118, un costo di 20 mln di euro in più

Ieri il nostro giornale ha dato spazio a un’interrogazione di due parlamentari regionali del Pdl – Innocenzo Leontini e Nino D’Asero – e della capogruppo dell’Udc, sempre all’Ars, Giulia Adamo, sulla gestione del 118 (si tratta del servizio per la gestione sul territorio e l’eventuale accompagnamento protetto in ospedale dei malati). I primi due sono deputati dell’opposizione, mentre la Adamo dovrebbe essere di area filogovernativa o giù di lì.

I tre parlamentari puntano il dito sulla gestione di un servizio sul quale il governo della Regione dovrebbe fare chiarezza. Si parla di “illegittimo affidamento del servizio alla Seus” e di tutta una serie di fatti che potete leggere nei due servizi pubblicati ieri e disponili per i lettori anche oggi.

In tutta questa storia sono molte le cose che non convincono.

Oltre ai rilievi mossi dai parlamentari, ci pemettiamo di ricordare che nel passaggio dalla vecchia gestione (Sise) alla nuova gestione (Seus, oggi nell’occhio del ciclone), la Cgil scatena una pesante polemica, sostenendo che i lavoratori vengono penalizzati. Tant’è vero che, se la memoria non ci inganna, alcuni lavoratori si sono rivolti al giudice del lavoro.

Il governo rispondeva che, passando da Sise a Seus, i lavoratori sarebbero stati più garantiti perché, da 30 ore settimanali, avrebbero raggiunto un monte ore di 36 ore settimanali. Da qui i sacrifici chiesti ai lavoratori. E il “no” della Cgil.

Al di là di una querelle che si sarebbe dovuto evitare (in nessun Paese civile si chiede ai lavoratori di rinunciare ai propri diritti acquisiti in cambio di un aumento di ore di lavoro!), per pura curiosità siamo andati a sbirciare nel bilancio regionale. Poiché sono stati chiesti sacrifici, poiché l’atmosferà che si respira nella sanità pubblica, quando si tratta di offrire servizi ai cittadini è quella della ‘lesina’ (leggere risparmio ‘virtuoso’), ci aspettavamo una riduzione della spesa.

Invece, con nostra sorpresa, abbiamo scoperto che, nel passaggio dalla Sise alla Seus il costo del servizio è aumentato di circa 20 milioni di euro. Possibile? E i ‘sacrifici’ chiesti ai lavoratori che fine hanno fatto?

Va bene: da 30 ore si è passati a 36 ore. Mettiamo una maggiorazione della spesa di 6-7 milioni di euro? E gli altri soldi per che cosa sono serviti?

La nostra non è una domanda provocatoria: ma una semplice domanda.

Sarebbe opportuno che Sala d’Ercole, visto che, di fatto, ha rinviato alle calendre greche l’approvazione del bilancio, avvii un dibattito su un tema che riguarda tutti i siciliani.

Giulio Ambrosetti

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