«Posteggiatori abusivi ovunque e macchine l’una sull’altra». Una residente denuncia che la zona a traffico limitato (ztl) di fronte al Castello Ursino – istituita su proposta dei cittadini e poi ridimensionata dal Comune – è tornata a essere un parcheggio senza regole, di notte e di giorno. Le norme che disciplinano la circolazione non vengono rispettate, e in particolar modo il divieto di fermata imposto su entrambi i lati della strada. L’assessore alla Viabilità Rosario D’Agata aveva promesso l’impegno costante dei vigili urbani per evitare la sosta selvaggia, ma a distanza di un mese afferma che «non è possibile un controllo permanente», e rinvia al 2016 la soluzione definitiva «con la posa di nuove fioriere». «È una sconfitta per l’amministrazione», commenta il consigliere della municipalità Davide Ruffino.
I grandi e pesanti vasi circolari che impedivano il transito dei veicoli, da una parte all’altra di piazza Federico di Svevia, sono dapprima stati spostati per consentire nuovamente il passaggio. Adesso sono accantonati vicino ai marciapiedi. Le strisce blu della sosta a pagamento sono state annerite e i cartelli che regolamentavano la zona a traffico limitato sono stati rimossi, a eccezione del divieto di fermata. Ma il timore che la sola segnaletica verticale non fosse sufficiente a evitare che la zona tornasse a essere utilizzata come parcheggio – di notte gestito dai posteggiatori abusivi – si è rivelato fondato. «Chi sosta commette una grave infrazione al codice della strada», commenta a MeridioNews l’assessore D’Agata. All’indomani del ridimensionamento della zona a traffico limitato, decisione spinta dal volere di commercianti e residenti, il responsabile della viabilità aveva promesso «adeguate sanzioni, a tutte le ore» per i conducenti indisciplinati. Misure che però non sono applicate. «Parlerò col comandante della polizia municipale a tal proposito ma non è possibile mobilitare una pattuglia per tutto il giorno». Quello che l’amministrazione comunale intende fare «appena avremo la disponibilità economica – conclude D’Agata – sarà recintare la zona con delle fioriere in modo da permettere la circolazione dei mezzi ma impedire la sosta ai bordi della piazza». Il piano non sarà attuabile prima del 2016.
«Noi ci siamo battuti solo per consentire alle macchine di passare nuovamente da un lato all’altro della piazza», dice Ludovico Balsamo, presidente della commissione Commercio del Comune di Catania. «Il Comune aveva promosso la ztl proprio per contrastare il posteggio selvaggio ed è singolare che – conclude – pur riaperta parzialmente la zona, non abbia preso le adeguate misure in tal senso». Attorno a piazza Federico di Svevia sono numerosi i ristoranti e i locali che animano la movida notturna. «Le auto sono parcheggiate ovunque, persino in tripla fila – commenta una residente – Non c’è spazio nemmeno per portare a passeggio il cane». A gestire la sosta sono spesso degli abusivi. Neanche i controlli delle forze dell’ordine riescono, se non temporaneamente, a migliorare la situazione. «La notte scorsa c’erano tre pattuglie dei carabinieri ma appena andate via tutto è tornato al solito caos».
La zona a traffico limitato di fronte al Castello era stata istituita su proposta di alcune associazioni di cittadini. Ma l’esperimento di chiusura totale, avviato a ottobre, è durato un mese. Gli effetti della riapertura parziale «con i parcheggiatori che si sono riappropriati del territorio, sono la sconfitta per chi ha proposto la ztl e per l’amministrazione comunale – commenta Ruffino – che ci fa una magra figura dimostrando di non essere in grado di tutelare uno dei beni catanesi più importanti». Per il consigliere della municipalità, che ha seguito e promosso l’istituzione della ztl, il Castello Ursino «è abbandonato a se stesso e la zona è destinata a restare nell’anarchia». Ruffino chiede controlli costanti in attesa di soluzioni definitive, che potrebbero essere proprio quelle già nell’agenda dell’assessore D’Agata: «Disporre dei vasi parallelamente ai margini della strada, così da creare una corsia obbligata».
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