Asfalto e marciapiedi nuovi per strade senza nome, ma importanti per l’economia di tutto l’hinterland. È partendo da qui, d’altronde, che nella seconda metà del Novecento iniziarono a definirsi i primi tratti di Catania come la Milano del Sud. Immagine che da tempo, fra logiche economiche globali e disavventure politiche strettamente locali, torna buona per stimolare la nostalgia, ma che è ben lontana dalla realtà. Comunque la si veda, la notizia senz’altro positiva riguarda i lavori che prossimamente partiranno nelle contrade Giancata, Passo Martino e Torrazze, zone ricadenti nell’area delimitata a nord dal quartiere Fontanarossa, a est dalla statale 114, a sud dalla tangenziale e a ovest dai binari della Catania-Siracusa. A occuparsi della riqualificazione sarà quasi certamente l’impresa Ingegneria Costruzioni Colombrita.
Per quanto infatti l’iter, prima di potersi dire concluso, dovrà superare le verifiche amministrative, le possibilità che la graduatoria venga modificata sono risibili. L’esame delle offerte si è concluso mercoledì e ha visto la commissione stilare la graduatoria finale degli undici partecipanti. Ingegneria Costruzioni, che nei mesi scorsi si è aggiudicata anche la costruzione dei nuovi uffici giudiziari in viale Africa, si è piazzata in vetta con un punteggio totale di 74,12, frutto del secondo migliore punteggio tecnico e di un ribasso del 23,39 per cento. La gara d’appalto ha un valore di circa dieci milioni di euro che, considerata l’offerta economica, dovrebbe portare a siglare il futuro contratto per un prezzo di poco superiore agli 8,6 milioni.
Con questa cifra, l’azienda sarà chiamata a intervenire in una zona della città che già a partire dalla toponomastica – la mancata assegnazione di nomi a molte strade ha fatto sì che nei documenti di gara le stesse siano state indicate con le coordinate gps – negli anni è spesso scivolata in secondo piano. Per la posizione periferica ma anche per il fatto che si tratta perlopiù di strade percorse dai lavoratori delle aziende presenti o da camion e autotreni che servono le stesse. Ciò non toglie – e sono migliaia le persone che ogni giorno ne hanno prova – che la manutenzione straordinaria fosse necessaria. «L’obiettivo – si legge in una relazione allegata al progetto – è quello di migliorare la viabilità e accrescere la sicurezza della circolazione veicolare e pedonale lungo alcuni tratti stradali delle tre contrade. I percorsi interessati sono prevalentemente utilizzati da mezzi pesanti a pieno carico
che ne mettono a dura prova sia la durata quanto la sicurezza». Sono previste attività di scarificazione, realizzazione di geogriglie per il rinforzo dell’asfalto e la stesura del tappetino bituminoso. Il capitolato d’appalto comprende anche la realizzazione della segnaletica orizzontale, il ripristino dei guard-rail e poi ancora la rimozione di ceppaie e la posa di tubi per la posa dei sottoservizi.
L’aspetto relativo alle sollecitazioni causate dal passaggio dei tir è finito al vaglio degli uffici comunali. Tra i motivi che stanno all’origine delle numerose deformazioni presenti nel manto stradale della zona industriale ci sarebbe anche il modo in cui in passato sono stati effettuati i lavori. «Nel corso dei sopralluoghi per acquisire i dati necessari alla redazione del progetto – è riportato nella relazione illustrativa – si è appurato che in alcune delle strade il pacchetto di conglomerato bituminoso era stato poggiato sul terreno preesistente senza la preventiva realizzazione di un cassonetto in materiale inerte. Detta mancanza – viene sottolineato – ha provocato la deformazione, generata dal cedimento del terreno sottostante in ragione dell’elevata pressione specifica generata dal passaggio di mezzi pesanti». Se tutto andrà come previsto, i nuovi lavori contribuiranno a ridurre la pressione sul terreno al di sotto della piattaforma stradale «di oltre il 65 per cento».
Altra innovazione tecnologica introdotta nel capitolato è quella riguardante l’inserimento di reti di rinforzo in fibra di vetro – materiale ecologico perché ricavato dalla silice – tra gli strati di conglomerati bituminosi. «Contribuisce a prevenire i danni causati dall’insorgere di fessure da ritiro (ritiri termici) e di fessure da fatica (accumulo di sollecitazioni), oltre a minimizzare i possibili cedimenti. La sua applicazione – promettono gli uffici comunali – risulta efficace inoltre ai fini di ripartire gli sforzi e arrestare la risalita delle possibili lesioni degli strati inferiori e prevenire la riproduzione in superficie delle fessure riflesse».
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