A19 chiusa, turisti russi disdicono viaggio in Sicilia «Cambiano per paura di non godersi la vacanza»

Hanno letto la notizia della Sicilia divisa in due. Hanno visto le immagini della frana che ha danneggiato irrimediabilmente il viadotto dell’autostrada A19. E hanno deciso di disdire il loro viaggio nell’Isola. Troppo preoccupati di non godersi la vacanza. Così un gruppo di otto turisti russi che avrebbe dovuto passare una settimana tra il Catanese e il Palermitano, ha scelto di cambiare destinazione. Mentre per altri due gruppi il tour operator catanese che aveva curato l’organizzazione, Sicilying, ha dovuto di tutta fretta pensare a un nuovo programma, in cui si eviterà di passare da un capo all’altro della Sicilia.

Effetti nefasti della chiusura del viadotto Himera, impraticabile dallo scorso 10 aprile. «Abbiamo perso diverse migliaia di euro, proporre all’estero un pacchetto vacanze per l’Italia in cui ci sia anche la Sicilia sta diventando sempre più complicato», spiega Carmelo Indelicato, titolare di Sicilying. Colpa dei collegamenti non solo interni ma anche col resto del Paese. «Nei giorni di punta per traghettare sullo Stretto ci sono lunghe attese, come è successo l’1 maggio, quando alcuni prenotanti che venivano dal Lazio hanno fatto tre ore e mezza di fila». 

Per non parlare dei costi dei voli. «Come si fa, all’interno di un pacchetto vacanze che tradizionalmente comprende Roma, Milano e Venezia a proporre di venire in Sicilia se il collegamento aereo con queste città arriva a costare anche 350 euro? Praticamente la stessa spesa che serve per andare a Dubai. E’ impossibile così fare accordi con tour operator stranieri», sottolinea Indelicato.

Sicilying, nato come portale di esperienze turistiche in Sicilia, si è trasformato due anni fa in vero e proprio tour operator. Gli affari, grazie alle commissioni basse e alla vivacità sul web, vanno bene. Ma portare i turisti nell’Isola è diventato ancora più complicato negli ultimi tempi. «Senza Windjet e Airone, ad esempio, i voli su Milano Linate vengono effettuati solo da Alitalia, prima c’era un’ampia scelta». Secondo il giovane professionista del settore, le responsailità sono politiche, soprattutto della Regione Sicilia. «Il processo decisionale di un viaggio è fatto di tre fasi – analizza Indelicato -: scelgo il posto dove andare, prenoto e decido cosa fare lì. Noi possiamo intervenire e fare concorrenza sulle ultime due, ma se la Sicilia non viene sponsorizzata, se all’estero non arrivano i video dell’Etna o della stupenda spiaggia di Portopalo e se allo stesso tempo non si applicano prezzi convenienti sui collegamenti, è la prima fase che non funzionerà mai». 

Perso un gruppo di turisti russi, Indelicato e il suo team sono a lavoro per dare la migliore accoglienza ad altri due che, nonostante le cattive notizie, hanno deciso lo stesso di raggiungere la Sicilia. «Avevamo previsto di far passare quattro giorni tra Catania, Taormina e l’Etna e altrettanti tra Palermo e Monreale. Ma hanno chiesto esplicitamente di non fare il viaggio all’interno della Sicilia, ritenuto troppo lungo e su strade disagiate. Saremo quindi costretti – conclude il tour operator – a fare permanere un gruppo tutta la settimana a Catania e l’altro a Palermo».

Salvo Catalano

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