27/01 sotto la neve

27 de Diciembre de 2005  Vitoria – Gasteiz

oggi 40 centimetri si frapponevano tra me ed il marciapiedi.

24 de Diciembre de 2005  Vitoria – Gasteiz 

..e alla fine neve fu, abbondante ed elegante nella sua caduta. In strada tutto e’ bianco e fresco, noi del sud non riuciamo a trattenere un’euforia forse infantile ma autentica, facciamo domande inesperte a chi di neve ne vede spesso e di questa, forse, non ne isce piu’ il fascino.

Oggi pomeriggio e’ stato bello farsi investire da quella pioggia di cotone, l’ho trattenuta sulle labbra e poi anche mangiata.  La grattugiavamo con le suole sui marciapiedi e quella non ha smesso mai di ammiccarci dai rami degli alberi nudi sui quali era appiccicata.

forse anche per questo ho scelto di venire quassu’ in erasmus, forse perche’ l’esperienza fosse davvero unica, forse perche’ potesse farmi assaporare il gusto del ripararsi dal freddo o forse perche’ per amarela propria terra occorre andare lontano verso la diversita’ piu’ spiazzante e difficile (citazione verghiana)

..guardate cose riesce a scatenare giusto un po’ di neve in un “provinciale” figlio di Sicilia..

12 de Diciembre  Pamplona – Iruña  Nafarroa – Navarra

Riposati dalla sin qui unica notte s’un letto, ci tuffiamo nella Domenica di Pamplona. Neanche a farlo apposta percorriamo la ruta del Encierro, la corsa impazzita dei tori durante la roboante festa di San Firmin. Hemingway ne propone un’affascinante descrizione nel suo “Fiesta”, e proprio di Hemingway troviamo una statua di fronte alla Plaza de toros.
Il casco viejo della città è stupendo ed affascina camminare per quelle strade su cui i pellegrini facevano sosta per raggiungere Santiago.
———
l’ultima tappa del Tour e’ Ayegui, fuente del vino. Storica sosta dei pellegrini che potevano bere del vino direttamente da un rubinetto aperto a tutti.
Riempiamo una bottiglia di plastica con del vinaccio, calpestiamo gli ultimi ciottoli verso Santiago de Compostela e saliamo in macchina.
La luce del pomeriggio e’ opaca e tiepida. Un tramonto languido si prepara ad esibirsi e noi, coi resti del nostro viaggio, consumiamo gli ultimi sbadigli con la fronte pesantemente appoggiata sul finestrino.
Alla fine non abbiamo scoperto se il Pais Vasco merita un’indipendenza politica…
Ma certamente gode di una complessità culturale, una eterogeneità di geografie e di un sapore così corposo, che in una sola parola definirei: Diversità

11 de Diciembre  Euskal Herria – Iparralde

La mattina è gelata e un poco tormentata. Entriamo in un bar per riscaldarci lo stomaco con un cortado e per lavarci dentro al bagno. La voglia è scarsa stamattina, la schiena distrutta. E’ in queste condizioni che entriamo in Iparralde, quando il Pais Vasco parla francese..
Bearritz ha un lungomare profumato di pietre bianche, qui ciò che regna è la tavola da surf. Capitale europea dei surfer, grazie alla sua costa favorevole ad onde gigantesche.
Ma qui, a Bearritz, scompaiono le ikurriñas (bandiera basca), scompaiono le scritte in euskera, scompaiono i baschi neri.
Trionfano le francesi crepes ed i formaggi delicati ed anche una fastidiosa usanza di ridicolizzare i cani (spesso barboncini) con stupidi vestiti.
Bayona è diversa da Bearritz. E’ più timida e introversa. I suoi palazzi sono medioevali come le sue strade. Ci rapisce un mercatino di Natale dove compriamo dei tartufi di cioccolato, ed una partita di rugby su di un campo verdissimo.
Forse non è in queste grandi città che andava cercato lo spirito basco, forse ha ragione Andrea quando mi dice che quello, lo spirito, sta recluso nei paesini dei Pirenei; è mentre ragioniamo su questo che saliamo in macchina, abbandoniamo l’Iparralde e ci dirigiamo verso Iruña, pardon Pamplona, NafarroaNavarra.
Sulla strada incrociamo un mare di nebbia ed alcuni segnali di come la Navarra rimanga una porzione del Pais Vasco. Ma Navarra è Navarra, dicono qui, o Navarra è Spagna.
Forse sì forse no.
A Pamplona prendiamo una camera in una pensione e stacchiamo la spina.

