Pachino, rigettata richiesta di sorveglianza per Giuliano Non ci sono elementi per dimostrare pericolosità sociale

Il collegio penale del tribunale di Siracusa ha rigettato la richiesta di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale per tre anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, avanzata dalla procura aretusea nei confronti di Salvatore Giuliano. Nel motivare le ragioni del rigetto il tribunale non ha ritenuto «evidenziati elementi sufficienti a dimostrare la situazione di attuale pericolosità sociale prospettata dalla questura», tenuto conto del fatto che «i precedenti di Giuliano riguardano fatti degli anni ’90 e risultano, pertanto, del tutto irrilevanti».

I giudici hanno, inoltre, affermato che i suoi carichi pendenti «non provano l’attuale pericolosità sia per la risalenza nel tempo sia per la contenuta gravità – l’accusa di diffamazione riguarda le frasi scritte da Giuliano su Facebook e indirizzate al giornalista Paolo Borrometi. In merito ai presunti contatti tra Giuliano e alcuni soggetti pregiudicati, il tribunale li ha definiti «poco significativi, posto che, come dimostrato dalla difesa, si tratta di soggetti con cui Giuliano intrattiene rapporti di lavoro». Il riferimento è all’azienda agricola Fenice srl, specializzata nella commercializzazione del pomodoro, di cui Giuliano risulta essere dipendente. I titolari della ditta sono Simone Vizzini e Gabriele Giuliano, quest’ultimo figlio di Salvatore. 


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