulle».

A volerci vedere chiaro in questa vicenda sarebbe, inoltre, anche la procura di Catania. Stando a quanto verificato da MeridioNews, la sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri ha chiesto al Comune di Aci Catena – una prima volta in estate e poi una seconda a fine settembre – tutta la documentazione riguardante la definizione stragiudiziale della controversia.

Simone Olivelli

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