10 de Diciembre   Euskal Herria – Egoalde

ci svegliamo con la schiena rotta, il gelo al culo e con una mescola nello stomaco di succo d’arancia, batido de vanilla ed il vino bianco della notte prima.
L’unico bar del pueblo (Bar Xabi) è chiuso, così vagheremo per la zona per trovare una taberna dove poter bere del caffè, fondamentale per neutralizzare qualsiasi principio di gastrite.
———–
Lekeitio è un paese prezioso, la sua spiaggetta giallo scura è un tonfo al cuore.
Per non parlare del mercato del pesce, e dei pescatori con boina nera in testa e con maglioni di lana a strisce. Anche qui il molo è d’incredibile intensità. Il mare dell’oceano ha una forza sorprendente, ed anche i gabbiani sembrano piu preparati contro la violenza delle onde.
A Getaria decidiamo di fermarci, causa-buco allo stomaco. Qui scopriamo la Txacolina, mezzo vino bianco mezzo champagne. Mangiamo una frittella di merluzzo e facciamo un giro del paese. Un centinaio di case e niente di piu, i viottoli sono tortuosi, medioevali, il tutto è come me lo aspettavo, silenziosamente magnetico.
———-
Le ruote dell’auto ricalcano la costa gipuzcoana con fedeltà. Spiagge chiare, porti, barche posteggiate, pueblitos che s’attorcigliano su se stessi, proponendo quasi sempre della tranquillità da sogno. Il sole c’è amico oggi, almeno per oggi.
La costa del Nord è profondamente differente da quella di una località del sud Europa, la sua bellezza è timida e riservata. E’ come se non ti desse la possibilità di entrarci a contatto più di tanto, e ti si conceda solo poco alla volta.
Mentre scrivo, le candele sul cruscotto ci disegnano sulle guance (con la complicità dei finestrini) strisce di luce. Non c’è molto sonno e credo sia il momento in cui, più di tutto, il viaggio entri dentro di noi e lasci una tacca nella nostra memoria.
Stasera abbiamo passeggiato per la “Concha” di Donosti – San Sebastian e poi mangiato in una sidreria di Astigarrata. Casermone tutto in legno con panche in comune. Merluza alla griglia e sidra gialla luccicante che andavi a riempire dentro la cantina ogni qual volta il bicchiere si fosse vuotato. Il rubinetto della botte fa uscire uno spruzzo strettissimo e fortissimo che si deve avere la capacità di centrare nel vaso. Il sidro va bevuto così, freddo e schiumoso.
Comunque anche questa notte prende voce inesorabile ed io m’ammutolisco per farla parlare..la macchina è scomoda di nuovo, ma è il nostro letto.

 

9 de Diciembre  Euskal Herria – Egoalde (partenza per una vuelta basca) 

 

Lollo gira la chiave e partiamo, calle los Herran e’ un casino, come sempre daltronde. Lasciamo Vitoria – Gasteiz alle 11:30..
In macchina regna una mescola di curiosita’, meteropatia, sonnolenza e pigrizia.
Pais vasco cos’e’? non saprei, nonostante i quasi 3 mesi qui a Vitoria – Gasteiz. E forse e’ anche per questo che sulla mappa che apro sulle gambe c’e’ disegnato un itinerario esclusivamente basco, una specie di vuelta di questo territorio che ha in se due nazioni e sette regioni. Il gelo invernale non ci spaventa, anzi dal gelo proviamo a trarre poesia..

