Ztl, al via la raccolta firme per il referendum Studenti, albergatori, disabili sul piede di guerra

L’obiettivo è che il provvedimento dell’amministrazione comunale ritorni in consiglio e che venga modificato. Non sono contro l’istituzione delle Ztl ma contro dei criteri che non hanno tenuto conto delle necessità dei cittadini ma «solo delle casse del comune da rimpinguare». «Il comitato contro le Ztl va crescendo – dice Antonio Purpari uno dei promotori del comitato NoZtl e dell’assemblea cittadina organizzata oggi a palazzo delle Aquile – perché vanno unendosi ogni giorno persone nuove e anche una parte della politica di centrodestra ha deciso di supportare questa battaglia per i diritti. Ridiamo voce al popolo su provvedimenti come le Ztl che sono una tassa soprattutto per chi vive qui o lavora nelle zone interessate da provvedimento». 

Zone assai ampie ed è questo il problema più grande perché secondo i membri del comitato la zona chiusa è enorme, dalla stazione fino alla via Notarbartolo, e precludere una porzione così ampia della città e non è pensabile. Diversamente dal resto di Italia dove esistono le zone a traffico limitato, ma decisamente più piccole. Per non parlare poi di tutte quelle categorie dimenticate, i medici di medicina generale, i pediatri, che sono obbligati per convenzione a fare le visite domiciliari che hanno questa ulteriore tassa. Lo stesso vale per i disabili costretti a pagare.  «Noi – conclude – non siamo contro le Ztl, ma contro questo tipo di Ztl che danneggiano i cittadini e la città. Noi vogliamo andare ad un referendum e per questo partiranno le raccolte di firme per poterlo indire».

E a essere arrabbiati sono anche gli albergatori: «La maggior parte delle strutture alberghiere ricade nel centro storico – dice Francesca Colletti direttore dell’Hotel Alessandra – e non siamo stati contattati da nessuno in previsione di queste Ztl. Abbiamo anche saputo che è stato tolto l’806, il bus che portava dal centro direttamente a Mondello e i nostri clienti adesso devono prendere il 101, arrivare a piazza De Gasperi e fare un cambio per arrivare nella borgata. Per non parlare dei tassisti. Siamo parte lesa anche noi». Sulla stessa linea Nicolò Di Maria capo ricevimento dell’hotel del Centro che dice «Abbiamo fatto diverse richieste a Federalberghi e Palermo Hotels, le nostre associazioni di categoria, ma ancora non abbiamo avuto risposte».

Ma anche i tagli delle linee autobus sono parte integrante di quest’azione che si sta portando avanti, perché rientrano sempre nel piano dell’Amat che ha istituito la tassa per le ztl per finanziare il tram, e com’è noto, la soppressione di molte linee dell’autobus a partire dal primo gennaio, sono conseguenza dell’avvio del servizio Tram. «Siamo costretti a forti disagi – dice Manfredi Pipi (nel video il suo intervento), 22 anni, del Comitato Assalto Studentesco  -. I ragazzi che si svegliano anche alle se del mattino non riescono ad arrivare puntuali a scuola e devono chiedere aiuto ai genitori che non sempre possono accompagnarli. Viviamo già disagi per le nostre strutture scolastiche e ci aggiungiamo anche questo».

Al tavolo oggi c’erano anche le forze politiche del centro destra: «Siamo con loro – dice Antonino Triolo di Fratelli D’Italia-An – la delibera ha dei profili di illegittimità e in tanti si stanno muovendo per un eventuale ricorso, anche il Popolo de consumatori, associazione nazionale che aiuterà anche mettendo un legale a disposizione. La gente è arrabbiata – continua -. I disabili non esistono nella delibera e che paghino come gli altri è inconcepibile. Ovunque i disabili entrano senza pagare e lo stesso vale per i residenti. L’obiettivo di queste Ztl è fare cassa, per pagare un contratto di servizio che  nessuno si era posto il problema che ci sarebbe stato».

«Una licenza di inquinare a pagamento – conclude il presidente di CambiAmo la Sicilia e portavoce del Comitato #NOZTL Sabrina Figuccia. E’ il bel pacco regalo che ci ha fatto l’amministrazione per natale. Una bella tassa. Chiediamo di modificare questo provvedimento, ingiusto e penalizzante». Per Figuccia l’unica strada percorribile è quindi l’abolizione della tariffa per una serie di categorie fra le quali quelle citate in precedenza e, certamente, per i residenti e conclude – una ridefinizione delle fasce orarie come in altre città italiane ed europee. Per questo abbiamo lanciato una proposta di referendum comunale ai sensi di quanto previsto dallo Statuto».

Marta Genova

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