Uno sfondo azzurro cielo e il volto di Vladimir Putin (il presidente della Russia) coperto da una colomba bianca che vola con le ali distese e la testa tagliata ma attaccata al corpo. «La colomba è l’uccello simbolo della pace ma è sgozzata per rappresentare la pace che è stata tradita». A spiegare a MeridioNews il senso dell’opera – intitolata L’uomo con la bomba – che tappezza muri e spazi per cartelloni in giro per Siracusa e in particolare nel cuore del centro storico dell’isola di Ortigia, è l’artista che l’ha realizzata: Gatto nero non addomesticabile. L’artista siracusano che nelle sue raffigurazioni mette sempre insieme senso civico, politica e attualità. Come in questo caso. «Ho preso spunto dall’opera L’uomo con la bombetta del surrealista René Magritte e l’ho riadattata ai nostri giorni», chiarisce l’autore che come sempre vuole rimanere anonimo.
«Il mio intento è quello di porre l’osservatore di fronte alla catastrofe dell’attuale guerra – dice Gatto nero facendo riferimento al conflitto in corso in Ucraina, ai confini dell’Europa – Ho deciso di raccontare quanto sta accadendo sui muri della città per fare in modo che chiunque ci passi davanti possa percepire più vicine le notizie di stampa che arrivano ogni giorno». Bombardamenti di ospedali, interi quartieri di alcune città ucraine distrutti, morti anche tra i civili e i bambini, persone rimaste senza casa che fanno affidamento sui corridoi umanitari per scappare e sanzioni contro la Russia. «Credo – aggiunge l’artista – che tutti debbano interrogarsi anche sulla probabile ulteriore degenerazione dello scenario internazionale», anche semplicemente imbattendosi in una stampa durante una passeggiata.
A uno sguardo più attento non sfuggirà che a differenza di quella dell’uomo con la bombetta che era pulita, sulla giacca dell’Uomo con la bomba c’è invece una macchia. Una striscia che parte dalla spalla sinistra, proprio in direzione della coda della colomba, e scende verso il basso. Sul vestito scuro ed elegante di Putin è raffigurato un escremento dell’uccello. «Se il conflitto non dovrebbe mai essere la risposta a niente, quale altro modo per esprimere dissenso?», si chiede lo street artist che ha voluto aggiungere questo tocco personale. «Per sensibilizzare e smuovere le coscienze l’arte può fare molte cose – analizza Gatto nero – ma non è tenuta a farlo. A me piace stimolare l’osservatore, provocarlo, affascinarlo e anche infastidirlo. Quello che spero è che davanti alle mie opere ciascuno si chieda per quale motivo ha provato un sentimento piuttosto che un altro. Il resto vien da sé».
In passato Gatto nero non addomesticabile ha firmato diverse opere sparse sui muri di Siracusa e di Catania. Sua era Sant’Agata, quadro della situazione, in cui la patrona etnea era rappresentata avvinghiata dai grossi tentacoli di una piovra. «Rappresenta la mafia nell’intento di sopraffare la città di Catania», aveva spiegato al nostro giornale nei giorni della guerra del cordone tra i devoti che il parroco della Cattedrale Barbaro Scionti appellò pubblicamente «delinquenti» prima di finire sotto vigilanza insieme al capovara Claudio Consoli a causa delle gravi minacce subite. Un particolare omaggio anche alla patrona siracusana nell’opera L’occhio vivo in cui Santa Lucia è rappresentata con entrambi gli occhi al proprio posto ben aperti e con l’indice e il medio della mano sinistra puntati verso le pupille. Un gesto per dire “vi tengo d’occhio“. «Il mio modo per mettere insieme e riflettere su devozione, senso civico e politiche cittadine». La più politica delle sue opera era stata però Nessuna pietà. Tre sirene che si fanno i selfie con i cellulari mentre alla televisione vanno in onda le immagini della Sea Watch a largo di Siracusa. Un manifesto apparso sui muri della città proprio mentre la nave con a bordo 47 migranti salvati nel Mediterraneo era ferma di fronte alla costa nella rada di Santa Panagia.
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