A San Leone, con la merda tra le onde!

da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ad Agrigento, eufemisticamente, le condotte fognarie che scaricano liquami inquinanti a mare e sulle spiagge, li chiamano con un immagine pittorica, pennelli a mare. Più di qualcuno si è accorto, però, che gli escrementi di un’intera città poco c’entrano con ‘le arti pittoriche.’

Cosicché la Procura della Repubblica (ed il Tribunale di Agrigento ha convalidato), arte a parte, ha dovuto sequestrare due delle condotte inquinanti, lungo il litorale di San Leone, e mettere sotto inchiesta l’ex amministratore delegato di Girgenti Acque, Giuseppe Giuffrida, contestandogli una lunga serie di reati. Insomma, questa storia il litorale della Città dei Templi, è il caso di dirlo, nella merda… (a sinistra, foto tratta da agrigentoweb)

E’ chiaro che le responsabilità relative alla mancata riparazione di dette condotte sono da addebitare a Girgenti Acque. C’è da ribadire, ove fosse necessario, che Agrigento non ha depuratore, a causa di un’interminabile e strumentale lotta, condotta per vent’anni, da parte di un avvocato di Legambiente che di nome fa Giuseppe e di cognome Arnone. Il quale ha contrastato la realizzazione del depuratore di Villaggio Peruzzo per salvaguardare quattro case abusive. Il ‘rischio’ serio che avrebbero corso gli agrigentini, in caso contrario, se si fosse realizzato per tempo tale indispensabile impianto, sarebbe stato quello di risolvere i problemi della depurazione dei reflui fognari di un’intera città.

Da anni, invece, il mare agrigentino non è più balnebile e addirittura la Procura ha chiesto, oltre al sequestro delle condotte fognarie, anche quello di un tratto di mare, abbastanza vasto, che risulta del tutto inquinato.

Eppure, nel 2009, ambientalisti ed amministratori pubblici si facevano il bagno in quella ‘fogna’ di San Leone e qualcuno si beveva pure quella putrida e fetida acqua inquinata, per dimostrare che il mare era pulito! Il tutto sotto gli occhi, delle macchine fotografiche e delle telecamere compiacenti di più di un giornalista distratto!

Che vergogna! E per contrastare chi, come il sottoscritto, da sempre, faceva notare, con tanto di denunce penali, civili ed amministrative che quel signore, il Giuffrida, stava commettendo parecchi reati, quale polpetta avvelenata mi si preparava? Proprio il Giuffrida mi denunciava, asserendo il falso e provocandomi con una serie di proposte corruttive, da me ricacciate in maniera sdegnata! Come, del resto, aveva sagacenente capito e dimostrato lo stesso Tribunale di Agrigento, in un pronunciamento del Giudice Alberto Davico.

Eppure qualche organo inquirente ha avuto l’ardire di insinuare, di travisare il tutto, persino delle evidenti intercettazioni ambientali che dimostravano, in maniera inoppugnabile, i miei risoluti rifiuti relativi alle proposte indecenti di questo signore, che aveva semplicemente ordito un tranello nei mie confronti, tentando di mettermi nel sacco e farmi arrestare! Salvo a scoprire che, proprio quest’anno, qualche funzionario della Questura di Agrigento che ha indagato su di me ha ottenuto, chissà perché, l’assunzione presso Girgenti Acque della propria figlia.

E crediamo che non sia il solo, ad avere ottenuto posti di lavoro e quant’altro da Giuffrida e dai suoi successori. La cosa grave è che si tratta, anche, di appartenenti ad organi di investigazione e di controllo che avrebbero dovuto esercitare le loro legali azioni di verifica e di accertamento, ma che hanno forse chiuso più di un occhio.

L’ultimo amministratore delegato di Girgenti Acque, il dimissionario Carmelo Salamone, ha denunciato, ad esempio, come la società di gestione dei servizi idrici agrigentini era ed è un ‘carrozzone’ parassitario, buono solo a soddisfare le brame di politici e funzionari pubblici.

Figli di poliziotti della Questura di Agrigento, figli di funzionari dell’Agenzia delle Entrate, i figli dell’ex presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, lavorano presso Girgenti Acque od in società ad essa collegate. Dopo lo scioglimento della Provincia regionale di Agrigento, guarda caso, proprio l’ex Presidente D’Orsi è stato nominato commissario straordinario dell’Ato idrico che presiedeva già prima, nella qualità di Presidente della Provincia.

Ci riferiamo all’ente pubblico composto da tutti i Comuni agrigentini che dovrebbe sanzionare Girgenti Acque da anni e che non l’ha fatto.

Di controlli di gestione infatti se ne sono visti ben pochi, dal 2008 ad oggi. Di posti di lavoro, invece, a centinaia, assicurati esclusivamente a figli, parenti ed amici degli amici di politici e di qualche servitore dello Stato.

Malgrado tutto quello che hanno tentato di fare contro di me, anche comitati, associazioni, singoli cittadini, i 19 Sindaci agrigentini che non hanno consegnato le loro reti, intere popolazioni, tutti quanti insomma, anche a seguito delle mie denunce, con ricorsi ed esposti di vario genere, si sono opposti a questa malsana gestione.

Ricordiamo che ci ritroviamo in una provincia dove si paga l’acqua più cara d’Italia e dove il livello della merda a mare (e non solo…), è diventato veramente insopportabile. Abbiamo superato tutte le altre province d’Italia!

Giuffrida, per adesso, risponderà di danneggiamento, violazione dei codici ambientali e di quelli dei beni culturali e di una interminabile serie di inadempimenti di contratti di pubbliche forniture.

Inoltre, se il procedimento, com’è nelle previsioni, andrà avanti, parecchie associazioni e comitati di consumatori si costituiranno parte civile, per i danni che questo signore, assieme alla società da lui amministrata, ha provocato, oltre che all’ambiente, anche alle persone.

Non dobbiamo dimenticare i numerosi casi di infezioni e malattie, anche non del tutto curabili e guaribili, che sono state provocate dallo sversamento per anni dei liquami fognari sulle spiagge agrigentine.

 

 

Redazione

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