Vittoria, servizio rifiuti alla Tekra Affidamento diretto da tre milioni

Con un’ordinanza contingibile e urgente, firmata il 31 dicembre, il sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia ha messo fine all’operato della Sea, ditta agrigentina che gestiva il servizio di raccolta dei rifiuti. La città, secondo il primo cittadino, era soggetta a «fortissime criticità ambientali». Particolarmente numerose erano state, negli ultimi mesi, le segnalazioni di disservizi. Sebbene nel passato la città non abbia brillato. 

La Sea era entrata nel Comune ipparino nell’ottobre 2014 sostituendo, come ramo d’azienda, la Sap che a Vittoria aveva preso il servizio l’anno precedente, in seguito alla liquidazione dell’azienda municipalizzata, l’Amiu, che aveva prodotto un imponente debito in bilancio. Il passaggio da Sap a Sea era avvenuto dopo un’iniziale riconferma della prima, nonostante i risultati piuttosto modesti: la raccolta differenziata non aveva infatti mai superato la soglia del 5 per cento

Il 3 ottobre dello scorso anno, a scadenza del contratto, alla Sea è stata conferita una proroga trimestrale. Nonostante già ad agosto Nicosia avesse lamentato «la caduta verticale del servizio» e siano state comminate sanzioni, nel trimestre luglio-settembre, per circa 150mila euro. Secondo il sindaco si era innescato, tra l’amministrazione e l’azienda, un braccio di ferro volto ad «alzare la posta sulla remunerazione del contratto, pratica ormai di uso comune in Sicilia» che aveva portato l’azienda a trascurare la raccolta dei rifiuti. Nei mesi della diatriba il dibattito aveva anche evidenziato presunte mancanze del capitolato d’appalto, «non adeguato a garantire la pulizia», secondo Gianni Mirabile, amministratore delegato della Sea. Lo scontro ha così portato alla decisione da parte del sindaco ipparino di voltare pagina.

Preferendo «l’assunzione di responsabilità rispetto alle pressioni», Nicosia ha deciso di conferire il nuovo incarico di raccolta dei rifiuti alla Tek.r.a. s.r.l., azienda con sede ad Angri, in provincia di Salerno, e all’opera nella vicina Niscemi, nella più popolosa Gela e a Piazza Armerina. Dal 2 gennaio, «considerata la particolare urgenza» e «per provvedere alla salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica» – così riporta l’ordinanza – lo svolgimento del servizio viene affidato in modo diretto e oneroso, per tre milioni di euro.

A dire il vero, il Comune ipparino aveva provato a bandire una prima gara d’appalto, seppure senza provvedere a modifiche sostanziali del discusso capitolato. Dopo la manifestazione d’interesse di quattro aziende, nessuna ha formulato un’offerta. Un secondo tentativo ha visto un esito simile, anche se a partecipare inizialmente erano state solo in due: la stessa Sea e la Tech Servizi. L’esclusione forzata – per incapacità – della prima e la mancata disponibilità della Tech hanno successivamente lasciato cadere ogni velleità di gara d’appalto. Sono questi gli avvenimenti che hanno condotto all’affidamento diretto del servizio.

La Tekra, dal canto suo – che non aveva partecipato al bando attuale ed era invece stata esclusa da quello di due anni prima – è stata scelta, come dichiarato dal sindaco in conferenza stampa, «dopo una cernita, perché operante nelle immediate vicinanze con risultati soddisfacenti – a Gela ha raggiunto il 50 per cento di raccolta differenziata – e ciò ha consentito l’immediata continuità del servizio». La società salernitana, inoltre, risulta inserita nella white list della Prefettura, quindi gode di certificazione antimafia. Sulla produttività di Tekra a Gela, tuttavia, ci sono versioni contrastanti: il vicesindaco con la delega all’ambiente del Comune gelese, Simone Siciliano, ha infatti di recente denunciato una differenziata con percentuali inferiori al 20 per cento. Con tanto di segnalazione alla magistratura, dei disservizi causati dalla società.

A lanciare ombre sulla Tekra è stato, inoltre, il coinvolgimento, la scorsa estate, in una vicenda dai contorni opachi. Durante il vaglio delle domande presentate alla gara per il servizio rifiuti di Siracusa, un appalto da più di cento milioni di euro per un servizio settennale, la Tekra è stata esclusa poiché l’azienda insieme alla quale aveva formulato la proposta, l’Avvenire s.r.l. di Gioia del Colle, veniva travolta da una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Bari, secondo cui la ditta pugliese sarebbe legata alle ‘ndrine di Cosenza, nonché coinvolta in un giro di tangenti che ha portato all’arresto di due suoi funzionari. La ditta campana ha comunque presentato ricorso contro l’esclusione e l’affidamento è stato bloccato. Nel capoluogo aretuseo la raccolta dei rifiuti è così rimasta in mano all’azienda precedente, la Igm, che sta partecipando alla gara competendo con la Tech servizi, la stessa che a Vittoria non ha presentato l’offerta. Sul questa storia, il primo cittadino vittoriese ha dichiarato di non essere completamente a conoscenza dei fatti. Altre vicende ricollegabili alla Tekra si sono svolte, sempre in estate, a Niscemi. Dove quattro automezzi di due ditte gelesi, la Mecogest e Ambiente Italia, sono stati dati alle fiamme. L’incendio doloso lascia pensare a un gesto di origine mafiosa. Le due aziende si occupano, per conto di Tekra, della gestione del servizio di raccolta dei rifiuti. Entrambe iscritte nella white list della Prefettura di Caltanissetta, a oggi la loro posizione risulta in corso d’aggiornamento. 

Tornando a Vittoria, tutti questi elementi hanno portato il presidente della Commissione trasparenza, il consigliere comunale Daniele Barrano, a convocare una seduta per discutere della questione: «Ci sono diversi aspetti che è opportuno chiarire» ha commentato Barrano.


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