La parola al campo. L’insediamento di Corini darà subito una scossa alla squadra? L’effetto Corini servirà al Palermo per cambiare nell’immediato l’inerzia negativa? La riposta a questi interrogativi la darà la gara in programma domani sera (ore 20.45) contro la Fiorentina, incontro valido per la quindicesima giornata di campionato. Il neo-allenatore rosanero, beniamino del pubblico nei quattro anni vissuti nel capoluogo siciliano da giocatore, ha avuto un ottimo impatto con l’ambiente e il suo ritorno ha alimentato nuovamente piccoli focolai di entusiasmo. Adesso, però, viene il difficile. L’aria nuova di positività, infatti, dovrà «contagiare» una squadra traumatizzata dall’ultimo posto in classifica, dalle sette sconfitte consecutive in campionato e anche dall’eliminazione dalla Coppa Italia che ha sancito la fine dell’era De Zerbi.
Corini ha in mano una patata bollente. Rispetto alla sua precedente esperienza palermitana, il «Genio» trova a distanza di circa dieci anni un contesto totalmente diverso, una realtà molto delicata dal punto di vista tecnico ed una situazione societaria piuttosto caotica (il ds Faggiano è andato via e ieri Zamparini ha comunicato l’ingresso nello staff tecnico di Dario Simic in qualità di suo consulente personale per il collegamento ed il supporto aziendale con allenatore, staff e squadra). La nuova mission di Corini è particolarmente impegnativa. Salvare una squadra obiettivamente modesta e con lacune evidenti sul piano tecnico e caratteriale non sarà facile ma il tecnico lombardo, arrivato giovedì a Palermo con un bagaglio carico di motivazioni ed entusiasmo, è pronto ad affrontare la sfida: «Il mio approccio iniziale è stato morbido dato che ho visto una squadra confusa e anche delusa per il momento che sta attraversando – ha spiegato Corini -, ma ho trovato da parte dei ragazzi grande disponibilità e questa è una base molto importante da cui partire. Ho detto ai giocatori che siamo noi i protagonisti. Siamo noi che dobbiamo avere la forza di reagire alle difficoltà e creare i presupposti per invertire il trend. Con uno spirito positivo e la giusta mentalità potremo ricreare il feeling con la gente».
La prima tappa del Palermo targato Corini è il match con la Fiorentina, una squadra che nonostante il nono posto in classifica ha valori tecnici nettamente superiori a quelli della formazione rosanero e che vorrà riscattare la sconfitta maturata lunedì scorso a San Siro contro l’Inter: «La reazione che ha avuto una volta sotto di tre gol e il fatto che abbia sfiorato una clamorosa rimonta dimostrano lo spessore di questa squadra. E’ una trasferta ostica ma nello stesso tempo è un bel test che ci darà diverse risposte. Sto cercando di trasmettere al gruppo l’idea che, mentalmente, la sconfitta va rifiutata a priori. Dobbiamo scendere in campo con la convinzione di potere fare bene e raccogliere punti molto importanti in chiave salvezza».
Gli spiragli, effettivamente, non mancano. L’inaffidabilità della compagine toscana e la presenza di «interferenze» esterne (l’impressione è che si sia rotto qualcosa tra il tecnico Sousa e l’ambiente viola) per i rosanero rappresentano dei potenziali vantaggi dal punto di vista psicologico. L’emergenza con cui deve fare i conti Corini, tuttavia, alza il coefficiente di difficoltà della partita. Le scelte relative all’undici titolare saranno condizionate dalle squalifiche (Goldaniga, Gonzalez e Diamanti) e da una lunga lista di indisponibili alla quale, da ieri, va aggiunto anche Gonzalez alle prese con una lesione di secondo grado al muscolo vasto mediale. Il tecnico, che in difesa recupera Cionek, sembra intenzionato a disegnare il suo scacchiere con un 3-5-1-1. A centrocampo, privo di Bruno Henrique recuperabile per la sfida con il Chievo, si profila un ballottaggio tra Gazzi e Jajalo, reduce da una distorsione alla caviglia sinistra. Sul fronte offensivo sarà Quaison a supportare l’unica punta Nestorovski.
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