A Catania in 5mila contro Monti e Profumo Blitz dei manifestanti alla sede della Serit

C’è l’insegnante che sostiene uno striscione bianco insieme ai suoi studenti, perché «hanno perso le parole». Ci sono gli operai della St Microelectronics, i ragazzi del centro popolare Experia sgomberato tre anni fa, chi è rimasto fregato dalla riforma delle pensioni del ministro Elsa Fornero. Ci sono i tecnici e gli amministrativi delle scuole, il personale Ata, gli universitari con i libri-scudo. I sindacati di base, le associazioni, i comitati No Muos e il Forum catanese acqua bene comune. Ma soprattutto c’è un fiume di studenti provenienti dai licei e dagli istituti superiori di tutta la provincia. Tutti insieme stamattina hanno invaso Catania in un corteo pacifico che è partito alle 9.30 da piazza Roma, ha attraversato via Etnea e via San Giuliano e si è concluso con musica e balli in piazza teatro Massimo, con un fuori programma quando un gruppetto ha deviato verso la sede della Serit, l’agenzia di riscossione delle tasse, di corso Sicilia.

Catania, grazie soprattutto agli studenti medi, ha aderito alla mobilitazione continentale indetta dalla Confederazione europea dei sindacati. Secondo gli organizzatori erano seimila, per la Questura tremila. L’impressione è che fossero quasi cinquemila persone. Contemporaneamente al corteo, un presidio della Cgil, che stamattina ha indetto quattro ore di sciopero generale, si è svolto davanti alla Prefettura. Tra tanti cartelli e striscioni, i più numerosi sono stati quelli contro il presidente del Consiglio Mario Monti e il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. «Faccio parte del personale amministrativo – racconta Francesca Adornetto, 48 anni – ma da tre anni non lavoro perché, dopo i tagli, non rientro neanche tra le chiamate annuali. Mio marito è un artigiano, lavora il cuoio e la pelle, ma dopo 28 anni ha dovuto chiudere la sua bottega. Ecco cosa produce l’austerity». Gli studenti del convitto Cutelli tengono in mano uno striscione bianco e intonano slogan per Antonella, la professoressa che ha deciso di stare accanto a loro anche al corteo. «Ci stanno togliendo pure le motivazioni – denuncia l’insegnante – la scuola è un mondo a sé, è materia umana non numeri, tagliano le attività extrascolastiche ma gli studenti chiedono tanto. Io poi sono una del gruppo dei nati nel ’52, quelli che con la riforma delle pensioni ci sono rimasti fregati ma ormai non ne parla più nessuno. Però non mollo, come potrei? Si guardi intorno – conclude indicando i suoi studenti – c’è una ricchezza umana che non finisce mai».

Il lungo serpentone rimane unito fino a piazza Stesicoro. Qui la testa del corteo guidata dai membri dell’ex centro Experia chiede di poter girare verso corso Sicilia, sede di numerose banche. La polizia acconsente, ma gli studenti medi vengono fatti tornare indietro all’altezza della banca nazionale del lavoro, mentre l’avanguardia continua fino a quando un gruppetto scavalca il muretto che divide la carreggiata di corso Sicilia e corre in mezzo alle auto verso la sede della Serit. Viene acceso un fumogeno e srotolato uno striscione con la scritta «Oggi vi pignoriamo noi, Serit usuraia fuori da Catania». Si radunano una cinquantina di persone e la polizia difende l’entrata dell’agenzia in tenuta antisommossa. Qualche minuto di tensione ma il presidio si scioglie per recuperare la testa del corteo.

Davanti alla Prefettura, nell’incontro con il presidio della Cgil, emergono le differenze di posizioni. «Solidarietà a tutti i lavoratori in difficoltà – urla Matteo Iannitti, del Movimento studentesco catanese al megafono – quelli dell’Aligrup, delle cooperative sociali, della Cesame». Quindi rivendica che la manifestazione è «contro il governo Monti e contro tutti i partiti che lo sostengono, compreso il Pd di Rosario Crocetta e Concetta Raia che la Cgil ha aiutato ad eleggere». Ad ascoltarli, appena ricevuti dal Prefetto, ci sono i leader del sindacato catanese. «Noi non siamo filo o anti governativi – replica a Ctzen Giovanni Pistorio, segretario confederale – basta vedere la nota di ieri sulla crisi del teatro Stabile con cui abbiamo voluto dare un avvertimento all’assessore Battiato. Se non interverrà non saremo morbidi neanche con lui». Qualche minuto dopo è servito l’intervento della polizia per allontanare Fernando Adonia, cronista del quotidiano online LiveSicilia e vicino allo Spazio libero Cervantes di estrema destra. Adonia si era fermato a fotografare un ex membro dell’Experia. Ma i ragazzi del centro popolare non l’hanno presa bene e lo hanno circondato urlandogli: «Vai via, fascista di merda». Adonia si è difeso sostenendo di essere lì solo in qualità di giornalista e ha poi pubblicato la sua gallery fotografica sul corteo di stamattina. «E’ una provocazione – replicano gli experini – perché per anni ci sono stati duri scontri anche fisici con questa persona». A contribuire alla reazione dei ragazzi dell’Experia forse anche la vecchia abitudine dei militanti di estrema destra di fotografare i rivali politici.

Il corteo si sarebbe dovuto concludere in piazza Manganelli. I manifestanti avevano presentato regolare richiesta, ma nessuno, né il Comune né la Questura, ha provveduto a sgomberare le auto. Dopo qualche minuto di contrattazione con la polizia, i canti, i balli e un’assemblea finali si sono spostati in piazza Teatro Massimo.

Salvo Catalano

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