Gli abeti di Bergara, un po’ povera a dir la verita’, il mosto bianco con olive di Elorrio, la memoria di Gernika con la sua aria ghiacciata sono i primi segmenti divorati in gioranata. Abbiamo saltellato da una regione (Alava, Gipuzcoa, Bizcaia) all’altra con disinvoltura, aiutati tralatro dall’unplugged degli Alice in Chains che dava del sapore agli scenari cupi di questa zona centrale di Euskal Herria.

 

—–
Ma lo spettacolo spettrale lo raggiungiamo ora in questo porto sublime di Elantxobe. Siamo arrivati gia con la luce bassa e con i lampioni che balbettavano sopra un silenzio tombale. Troviamo il mare dopo mesi di astinenza e per me e’ un sollievo anche se quello abbiamo di fronte e’ furioso e sembra che ruggisca allo schiantarsi contro gli scogli.
———————-
dopo una zuppa di pesce ed una bottiglia di vino in una vecchia locanda di Ea, piccolo paese a canali vicino, ci chiudiamo in macchina parcheggiata nel porto di Elantxobe.
Il freddo e’ rigido..coperte di lana e riscaldamenti accesi. Ci si appresta adormire la prima notte sui sedili di quest auto e sappiamo che sara’ una notte lunga e scomoda. Comunque prima di addormentarci un paio di candele poggiate sul cruscotto ci fanno compagnia e la voce di Mikel Laboa ci coccola. Fuori il mare urla.
Gabon (buonanotte)

 

 

6 de Diciembre Vitoria – Gasteiz

Altre 7 bombe in differenti citta’ del territorio spagnolo. Gli Etarras hanno “disegnato” un “corte” da Nord a Sud con esplosivi dalla stessa carica delle pompe di benzina di Madrid. Oggi e’ il giorno della Costituzione Spagnola..non si pensava che L’ETA potesse avere a disposizione tutte queste risorse..si annunciano giorni difficili..

Qui nei paesi baschi la vita continua, la gente si dissocia, altri nascondono la simpatia per gli ultimi fatti..si celebra la festa del Rioja Alevense e quella del Libro di Durango.

Io sono qui, attento, stordito, curioso e forse troppo disinformato..

 

5 de Diciembre   Vitoria – Gasteiz

 

Stanotte c’era un solo grado a farmi compagnia nella mia lunga camminata verso casa. Il naso colava solo ed il gelo riusciva ad infiltrarsi tra i guanti di lana. Mi sono licenziato da Telepizza e cosi’ è l’ultima volta che dovro’ affrontare questo percorso notturno.

Dopo 1 mese e 8 giorni ho deciso che poteva bastare.. i 4 euro l’ora erano una miseria..le pagelle degli impiegati appese nei camerini avevano del ridicolo (soprattutto il voto all’estetica), e poi il lavoro era alienante nella sua catena di montaggio.

Ho consegnato la chiave del mio armadietto e la targhetta col mio nome..la divisa la laverò. All’ultima pizza che ho fatto è scattato un pizzico d’emozione..scherzo.

 

4 de Diciembre  Vitoria – Gasteiz

 

Stamattina la stampa spagnola concentrava le prime pagine sugli ordigni di Madrid. La sensazione diffusa è che l’organizzazione terrorista, ancora impegnata a contare le sue decimate presenze, abbia voluto mandare un segnale di vita. In città ho respirato un po’ d’insofferenza verso l’attentato visto come ennesimo pretesto per acuire lo scetticismo verso Euskal Erria..anche se qualche scritta pro-ETA è magicamente comparsa sui muri della Calle Cuchilleria (la più indipendentista del casco viejo)

 

 

3 de Diciembre  Vitoria – Gasteiz

 

Dopo un lungo silenzio l’ETA è tornata a mostrare le gengive con 5 ordigni piazzati sull’autostrada di Madrid. Le bombe avevano una carica blanda e dalle scarse ambizioni. Telefonate dall’Italia preoccupate..il televideo che non fa chiarezza..i Tg dedicano telegiornali continui sull’accaduto..qui a Vitoria si evita l’argomento.

