Tra meno di un mese potremo finalmente assistere al seguito di 300, il film diretto da Zack Snyder e ispirato ai fumetti di Frank Miller che, tra effetti speciali, storia e fantasia, rievoca la battaglia delle Termopili.

L’attesissimo seguito si chiamerà “600”, rievocherà la lotta serrata per la poltrona di primo cittadino a Palazzo San Domenico, nella polis iblea di Modica.

La trama è presto detta: nell’anno 2007 d.C., nel penultimo e nell’ultimo giorno precedenti le idi di maggio, una schiera di seicento e più guerrieri, guidati da quattro comandanti, si sfideranno a colpi di voto per accedere all’ambita poltrona della bulé di Modica, la cui disponibilità è di soli 30 posti.

A loro volta i quattro comandanti – l’uscente epistate Piero Torchi, il bulete Antonello Buscema, Carmelo Carpentieri (uno dei più conosciuti componenti della polis e capo di un gruppo informativo locale) e l’amazzone Liliana Guarino – cercheranno di raccogliere quanti più consensi possibile per occupare la poltrona di “primo cittadino” per la durata di cinque anni.

Ma i due giorni prima delle idi di maggio sono solo l’atto finale di una battaglia cominciata circa un mese prima, in quella che in gergo viene chiamata “propaganda elettorale”, che viene fatta con armi molto particolari. Le prime sono i volantini distribuiti in numero abbondante in case, palazzi, agorà, botteghe, mercati e così via dicendo…

Le altre armi, ben più visibili e ingombranti, sono manifesti elettorali, immagini col volto del candidato di turno adornate da frasi del tipo “ Il tuo voto, il mio impegno” , “Un volto giovane per una nuova politica”, “Un amico in consiglio per una politica comune”, affisse in maniera selvaggia – e il più delle volte senza autorizzazione – nei luoghi più comuni e in quelli più disparati quali muri,balconi, inferriate, case, palazzi, vetrine, alberi, insegne, segnali stradali… L’unico a non utilizzare la tattica del manifesto è Carmelo Carpentieri, il quale però utilizza in larghissima parte la sua “rete televisiva” con un programma ad hoc, in onda ogni mercoledì, che gli porta già abbastanza pubblicità e consensi.

Alla fine della battaglia ci sarà un solo epistate – attorniato da un gruppo di persone che provvederanno al miglioramento della polis detti “assessori” – e trenta buleti delle varie fazioni.

A rimetterci, come succede sempre dopo queste battaglie, saranno la polis e la cittadinanza: la prima poiché sarà deturpata dalle immagini dei guerrieri e dei loro comandanti, la seconda invece poiché dovrà sperare – senza mai averne la reale certezza – in una buona amministrazione della polis che metta davanti a tutto i bisogni della cittadinanza e non quelli delle tasche degli eletti.

Rosario Cappello

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