Cronaca

A Caltanissetta il gelato diventa strumento d’inclusione. «Abbiamo creato uno spazio in cui avere fiducia»

Una gelateria dove il lavoro è inteso come veicolo di «integrazione sociale e formazione»: Aut Cafè – il bistrot dell’inclusione è il progetto promosso dalla cooperativa sociale Etnos – associazione a sostegno della solidarietà e i bisogni del territorio – con la partecipazione della pasticceria Fabbri 1905, inaugurato, con grande successo, giovedì 7 marzo in via Rosso di San Secondo 122 a Caltanissetta. Si tratta di un’iniziativa volta a favorire l’inclusione socio-lavorativa di giovani con disabilità e minori stranieri e che ha visto il supporto e sostegno di tutte le istituzioni civili e militari, oltre che l’ASP e il dipartimento di Salute mentale.

Il gelato siciliano si è – così – trasformato in strumento d’inclusione: nella gelateria hanno trovato l’opportunità di esprimere le proprie abilità tre persone affette dal disturbo dello spettro autistico, tre con disabilità neurologiche e tre minori stranieri non accompagnati. Per tutti la missione di offrire un servizio di qualità, capace di abbattere barriere e pregiudizi. «Per noi è stato veramente gratificante vedere il riconoscimento istituzionale – racconta a Meridionews Fabio Ruvolo, presidente della cooperativa Etnos che dal 2005 promuove e realizza progetti di economia solidale e servizi a sostegno di disabili, donne e minori vittime di violenza e minori stranieri non accompagnati – perché le attività come la nostra hanno bisogno del sostegno politico, sanitario e militare. Vedere che il territorio ha abbracciato questa iniziativa ci ha fatto capire che il cambiamento che vogliamo portare avanti non riguarda solo il mondo della ristorazione, ma è di stampo culturale».

Un progetto che ha voluto mettere insieme la qualità dei prodotti della tradizione siciliana con la voglia di ridefinire il lavoro come «strumento di cura, di dignità e inclusione» per quella fetta di società esclusa. «La nostra iniziativa – aggiunge Ruvolo – vuole dimostrare che disabilità come l’autismo vanno intese come neurodiversità e che è possibile, puntando alla formazione e al sostegno, consentire loro di ri-valorizzare se stessi e fare emergere abilità e competenze. Il supporto istituzionale – continua – ci consente di avere fiducia nel fatto che questo progetto, in costante sviluppo, non sfoci in una ulteriore ghettizzazione ma che possa diventare sistemico e davvero aperto al cambiamento».

L’iniziativa ha visto i ragazzi coinvolti nel progetto prendere parte decisionale anche durante i processi di selezione e imparare a diventare sempre più autonomi: «All’inizio è stato complesso, i nostri ragazzi hanno fatto fatica a relazionarsi. Anche i genitori avevano paura di metterli in una condizione di difficoltà, ma qui si sono ritrovati in un ambiente protetto. Pian piano si sono sentiti sempre più sicuri e capaci – conclude il presidente – abbiamo creato uno spazio di fiducia e relazione che forse aiuta più noi che loro: non c’è mai un saluto che non sia accompagnato anche da un abbraccio».

Un progetto in itinere, umano e culturale, che ha visto il completo supporto di uno dei principali player internazionali nel mondo della gelateria e pasticceria: «Stiamo ricevendo un grande riconoscimento per il nostro impegno, dal quale ricaviamo fiducia che riversiamo nel quotidiano – continua Ruvolo – Vedere un’azienda come Fabbri 1905 che decide di promuovere quello che stiamo realizzando è incredibile, perché significa che il nostro lavoro sta crescendo in termini di innovazione e formazione».

«La scelta di sostenere questa meravigliosa gelateria – ha dichiarato Nicola Fabbri, Amministratore delegato di Fabbri 1905 – è stata assolutamente naturale, perché rispecchia pienamente la nostra visione della società. Siamo infatti convinti che il lavoro sia lo strumento principe d’integrazione, specialmente quando permette di realizzare prodotti di grande qualità, che regalano una parentesi di gioia a grandi e piccoli. Dopo aver sentito un’intervista di Fabio Ruvolo alla radio – continua Fabbri – ho deciso che avremmo sposato questo progetto: siamo un’azienda che da più di 120 anni porta il suo nome in tutto il mondo ma non dimentichiamoci che dietro a tutto questo c’è una famiglia, un cuore pulsante e che questo cuore batte per tutti. Non si può pensare che ci siano persone escluse dalla società cosiddetta normale, il lavoro e il contatto con il prossimo cura e rende le persone libere, questo è il nostro pensiero costante». Un incontro – quello tra Fabbri 1905 ed Etnos – che permette di trasformare il gusto e la tradizione siciliani in un’iniziativa di promozione sociale nell’ottica più ampia del creare esperienze a cavallo tra qualità, condivisione, integrazione e inclusione.

Costanza Marino

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