 

 

29 de Noviembre   Vitoria – Gasteiz
(Lunes – Astelehena)

 

Gli alberi, stamattina, li trovo d’improvviso nudi. La loro capigliatura gialla ormai finisce nei bidoni neri degli spazzini. E questo è l’ennesimo segno della neve che arriverà..

 

 

25 de Noviembre    Vitoria – Gasteiz
(Jueves – Osteguna)

 

Oggi sono entrato in Facoltà e sul suolo giacevano due studenti, le loro braccia e gambe erano aperte a simulare la sagoma di un cadavere. Sulle loro magliette bianche erano dipinte delle chiazze rosse come quelle di pallottole. Attorno a loro un corteo di un centinaio di ragazzi rispettava un silenzio contrastato solo da un sottofondo musicale, affidato a violini tristi e struggenti. La protesta era contro il terrorismo di stato e contro quella repressione che i giovani di qui non vogliono dimenticare. Nel frattempo in città si scorgono scritte nuove: PSOE terrorixta e si riaccende (se mai si fosse spento) il tema Batasuna…
Mi piacerebbe sapere di più sull’attuale situazione, certo è che un partito politico che trova legalità e illegalità a distanza di un centinaio di chilometri, è davvero un unicum.

 

 

24 de Noviembre     Vitoria – Gasteiz
(Miercoles – Asteazkena)

 

finalmente riesco a prendere fiato da questo ritmo mangia-tempo, e scrivere due righe. E’ un po’ che non mi regalavo una stanza notturna con poca luce e poca musica nelle orecchie.
Sopra la mia testa c’e’ il poster di “Dark side of the moon” comprato a 4 euro al “Corte ingles” di Vitoria, e stanotte mi sento un po’ parte oscura, anche se da domani si ricomincera’  con la solita giostra quotidiana, dalla velocita’ supersonica.
Nel frattempo mi godo i termosifoni, il te caldo e le calze di lana. Le finestre sono appannate. Buenas noches

16 de Noviembre 2004   Vitoria – Gasteiz

 

(Martes – Astartea)

Egoitz, una treccia rasta che sporge dalla nuca. Decisamente in carne, con una pappagorgia in bella vista. Doppio orecchino ad anello ed una parlata grossa.

Il suo nome significa recinto di prato..le sue mani, gesticolando, disegnano grandi cerchi in aria.

Ecco questa e’ la descrizione dell’insegnate del corso di euskera organizzato dalla Facolta’.

21 anni di ragazzotto, faccia pulita e divertente/divertita.

In un momento storico, in cui, forse, si registra il piu’ basso numero di parlanti di questa lingua dai natali cosi misteriosi, lui appare come una straordinaria eccezione.

Il futuro non e’ con l’euskera, pericolosamente destinato ad essere inghiottito dal motore di una cultura globale e generalizzante. Ma nonostante tutto, lui, Egoitz, tende a sottolineare come quella rappresenti la sua prima lingua, la sua lingua madre.

E in un paese in cui lo spagnolo viene chiamato esclusivamente Castellano il tutto e’decisamente spiegato.

Probabilmente tornero’ in Italia senza conoscere neanche una parola di Euskera, ma, mentre sono, qui provo a prendere una boccata d’aria e scendere giu’ nel fondo il piu’ che posso..

A seguito, una poesia del cantautore basco Mikel Laboa:

 

OROITZEN ZAITUDANEAN

 

Oroitzen zaitudanean ama,

Sukaldean egoten zara,

Mahaia bostenzat iminita,

Aulkian eseri eta lehiotik begira,

Kristala lausotzen duen lurrina kendu gabe,

Eta nik badakit zure begien ondoan nagoela

———————————————— 

Cuando te recuerdo madre, estas en la cocina

con la mesa puesta para cinco,

sentada en la silla y mirando por la ventana,

sin quitar el vapor que humedece la ventana y

yo se que estoy al lado de tus ojos

 

 

 

