191, 192, 193, 195…e la 194?

Prendi una donna e trattala male.

Sarebbe forse arrivata l’ora di fare una bella enciclica e dire definitivamente e in via ufficiale, che la donna è una cosa che serve solo a quello: procreare cattolici.

Non è follia. Certo, ricorda un certo progetto nazista andato a mal fine, ma si sa, quando c’è da schierarsi, il Clero non ha mai esitato a prendere posizione: quella sbagliata ad essere precisi.

E non è bello svegliarsi una mattina, e da qualche anno ormai diventa ogni santa mattina, e scoprire che il Medioevo è tornato. Anzi, forse si è indulgenti con il Medioevo, va beh erano all’antica, ma difficilmente si può esserlo nei confronti del nostro tempo, la modernità…ma dove?

 

Modificare la 194.

Colpire:

  1. i diritti delle donne, bestie che si sono riconquistate la libertà di disporre del proprio corpo, di chiedere l’equiparazione tra i sessi e in pratica di sfuggire al controllo della loro mente durato per secoli.
  2. il cuore della democrazia. Il referendum infatti è la massima espressione della volontà popolare, volontà scomoda.
  3. la laicità dello Stato. E si sa, essere rinchiusi in Città del Vaticano, quando prima si era lo Stato più grande d’Italia, che tra fasti e lussi predicava la paupertas francescana, farebbe venire la claustrofobia a chiunque.

 

“Migliorare la 194” secondo il Cardinale Ruini significa abrogarla.

Dopo l’iniziativa personale di Bondi, illuminato da Giuliano Ferrara, si parla di larghe intese (Binetti). Veltroni dice “la laicità non si tocca ma sì al dialogo” – come se un laico non capisse questi doppi sensi in politichese. Poco importa. Conta il gesto. E il tentativo. Se poi si va oltre con i commenti e leggi che Maroni si dice contrario ai revival medievali, allora ti strappi davvero i capelli. Ma dove siamo?

 

Difendere la vita. I soliti cliché e le solite frasi stereotipate che accompagnano queste “battaglie di civiltà”. E se la vita è un dono calato dal cielo che va difeso, il movimento Libertà e Giustizia si chiede che ne è delle ottomila persone che sono vittime dell’AIDS e che sarebbero salve grazie all’uso del preservativo. Ma non si parla di un’apertura verso la contraccezione.

E ancora, nella veglia di Pasqua 2006, tra le tante cose da dire, il Papa non ha trovato di meglio che prendere per “negativo” l’esempio di Simone de Beauvoir e rincarare la dose con l’angelo del focolare. Ovviamente, le donne vanno rispettate, hanno spazio nella Chiesa, eccetera eccetera. Non sembrerebbe.

Così come la vecchia storia che la Chiesa si rallegra della laicità dello Stato, non fa politica ma dà direttive, e infatti ci si chiede come è possibile che il Parlamento è già mobilitato per “discutere” sulla 194, in nome del diritto alla vita. Aggiungo per la sottomissione della donna e delle sue libertà, e per l’abolizione della laicità dello Stato a favore di uno Stato clericale, nei fatti più che con le parole.

 

Che l’aborto non sia una pratica felice, specie per la donna che vi si sottopone, siamo tutti d’accordo, ma una legge che tuteli le donne che vogliono interrompere una gravidanza deve esserci. Tra l’altro in Italia, c’è l’obiezione di coscienza per i medici, discutibile o no che sia.

Che senso ha tornare alla pratica degli aborti illegali? Con l’illegalità si riesce a risolvere definitivamente il problema?. Lo Stato deve forse dare l’esempio morale ignorando le esigenze della società oppure il concetto di democrazia deve tutelare le minoranza?

Dimenticavo, non siamo in una democrazia.

Bagnasco poi, mette la ciliegina sulla torta: “Fate figli. E’ una grande responsabilità, certo, ma la gioia che ne deriva e la pienezza della vostra vita sono impagabili”. Detto da chi si è dato al celibato, sembra ancora più credibile. Ma se non altro completa il quadro aberrante che domenicalmente San Pietro rinnova: famiglia fondata sul matrimonio, donna che non deve prendere esempio dall’emancipazione di Simone de Beauvoir, procreazione.

 

Perché allora, visto che l’unità fondamentale della società è la famiglia fondata sul matrimonio, e negarla minaccia la pace nel mondo, non aboliamo il divorzio? Ciò che Dio ha unito in cielo, non può essere disunito in terra…

Lucia Occhipinti

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