Acciuffata la banda dei colpi alla Lupin: tre arresti Dalle semplici foto duplicavano le chiavi delle case

Furti perfetti, appunto colpi alla Lupin. Il rebus di quelle case svaligiate senza segni di effrazione, come se le porte si aprissero per magia, ha fatto sudare i carabinieri del comando provinciale di Catania, ma alla fine tutti gli elementi sono andati al suo posto. Tre uomini sono stati arrestati stamane con l’accusa di furto, furto aggravato, detenzione e porto abusivo di armi. Sarebbero Daniele Romeo, classe 1987, Francesco Vittorio, classe 1983, e Alberto Vittorio, classe 1986, i responsabili di una serie di furti in abitazione e in auto registrati da luglio 2017 a luglio 2018 a Catania.

I tre, già gravati da precedenti, residenti fra i quartieri di Librino e San Cristoforo, potevano contare sulla preziose complicità di un venditore di chiavi, L.G.M., classe 1970, colpito a sua volta dalla sospensione all’esercizio della sua attività per nove mesi. Era lui l’artigiano capace di duplicare le chiavi delle case delle ignare prede anche prendendo spunto da una semplice fotografia. Ecco perché per i ladri la strada verso il bottino era davvero spianata. 

Ma come procurarsi i mazzi, come scegliere le vittime? Gli arrestati avrebbero condotto ogni volta lunghe fasi di osservazione e studio delle abitudini dei proprietari delle abitazioni da svaligiare. Poi, grazie ai famigerati disturbatori di frequenze jammer, entravano nelle loro auto per fotografare le chiavi e i libretti di circolazione, utili per risalire agli indirizzi. Seguiva poi un’ulteriore fase di sopralluoghi per scegliere il momento più propizio per dare l’assalto alle case.

Le indagini dei carabinieri sono scattate dopo la denuncia di un furto di contanti, monili e preziosi dal valore di circa 75mila euro. Tutta refurtiva recuperata dai militari assieme ad attrezzatura varia per lo scasso posta sotto sequestro: mazzi di chiavi duplicate, disturbatori di frequenza, cellulari citofono nonché preziosi e monili dal valore complessivo di 2500 euro.

Francesco Vasta

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