10 de Noviembre 2004    Vitoria – Gasteiz

 

(Miercoles – Asteazkena)

…cornici con luoghi che non vedrai mai; c’e’ una luce  giallastra appiccicata alle pareti ed una bacinella di panni sempre troppo piena. Le lenzuola hanno un buco di sigaretta proprio al centro, le pubblicita’, che non comprendi, fanno sempre lo stesso effetto..si moltiplicano davanti. Mi cade una molletta di sotto,

sara’ questa quella che chiamano nostalgia?…

 

 

 

9 de Noviembre 2004     Vitoria – Gasteiz

 

(Martes – Asteartea)

Il 9 Novembre del 1989 a Berlino cadeva un muro ingombrante. I 15 anni da quell’evento m’hanno ispirato pensieri ampi, magari  retorici sul significato di quel crollo. Ho letto di quest’aniversario sul Pais e non ho cose interessanti da scrivere ma forse molte in cui sperare.

 

“Hey teacher leave the kids alone”

 

8 de Noviembre de 2004 Vitoria-Gasteiz

(Lunes – Astelehena)

Oggi mi sono alzato e fuori c’era un tempo pessimo. Le finestre erano appannate per lo sbalzo termico tra dentro e fuori. Pioggerellina insistente. Ma in assenza dei miei compañeros de piso, dovevo per forza andare a comprare qualcosa da inserire nel frigorifero pieno solo di acqua, sottilette, lattuga e mayonaise.
In centro ho trovato centinaia di divise verde scuro della guardia civil ed altrettante gialle di quella local. La Plaza Mayor, La Plaza della Virgen Blanca e tutto il Casco Viejo erano stati chiusi al traffico e la sensazione di uno straniero medio in terra basca alla vista di tutte quelle forze dell’ordine era di trovarsi di fronte ad un attentato o ad una dimostrazione. Soprattutto in un momento di particolare tensione politica.

Ma invece no, la chiusura del traffico era dovuta alla presenza del Rey Juan Carlos I venuto a Vitoria per il 25º anniversario de los ayuntamientos democraticos di Spagna. L’evento, molto poco pubblicizzato e’ stata occasione di un ‘ennesima porzione di conflitto ideologico che nella Spagna di oggi sembra essere condimento fisso.
Alcune migliaia di persone (maggioranza anziane) erano ad applaudire il monarca, i giovani (centinaia) invece inneggiavano i loro motti e sventolavano le ikurriña euskadi e i drappi con su scritto “Frantsesak Españolak EZ” (Francesita’ ed ispanicita’ NO) o ancora “independentzia”,” alde hemendik!” (¡Que se vayan”).
Mi sono fermato ad osservare un po’. E scambiando quattro chiacchere con un ragazzo anche lui appoggiato alle transenne, mi ha detto che l’arrivo del Re era molto atteso in citta’ dopoche l’ultima volta a Vitoria, in seguito ad una pioggia d’insulti aveva uscito il dito medio…

 

5 de Noviembre 2004 Vitoria -Gasteiz

(Viernes – Ostirala)

La radio del locale El 7″ passa Glycerine del gruppo inglese Bush e sembra il colmo dopo i tentennamenti dell’OHIO  e gli striscioni con “NO MORE” che si ripiegano mestamente.
La rielezione di George W., non e’ stata presa benissimo qui’ nei Paesi Baschi, tutti i giornali parlano di risultato incredibile e molto pericoloso. Sorseggio la mia Caña e rifletto su questo ballottaggio politico, devo dire la verita’ dopo la pellicola al vetriolo di Moore e le profonde contraddizioni di un War President come lui, non pensavo potesse ancora vantare credito tra gli elettori americani, ma non e’ stato cosi’. E’ appena entrato nel locale un ragazzo con un maglietta con su scritto “Rock n’ roll against Bush”, ed io faccio un sorriso, amaro…
Nel frattempo a Telepizza sono stato promosso al telefono, o meglio, continuo versare salsa col mio mestolo e posizionare jamon e pollo, ma all’occorrenza aiuto i miei colleghi a prendere le ordinazioni alla cornetta.
Non e’proprio una passeggiata perche’ afferrare gli indirizzi e’ spesso complicato e alle signore piace intrattenersi in interminabili discussioni sulla qualita’ di una pizza col bacon piuttosto che una col formaggio di capra.
Beh, io lo prendo come uno stage urbano…pagato.

