A Palermo lo sciopero e il corteo dei lavoratori Fortè «Non possiamo essere il bancomat del Calcio Catania»

«Abbiamo portato in piazza il disagio di 500 famiglie, ci ascoltino. Abbiamo bisogno di una mano da tutta la Sicilia, dei nostri soldi e di riavere la dignità». L’appello di Davide viene amplificato dal megafono. È uno dei circa 300 lavoratori che sono partiti dal punto vendita Fortè di Corso Tukory, a Palermo, per manifestare davanti alla presidenza della Regione, a favore di misure di sostegno e salvaguardia dell’occupazione nella grande distribuzione.

La manifestazione, nel giorno dello sciopero regionale indetto dalle sigle sindacali autonome USI e Sinalp, segue la dichiarazione di amministrazione straordinaria da parte del tribunale di Catania, che potrebbe aprire uno spiraglio nella crisi del gruppo Meridi che controlla 90 punti vendita dei supermercati Fortè in Sicilia con oltre 500 dipendenti.

Tantissimi i cartelli che rivendicano il diritto a una esistenza dignitosa. «Oggi il governo regionale deve dirci che intenzioni ha: se è un nostro alleato o un nostro nemico – afferma il rappresentante regionale Sinalp Andrea Monteleone – Noi chiediamo che il governatore Musumeci appoggi la nostra protesta, siamo qua in attesa che ci possa ricevere e si assuma le sua responsabilità». 

Uno degli slogan più usati dai lavoratori dei supermercati Fortè è «il risparmio che frutta». E per il segretario USI Palermo Marco Vizzini «hanno risparmiato davvero sui lavoratori, non pagandoli per molto tempo. L’ultimo stipendio risale a giugno 2019 e siamo andati avanti con piccoli acconti, a volte di 600 euro, insufficienti a pagare il mutuo e le bollette. Non abbiamo nulla contro Pulvirenti – conclude il sindacalista – ma non possiamo tollerare di essere stati usati come bancomat dal Calcio Catania».

Antonio Melita

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