Sono 500 i migranti arrivati in Sicilia solo negli ultimi due giorni. Molti arrivano dalla Siria e dall’Egitto, dalla Somalia e dall’Afghanistan. Gente che scappa da Paesi in fiamme, con bambini tra le braccia. Tutti soccorsi nel Canale di Sicilia dalla Guardia Costiera o dalla Marina italia. Divisi tra Lampedusa e i centri di accoglienza del Siracusano.
Ma come gestire questo fenomeno? Da più parti si continua ad invocare un intervento dell’Unione europea, ma niente, è campana che non suona.
I centri d’accoglienza siciliani e calabresi sono allo stremo. Non a caso anche oggi al loro interno non sono mancate tensioni.
Al centro di accoglienza di Pian del Lago di Caltanissetta, ad esempio, dove oltre un centinaio di extracomunitari questa mattina, per un paio dore, hanno bloccato la strada Provinciale n. 5, che costeggia il centro.
La verità è che gli sbarchi sono ormai la cronaca di una emergenza quotidiana. E nulla lascia presagire che l’ondata migratoria si arresterà. Anzi. Guardando alla difficile situazione politica, al di là del Mediterraneo, si può asserire che è destinata ad ingrossarsi.
E proprio oggi più di 120 migranti si sono spinti fino al largo delle coste spagnole. Sono stati soccorsi non lontano da Tenerife, nell’arcipelago delle Canarie, affollato da turisti.
Intanto, è stato confermato che Papa Francesco, dopo Lampedusa, tornerà tra ‘gli ultimi’. Visiterà il 10 settembre prossimo la struttura dei gesuiti per l’accoglienza ai rifugiati nel centro di Roma. E Padre Giovanni La Manna, presidente del Centro, non le manda a dire: “Non si possono chiudere le porte a persone che hanno tutto il diritto all’asilo politico perché vengono da Paesi in fiamme- ha detto ai microfoni di Rainews24- l’Italia è parte dell’Unione europea e sia questo Paese che l’intera Unione devono rivedere le loro procedure di gestione di casi come questi”.
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