25 aprile, in Sicilia una storia diversa

IL 25 APRILE 2012 RICORRE IL 67° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DELL’ITALIA DAL NAZI-FASCISMO. L’FNS SI RICONOSCE NEI VALORI DICHIARATI IN OCCASIONE DELLA FESTA ITALIANA DELLA LIBERAZIONE, MA PUNTUALIZZA CHE QUELLA DEL 1945 – IN SICILIA – FU UNA STORIA DEL TUTTO DIVERSA, CHE VA COMUNQUE RECUPERATA E NON CONFUSA CON L’ALTRA.

U Frunti Nazziunali Sicilianu si riconosce nei valori e negli ideali più nobili che, – in occasione della ricorrenza del 25 APRILE, – da più parti vengono celebrati. Meglio se senza troppa retorica e senza reticenze. E nello spirito più sincero di concordia e di fraternità. Nel rispetto – ovviamente – della MEMORIA di TUTTI I MARTIRI E DI TUTTE LE VITTIME. E, soprattutto, della VERITA’ (nella foto sotto a sinistra, tratta da psi2000.it, una manifestazione separatista).

Sono, pertanto, doverose ed opportune, da parte siciliana, alcune precisazioni che, peraltro, nulla tolgono ai contenuti ed alle finalità delle celebrazioni in corso. Anzi ne valorizzano l’effettivo ruolo storico. Sono precisazioni mirate al ripristino della VERITA’ e al recupero della MEMORIA STORICA con riferimento agli ACCADIMENTI SPECIFICI che, in quel periodo, coinvolsero il POPOLO SICILIANO. E SOLTANTO IL POPOLO SICILIANO.

Va ricordato – per inquadrare meglio il tutto – che la lotta armata contro la Repubblica Sociale Italiana (Repubblica di SALO’) e contro le formazioni e le strutture Nazi-fasciste, nonchè contro l’Esercito Tedesco, da parte dei Partigiani Italiani, era avvenuta ed avveniva in quel periodo (anni 1944 e 1945) quasi esclusivamente nel Centro e nel Nord Italia. Nell’ALTA ITALIA, come si diceva. Ciò, ovviamente, non significa che numerosi Siciliani, con le doti di umanità che li avevano contraddistinti e che li contraddistinguono, non fossero pure coinvolti, dall’una e dall’altra parte. Questi si trovarono in quei luoghi, anche se quasi mai per propria volontà. Contro l’occupazione tedesca e contro il Nazi-fascismo, fu fondamentale, in quella lotta, l’intervento, non sempre esaltato come avrebbe meritato, dell’Esercito Italiano di Liberazione. Nonchè delle Truppe Alleate.

In Sicilia – accennavamo – le vicende storiche andarono in modo nettamente diverso. Diverse pure le parti in causa. E non solo nel 1945. Anche prima. La STORIA è lunga …. Cerchiamo di semplificarla al massimo.

Alle prime luci dell’alba del 10 luglio 1943, due fra le più grandi flotte militari dell’epoca, la Britannica e la Statunitense, erano approdate sulle coste siciliane, nell’ambito dell’operazione HUSKY. E vi sbarcarono due armate, rispettivamente comandate dai generali MONTGOMERY e PATTON. Era stato, quello, il più grande sbarco (molti i mezzi anfibi) del Ventesimo Secolo. Vi fu qualche reparto dell’Esercito italiano che tentò di contrastare l’invasione. A sua volta, l’Esercito tedesco fece del suo meglio per ostacolare l’avanzata dei “Liberatori”. Vi furono vittime civili uccise dagli Alleati in entrata e vittime civili uccise per rappresaglia dai soldati tedeschi in ritirata. Le vere battaglie – come abbiamo accennato – furono combattute dagli Eserciti regolari in campo. L’invasione della Sicilia non fu affatto una passeggiata. Fu un’impresa ardua con migliaia di morti e di feriti. E con migliaia di prigionieri.

L’occupazione della Sicilia si compì in trentotto giorni complessivamente. Ed esattamente dal 10 luglio al 17 agosto 1943. Data, questa, nella quale l’ultimo soldato dell’esercito tedesco aveva già lasciato la Sicilia.

Dobbiamo ricordare, non senza emozione, che, fino a pochi giorni prima dello “sbarco” delle Truppe Alleate (Anglo-Americane), quasi tutte le città, i paesi, i centri abitati della Sicilia erano letteralmente massacrati dai bombardamenti a tappeto delle flotte aeree dei “Liberatori”, che avevano seminato morte e distruzione ovunque, anche per agevolare il loro sbarco, programmato da tempo.

I danni di quei bombardamenti sono in gan parte visibili ancora oggi. Mentre si è tentato e si tenta di ignorare e, talvolta, di dimenticare le migliaia e migliaia di vittime dei bombardamenti. Anche per non oscurare l’immagine complessiva dei Liberatori-Vincitori della Seconda Guerra Mondiale.