26 de Octubre 2004
 
Sono ufficialmente un impiegato di TELEPIZZA, catena iberica di pizza a domicilio (e non solo), diffusissima in Spagna. Manco a dirlo, la pizza e’ molto scarsa, ma perche’ lo sono tutte le sue componenti: panetto, ingredienti, salsa, forno elettrico.
Il mio compito all’interno dell’azienda (…) e’ quello di spargere un mestolo di salsa sulla pasta e poi posizionare i condimenti piatti (bacon, prosciutto, salame) “ad una distanza equidistante tra loro” e quelli a pezzetti (cipolla, peperoni, carne) “a pioggerellina, senza formare delle montagnette”.
Il kit personale di telepizza prevede: un cappellino telepizza rosso, con scritta TELEPIZZA in bianco, polo rossa telepizza con targhetta (sempre telepizza) col nome, infilzata con una spilla da balia e pantaloni scuri telepizza, stavolta senza scritta.
L’obiettivo sacro comune e:’ essere sempre gentili e meticolosi per servire la miglior pizza possibile al cliente.
 
Chiedo scusa per l’ostentata ironia di questa pagina, ma lavorare per la prima volta in un fast food, con i suoi frigoriferi dall’odore insopportabile, non era proprio la mia aspirazione. Ma purtroppo per arrotondare il gruzzolo si fa questo e altro…
Anche preparare una pizza con olive ed ananas…
 
Hasta luego

 

20 de Octubre 2004  Vitoria – Gasteiz
 
Sposto la lancetta dei gradi del termosifone a 25º C per contrastare i 5º esterni. L’inverno qu¡ a Vitoria e’ arrivato senza fare troppo rumore e senza avvertire nessuno, e noi, poveri figli del sud, dobbiamo confrontarci con temperature molto spesso insolenti e sadiche..
Stasera in citta’ si respirava un’atmosfera “natalizia”. La gente girava per i negozi incappucciata fino al naso, per terra, sui marciapiedi croccavano sotto le scarpe foglie marroni e le bancarelle friggevano churros da mangiare con la cioccolata calda.
Ed e’ in momenti come questi che il piso di Vitoria lo sento davvero casa mia, da sempre conosciuta in ogni suo angolo e teatro del tepore piu’ rilassato.

———
 
Non ho ancora espresso un punto di vista sul valore dell’esperienza Erasmus. Beh, il nostro spagnolo migliora e ci confrontiamo quotidianamente con gli scenari sorprendenti che questa citta’ offre, ma non e’ questo.
Scovare, come segugi, le offerte 3X2 che propone il supermercato, saper riconoscere una pesca buona da una troppo dura, contrattare col padrone di casa per le spese condominiali, improvvisarsi idraulico per “drenare” le fuoriuscite stomachevoli del water, offrire del vino ai vicini di casa per scusarsi del casino della notte prima,  diventare amico del panettiere per avere il pane piu’ caldo ancora nascosto dentro il forno.
Imparare a digerire le intermittenze della convivenza e dei pasti delle 16 del pomeriggio, “scoprire” che il parquet va lavato solo con acqua calda ed entrare a conoscenza delle infinite possibilita’ creative che puo’ offrire la lavatrice…
 
Suonano alla porta, e’ il fontanero (idraulico). Non sono riuscito a bloccare la perdita..
 
