«Stanno bene, sono in buone condizioni. Sia le donne che i bambini» spiega Viviana Valastro, volontaria di Save The Children, uscendo dall’accampamento della croce rossa. Siamo a Lampedusa, e lo scenario sembra sia sempre lo stesso. Venerdì una carretta di migranti è stata soccorsa dalla Guardia Costiera. Avvistato nella mattinata, il barcone in ferro, di circa 18 metri, è arrivato poco prima delle 20 di venerdì e ha attraccato al porto. Cinquecentotrentaquattro i disperati a bordo. Somali, eritrei, sudanesi. E tutti provenienti dalla Libia. C’erano anche donne che tenevano in braccio i loro bambini. Una donna incinta è stata subito portata all’ambulatorio dell’isola. Un’altra è svenuta, stremata com’era dal lungo viaggio.
«Non ricordano neanche quanti giorni sono rimasti in mare» conclude la Valastro. Una volta soccorsi, i migranti sono saliti sui bus che li hanno condotti al centro accoglienza. Oggi 287 di loro sono partiti con la nave San Giorgio della Marina militare alla volta di Pozzallo e Caltanissetta. Centoquindici (tra cui 72 donne e 27 bambini, dieci piccolissimi) sono stati trasferiti con un ponte aereo a Bari. Un altro arrivo di disperati. Un’altra storia, stavolta però conclusasi senza dispersi o morti.
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