Per la verità, ancora prima dello Sbarco, il Popolo Siciliano aveva ritrovato dignità, progettualità politica e speranza di Riscatto e di Rinascita nella LOTTA DEMOCRATICA E POPOLARE PER L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA. Il MOVIMENTO SEPARATISTA, guidato soprattutto da ANDREA FINOCCHIARO APRILE, fu forse l’UNICO a “lanciare” messaggi e documenti politici di grande spessore, a rimboccarsi le maniche e a fare ai Dirigenti dell’AMGOT richieste adeguate ai bisogni del POPOLO SICILIANO.

Soprattutto dopo l’ARMISTIZIO di CASSIBILE e dopo che il REGNO D’ITALIA, guidato da BADOGLIO, era diventato CO-BELLIGERANTE degli ALLEATI e dei LIBERATORI, il SEPARATISMO SICILIANO fu osteggiato con la violenza e con la persecuzione degli Adepti.

Il 19 ottobre del 1944 era avvenuta a PALERMO la STRAGE DI VIA MAQUEDA, con 22 morti e centinaia di feriti.

Il 31 marzo del 1945 il COMITATO PER LA INDIPENDENZA DELLA SICILIA, presieduto sempre da Andrea FINOCCHIARO APRILE (che, peraltro, aveva già dichiarato la decadenza della Monarchia Sabauda, spiazzando tutti), aveva inviato un MEMORANDUM alla CONFERENZA DI SAN FRANCISCO con cui reclamava il Diritto del Popolo Siciliano a pronunziarsi in un REFERENDUM sulla INDIPENDENZA della SICILIA.

Nelle piazze e nelle strade di Sicilia, la stragrande maggioranza dei Siciliani si era mobilitata per reclamare l’Indipendenza della Sicilia.

Nei Boschi di CESARO’ e di BRONTE si era già formato il primo embrione dell’ESERCITO VOLONTARIO PER L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA (EVIS), comandato da MARIO TURRI (pseudonimo del Prof. Antonio CANEPA, ex dirigente partigiano e docente dell’Università di Catania). Ed il cui “CAMPO” era indicato pure nella segnaletica stradale (a destra, nella foto tratta da siciliaindipendentefns.blogspot.com, la lapide che ricorda l’uccisione d Antonio Canepa, Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice).

Per concludere: alla data del 25 aprile 1945, il Popolo Siciliano, perseguitato ed oppresso, continuava a battersi fra mille difficoltà, ma in modo determinato, per ottenere che in Sicilia si applicassero i principi conclamati dalla SOCIETA’ DELLE NAZIONI agli inizi della guerra contro Hitler ed i suoi alleati, e che coincidevano perfettamente con alcune importanti rivendicazioni, tipiche del Sicilianismo forte e puro (fra i quali quelli all’AUTODETERMINAZIONE, alla INDIPENDENZA, alla GIUSTIZIA, alla LIBERTA’, al PROGRESSO, alla MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA, alla RIAFFERMAZIONE DELLA PROPRIA IDENTITA’ NAZIONALE, al RITORNO NEI CONSESSI INTERNAZIONALI etc.).

Si trattava di Diritti “SCOMODI” e pertanto CALPESTATI e severamente NEGATI, non solo dal Governo Fascista, appena sconfitto, ma anche da tutti i precedenti Governi italiani dal 1860 in poi. Diritti che, paradossalmente – in quegli anni – venivano SOFFOCATI, spesso ricorrendo alla forza e alla repressione, dai Governi dell'”ITALIA LIBERATA”. E cioè dai Governi di: Pietro BADOGLIO, Ivanoe BONOMI, Ferruccio PARRI, Alcide DE GASPERI, ecc..

Ci sembra altrettanto doveroso ricordare che, qualche mese dopo il 25 aprile del 1945, (ed esattamente il 17 giugno 1945), a RANDAZZO, in contrada MURAZZU RUTTU, sarebbe avvenuto l’ECCIDIO nel quale restarono uccisi Antonio CANEPA, Carmelo ROSANO e Giuseppe LO GIUDICE.

Detto sinteticamente quanto sopra, riaffermiamo la FEDE degli INDIPENDENTISTI FNS nella verità, nella giustizia e nel rispetto dei Diritti fondamentali del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana, nella NUOVA CULTURA di PACE, di PROGRESSO, di DEMOCRAZIA, di FRATELLANZA e di COLLABORAZIONE fra i Popoli del Mediterraneo, dell’Europa e del Mondo. Una “CULTURA” ed una scelta di vita che da più parti auspichiamo, anche perché nessuno dovrebbe più ricadere negli ERRORI e negli ORRORI del passato.

A N T U D U !

Giuseppe Scianò, Corrado Mirto e Giovanni Basile
dirigenti del Fronte nazionale siciliano
riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Redazione

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