Gero arte (arrivederci in euskera)

 
7 de Octubre 2004
 
Una cinquantina di ragazzi dietro uno striscione col motto ATXILOUAK ASKATU hanno percorso tutti i corridoi della Facoltà, tra di loro c’era qualche veterano e molti ragazzi di massimo ventanni. I professori non sembravano essere eccessivamente turbati dallo sciopero anzi avevano la faccia di chi non vedeva l’ora che smettessero d’urlare.
La parte più colma di phatos e’ stata quando due studenti hanno ridotto in brandelli le bandiere di carta di Francia e Spagna, alleate nel patto anti Eta.
Alcuni drappi recitavano Gobierno Frances Faxista..
 
A questo punto dovrei dire la mia sulla manifestazione. Credo molto nella causa basca, qui ho visto realmente un altro paese rispetto alla Spagna. Forse “cose” come bandiera, lingua ed ideologia sono troppo pesanti per essere ignorate, anche se a quelle aggiungerei Economia, un tassello, a mio parere, fondamentale della rivendicazione separatista. Alle volte i confini tra resistenze e terrorismi sembrano essere piuttosto labili, altre volte assolutamente no.
Certo e’ che mai nessuna bandiera dovrebbe essere ne strappata ne bruciata..
Ma sto qui ancora da troppo poco per avere una posizione lucida..
 
ciao

4 de Octubre 2004
 
Lunedì mattina. Mi alzo, mi faccio del caffè (marca italiana) e mi porto verso l’Università. Com’era forse scontato (o forse no), le vetrate della Facoltà e le mura di mattone rosso sono state riempite, durante la notte, di scritte in euskeda. Quella che è stata dipinta più volte è ATXILOUAK   ASKATU!
che in basco significa LIBERATE I DETENUTI!. E sulle bacheche della facoltà sono stati affissi dei cartelloni che invitano ad uno sciopero per giorno 7 alle 12.00, io ci sarò, voglio vedere che succede..
 
Il popolo degli Erasmus a Vitoria si riconosce da un miglio..è quello che fa più caciara e poi gli italiani che cantano sono ovunque. L’esperienza fino a oggi (passate due settimane) è davvero avvincente. In questo luogo sembrano infinte le possibilità: di lavoro, di sport, di attività varie e di divertimento.
Il dato certo, comunque, è che nei Paesi Baschi si prende tutto abbastanza tranquillamente e con lentezza. E così al fumo permesso in ogni locale (compreso l’Università) (e compresi molti tipi di fumo..) si aggiunge l’improbabile orario di apertura e chiusura negozi e lo stile di vita rilassato e godereccio (cañas alle 17 del pomeriggio e giu di lì).
Oltre che è uno spettacolo vedere anche i più anziani girare con vecchie biciclette “graziella” celesti per le strade con poche macchine.
 
Stasera film americano in spagnolo a casa di italiani (in quale lingua i commenti?)
 

3 de Octubre 2004
 
Butto giù qualche riga dopo che ci siamo svegliati con la notiza dell’arresto in Francia di 21 individui tra cui, a quanto pare, pure il celebre capo e ideologo separatista Mikel “Antza” con la moglie Soledad “Amboto”, entrambi storici protagonisti dell’omicidio Garroto (PP).
 
La notizia è di quelle che riempiranno le pagine spagnole per mesi, io sono curioso su come reagirà la città dopo quest’arresto.

27 de Septiembre 2004
 
Grandi novita’, quella Santadonna di Azucena (Relazioni internazionali), dopo una dozzina di chiamate a vuoto ed una overdose di cortados (caffe’ lungo), ci ha trovato l’appartemento. Il propietario, tale Xavi, e’ una specie di factotum di San Sebastian che al nostro arrivo in casa sta ancora passando di carta vetrata una parete…
L’accordo con lui e’: noi c’insediamo in casa mentre lui finisce i lavori dentro, certo le martellate e la voce acuta del trapano non sono per nulla alla mano pero’ meglio della pensione…
L’affitto e’ caro 220E al mese ma in circolazione sembra addirittura essere uno dei piu’ bassi. Oggi su internet ho letto “Vitoria-Gasteiz, la città di Spagna col PIL piu’ alto”, cacchio..
 
