Zack ha pensato di convogliare con delle pompe idrauliche, economicissime, le acque reflue che infestano le fondamenta degli edifici, e di convogliarle in un fiume “River Librino – Fiume Librino”, da creare per lo scopo. L’umidità di risalita che rovina le fondamenta dei palazzi, i conseguenti interventi di risanamento e le già citate e odiose zanzare saranno solo un ricordo. In un colpo solo si migliora la qualità della vita di un quarto di Catania e gli si fa risparmiare una barca di soldi. Naturalmente le pompe con la forza dell’acqua produrrebbero anche energia elettrica. Easy.
Ma chi è Zack? Zack è uno studente del master in progettazione ambientale Led (Landscape Energy and Democracy) della Cornell University in USA, sbarcato in Sicilia con una decina di suoi colleghi per realizzare il “lavoro di laurea” a Librino, con la guida del prof Deni Ruggeri e del LabPEAT dell’Università di Catania.
Questa collaborazione così incredibile – una delle più importanti e rinomate università americane che si occupa della periferia più problematica di une delle più problematiche città del sud Italia sarà pure un fatto incredibile – non è nata per caso, ma si è sviluppata su un lavoro già impostato dal corso di Tecnica Urbanistica della professoressa Busacca a Catania, Corso di Laurea in Ingegneria Edile e Architettura, i cui studenti nel 2008 sono andati in giro per Librino a studiare analizzare e proporre soluzioni. Su quest’imponente lavoro, presentato a Librino al Pala Nitta a novembre 2008, si è sviluppato il “Re-energizing Utopia”, il cui risultato è stato presentato ieri in videoconferenza presso l’Aula Magna Oliveri. Alla presentazione dell’idea di Zack, è scattato un lungo applauso.
Zack e il fiume Librino miglioreranno la qualità della vita ai librinesi e risolveranno molti problemi strutturali, ma non è mica finita qui. Gli altri studenti americani (queste le firme sui progetti: Hannah Carlson, Hulcheng Zhong, Kari Gallow, Dana Spang, Popy Suthiwan, Zheng “Jane” Wu, Isabel B. Fernandez, Hsu, Ying-Tuan) sono partiti da questa semplice geniale e attuabilissima idea per progettare una serie di infrastrutture e attività correlate, modi innovativi di vivere sul serio il territorio, combattendo la “verticalità” per restituire l'”orizzontalità” alla vita, una Librino come qualunque città, con relazioni sociali in piazza, e non più dentro i palazzoni di cemento a guardare Sky. Stare dietro questi americani non è semplice, le loro idee sono travolgenti, tanto che forse ci si può spingere oltre la piazza, per tornare all’antica vocazione del territorio delle “Terre Forti”: agricoltura di sostentamento. Come? Grazie alle acque del fiume Librino naturalmente, pulite e depurate grazie a delle piante che ossigenano le acque e le rendono perfettamente adatte a coltivare zucchine e pomodori sotto al palazzo di Cemento. Questa è il progetto “Agricolture amongst the towers – Agricoltura tra le torri”. Altro esempio: a Libirno non tutto va male, gli istituti comprensivi sono un fiore all’occhiello del quartiere e anche gli studenti americani se ne sono accorti. Perché non sfruttare questa eccellenza per formare cittadini completi, consapevoli e rispettosi, che fanno la raccolta differenziata e non buttano più rifiuti ma li riutilizzano anche per creare eneriga? Il territorio riprogettato lo permetterebbe, con le scuole come “centro” di questo “Pedagogical Landscape – Paesaggio Pedagogico” per Librino. E perché non pensare al Turismo? Partendo dalle masserie rurali e a quell’interessante sviluppo che è stato del quartiere, sia architettonico (rappresenta un esmepio massimo di architettura razionalista) che in riferimento al nuovo “turismo responsabile”, che si occupa della natura. Librino offre queste opportunità naturalmente, perché non sfruttarle? Secondo il progetto “Tourism in Librino? – Turismo a Librino?”, sarebbe semplice e attuabile. E nel progetto non ha nemmeno considerato le potenzialità del progetto del museo all’aperto di Fiumara D’Arte Meridiani di Luce, con la Porta della Bellezza…
Diventeranno mai realtà questi e tutti gli altri progetti per Librino? E’ quel che chiedono nel giro di domande successivo alla presentazione gli “invitati”, abitanti e gente “attiva” nel quartiere di Librino, fra i quali la presidentessa della IX Municipalità Loredana Gioia, Sara Fagone della CGIL Librino, Massimiliano Nicosia de “La Periferica” e molti degli studenti in sala. Risposta: il costo, a una prima analisi effettuata su prezzi reali di mercato dagli studenti americani – la loro tesi di master è un lavoro completo di progettazione, che considera tutti i parametri, e quello economico non è mai secondario – sarebbe circa pari a quello necessario per ripavimentare un paio di aree grandi come quella dei Piazza Dell’Elefante. E se volete vedere i progetti, dare le vostre impressioni e critiche, fra poco arriverà un sito web nel quale visualizzare i progetti. Easy. L’unico problema, per la spendacciona e parassitaria logica della politica urbanistica italiana, forse è quello che è troppo conveniente…
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