A new York è il giorno delle italiane

Dopo i bagordi di sabato era anche giusto che la domenica venisse dedicata al riposo. Purtroppo anche Seppi avrà pensato la stessa cosa e prima di ricordarsi che per lui era giorno lavorativo l’altoatesino era sotto 2 set a 0 contro l’uzbeko Istomin, uno che il nostro giocatore aveva battuto addirittura 5 volte su 6 e che quindi era sicuramente alla sua portata. Risvegliatosi, Seppi è riuscito a macinare gioco fino a portarsi addirittura sul punteggio di 2 set pari. Ma qui, Istomin ha mostrato di avere imparato qualcosa dalle sconfitte precedenti, spariva dal campo per dieci minuti, probabilmente infilava la testa sotto un asciugamano zeppo d’acqua e tornava in campo a completare l’opera, infliggendo un brutale 61 all’ultimo nostro rappresentante maschile. Infatti a differenza delle ragazze, il tennis maschile latita da chissà quanto tempo e non sono certo le rondini di due vittorie estive di Fognini a fare primavera. Proprio Fognini qui è stato vittima di una delle sue versioni da Mister Hyde, battendosi da solo al primo turno, e dietro di loro, in attesa, forse, di Quinzi, c’è il vuoto.

Ma lasciamo stare queste tristezze perché siamo in febbrile attesa, nel Laboru Day, delle tre moschettiere italiane – Vinci, Giorgi e Pennetta – rimaste in gara negli ottavi. Tutte e tre scenderanno in campo alle 11 (le 17 in Italia), la Pennetta contro Simona Halep, una rumena che sembra in gran forma, pare aiutata anche dalla considerevole riduzione, ci crediate o no, del seno; le altre due in un derby fratricida (sorellicida?) in un campo solo un po’ più periferico. A questo punto, soprattutto nel tennis femminile, un pronostico è come tirare la moneta. Forse accecati da un po’ di nazionalismo crediamo che se la Pennetta ripete i match contro la Errani e la Kuznetsova, i quarti di finale non saranno un problema. Tutto dipende dal funzionamento del servizio, vero colpo a sorpresa di questi giorni della brindisina. La vincente andrà a cozzare sicuramente contro un’altra italiana, sia essa la Vinci o la Giorgi. Tra le due non ci sono precedenti e ci sarebbero, anche se non è elegante ricordarlo alle signore, 9 anni di differenza. Il futuro è senz’altro della bionda Camila ma il presente sarebbe molto sorprendente non fosse di Robertina, alle soglie del suo primo quarto in uno slam.

Roberto Salerno

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