A luglio, al cinema, simpsonizziamoci

Il primo, timido teaser era stato proiettato nelle sale statunitensi ad aprile del 2006 prima del film “Ice Age: The Meltdown” (alias “L’era glaciale 2: il disgelo”): la macchina da presa esplora quella che sembra una colossale “S” da Superman, mentre la voce narrante presenta “the greatest hero in American history”, finchè l’inquadratura si allarga per mostrare, in tutto il suo splendore, Homer J. Simpson, in mutande bianche sul suo memorabile divano marrone, perplesso, perché ha dimenticato la sua battuta.

Ma ormai è ufficiale. La svolta è segnata per il 27 luglio 2007, quando l’America vedrà per prima “The Simpsons Movie” (l’uscita in Italia, invece, dovrebbe avvenire il 21 settembre), del quale circolano attualmente due trailer (Homer che viene travolto dalla palla di piombo della ruspa demolitrice che dice di voler usare per salvare la sua famiglia nel primo, sempre Homer, alle prese con chiodi e martello sul tetto di casa nel secondo), entrambi preceduti da una sequenza in 3D che vede un adorabile coniglietto danzare sulle note dello schiaccianoci di Cajkovskij per poi essere travolto dal logo del film (“In un’era in cui l’animazione computerizzata ci trasporta in mondi di insuperata bellezza, c’è un film che ha l’audacia di essere…brutto” dichiara solennemente il narratore). Perché se la coerenza è d’obbligo, Matt Groening (il creatore della “famiglia più gialla d’America”) e David Silverman (cui è stata affidata la regia del film) evidentemente sono dell’idea che bastano due dimensioni per costruire il primo lungometraggio su Homer, Marge, Bart, Lisa, Maggie e concittadini, che hanno alle spalle una carriera televisiva lunga 17 anni e ben 18 stagioni. E scusate se è poco.

In un’intervista rilasciata a Crave Online (http://www.craveonline.com/), alla domanda “Perché ci è voluto così tanto per arrivare al film?”, Groening lascia intendere che i quasi vent’anni d’attesa siano stati necessari: “Non volevo che il film si facesse per rimediare ad un eventuale debacle transitoria della serie. Ho sempre pensato che fosse giusto farlo quando i fans lo desiderassero ancora fortemente”.

Su un altro frangente, con l’annuncio dell’uscita del film, l’eterna disputa sull’esatta ubicazione di Springfield (negli U.S.A. esistono ben 71 cittadine con questo nome, disseminate in 36 Stati) si è riaccesa: poiché la prima mondiale non avverrà ad Hollywood, 16 Springfield diverse se la contendono. E i simpsoniani più fedeli lo sanno, la collocazione geografica dell’idilliaca cittadina che fa da sfondo agli episodi della serie non è mai stata svelata: sempre e solo indizi ambigui, suscettibili di aver dato vita alle più svariate teorie in merito (una tra tutte, quella denominata “Oregon connection“, molto argomentata, secondo la quale la Springfield dei Simpson sarebbe in realtà Portland, città dello Stato dell’Oregon, del quale tra l’altro Matt Groening è originario). Ebbene il film segnerà l’inizio di un’era anche in questo senso, dal momento che “papà Matt” ha confessato che l’arcano verrà finalmente svelato attraverso una battuta divertente (“Remember. – sottolinea però – I said joke”). Smentita, inoltre, la voce che circolava sulla possibile trama: il film non vedrà Bart perdere la verginità, né un Bart cresciuto; pare che Homer contaminerà accidentalmente l’acqua potabile della città e che gli abitanti di Springfield saranno costretti ad andarsene, anche se, Matt Groening dixit, “Il bello di un lungometraggio è la possibilità di concentrarci su più storie contemporaneamente, anziché su una sola storia e su un unico personaggio”. Quanto alla libertà che il grande schermo offre di inserire elementi “particolari” che altrimenti non potrebbero essere mostrati nello show televisivo, “Vedrete più di quanto dovreste vedere, probabilmente vedrete cose, persone che non volete vedere. Chiunque non vogliate vedere nudo su I simpson, beh, lo vedrete. E scusate per Marge”.

 

http://www.simpsonsmovie.com/   

Noemi Coppola

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