In questi giorni abbiamo girato molto con un’affannosa sete di curiosità. La città è molto bella, soprattutto quello che qui chiamano il CASCO VIEJO, il quartiere medievale che vanta come data di nascita il 1118 e che ha una particolare forma ellittica con le strade Herreria (dei ferramenta), Cuchilleria (dei fabbri) e Zapateria (dei calzolai) a farne da perimetro.
Qui un paio di giorni fa hanno allestito un fantastico mercato medievale con tanto di bottegai in veste originale (tuniche, fasce, stivali e guanti da lavoro), giocolieri, asini, maghi ed un’infinità di prodotti artigianali veramente appetibili. Io ho bevuto un bicchiere di sidro (versatomi sul bicchiere da lontanissimo, con una tecnica tipica per questa bevanda) e mangiato una focaccia con chorizo (salame pìccante) e verdure. Tutto ottimo.
 
Ma il quartiere vecchio è anche la zona più indipendentista, con drappi alle finestre scritti in euskeda, ikurriña (la bandiera bianco-rosso-verde) ovunque e la musica punk che esce dai pub.
L’argomento ETA a Vitoria sembra un po’ schivato dalla gente, non è un mistero che questa città potrebbe essere considerata una sorta di isola spagnola in terra basca e cosi’ il motore euskadi qui appare meno dirompente che in altre parti.
 

In tutti i casi ho voglia di approfondire la questione perchè qui i giovanissimi sembrano decisi nelle dimostrazioni e negli scioperi. All’interno della Faculdad de Geografia, Filologia y Historia ci sono diverse raccolte firme e petizioni per far liberare militanti ETA attualmente in carcere, non lo so, sono un po perplesso al riguardo, certo che c’è molta disinformazione su questa questione o almeno per quanto mi riguarda. Mi guardero’ intorno..
 
Alla prossima

22 de Septiembre 2004  Vitoria – Gasteiz
 
Due giorni, solo due giorni sono passati dal mio rocambolesco arrivo nella capitale dei Paesi Baschi, solo due giorni e già tanti sorsi di diversità ingurgitati tutti d’un fiato: la cittadina dall’aria timida ed introversa accoglie noi Erasmus forti di occhiali da sole e qualche filo d’abbronzatura (ricordo dell’estate) avvinghiandoci con un’aria gelida ficcante ed una leggera pioggerellina di quelle che non arrivano a toccare per terra preferendo sciogliersi al vento.
 
“VITORIA es SIBERIA”, ci sghignazza un anzianotto, con boina nera in testa, da dentro la sua edicola, vedendo come due italiani reagiscono al freddo continentale. Ed effettivamente la nostra provenienza non poteva essere nascosta in nessun modo, visto che eravamo gli unici con giubbotto pesante, cappello di lana e guance rosse.
 
Com’è consuetudine in questi casi la ricerca di un piso (appartmento) si trasforma in una specie di caccia ai fantasmi. Sono due giorni che raccogliamo numeri dalle bacheche dell’Università, dai semafori, dai supermercati, dai pub ma questi, i numeri, stanno cominciando a girare nelle nostre teste in combinazioni semrpe diverse, ci parlano nella notte, acquisiscono corpo e anima, si tramutano in Freddy Krueger o in qualche altra creatura di Robert Englund senza darci risposte e punti di riferimento. Scusate quest’ ultima parentesi un po’ allucinata ma la pensione ed i suoi 18 Euro al giorno iniziano a farsi pesanti…
 
Nel frattempo abbiamo assaggiato quasi tutti i tipi di bocadillos (panini) sul mercato e quando vi scrivo le molliche del mio lomo y queso stanno finendo sulla pagina del taccuino mentre di fronte a me, poggiata s’un prato verde, ci sta la Biblioteca, grande edificio antico color ghiaccio e “pezzo” del campus di Alava.
Bene sono le 16.00, il cielo s’e’ schiarito ed e’ il segno che si ritorna a ricoprire i panni di Ghostbuster o se prefrite in CazaPisos (acchiappa appartamenti)..
 
Agur (arrivederci in Euskeda)

 

Riccardo Marra

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