Oltre una ventina di clienti al giorno per circa 600 cessioni al mese. Al di là dei numeri, che fotografano l’attività della centrale di spaccio in uno dei padiglioni di via Rocky Marciano nel quartiere Zen 2, ciò che fa paura è il ritorno dell’eroina tra le strade di Palermo. Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione San Filippo Neri, hanno messo in evidenza il fiorente traffico condotto alla luce del sole, e portato all’arresto di cinque persone, mentre per altri tre è scattato l’obbligo di dimora. Da qui il nome dell’indagine Ero market, avviata nel maggio 2017: una dose costava poco, 0,15 grammi per 10-15 grammi, ma dagli effetti letali. Fondamentale l’ausilio di una telecamera nascosta dai militari proprio davanti al padiglione dove si svolgeva la vendita, che ha consentito così di ricostruire dettagliatamente l’attività illecita realizzata dagli indagati, delineando ruoli e funzioni dei componenti.
Un traffico che avveniva in pieno giorno, anche davanti a bambini che uscivano da scuola o giocavano a pallone, che non si fermava mai e, soprattutto nel fine settimana, diventava più intensa. Le persone coinvolte nelle indagini abitavano tutte nel padiglione, alcune legate tra loro da rapporti di parentela, mentre i clienti provenivano da fuori, anche da piccoli centri della provincia. E i consumatori abituali, uomini sopra i 30 anni, non esitavano a presentarsi con i propri figli – in un caso persino con quattro bambini -, come documentato dai carabinieri. Tra i componenti della gang, infatti, c’era chi faceva sia da vedetta, assicurando al pusher la necessaria copertura, e chi ricopriva il ruolo di procacciatore, fornendo all’acquirente indicazioni ben precise dello spacciatore a cui rivolgersi per comprare la dose, come si ipotizza nel caso di Andrea Piazza, Francesco Piazza e Roberto Volpicelli, destinatari della misura del divieto di dimora nel comune di Palermo.
Secondo gli investigatori, invece, sarebbero stati autorizzati a maneggiare i soldi e la sostanza stupefacente, effettuando materialmente le cessioni ed occupandosi della compravendita con l’acquirente, Gabriele Piazza, Salvatore Vitale, Antonino Amico, Francesco Paolo Cinà e Serafino Unniemi. Altri quattro soggetti sono indagati per lo stesso reato. Per tutti i 12 soggetti viene contestato il reato di detenzione e spaccio di stupefacenti del tipo eroina. Decine le dosi sequestrate e una ventina i clienti segnalati, ma potrebbero essere anche di più. «A Palermo è da tempo che non si sentiva parlare di eroina – ha detto il capitano della stazione San Filippo Neri Andrea Senes – Per la prima volta è stata sgominata una piazza di spaccio di eroina in città. I soggetti localizzati all’interno del padiglione Rocky Marciano vendevano eroina con i bambini. Accompagnati dai pusher, vari clienti, si recavano a comprare questa droga anche con i figli. E poi, spesso, si iniettavano la sostanza e si mettevano alla guida». Difficile ricostruire con certezza la provenienza della droga anche se, come ha ricordato Senes, l’anno scorso «c’è stato un sequestro di due chili della stessa sostanza a due corrieri calabresi arrestati a Borgo Nuovo, tra i primi sequestri negli ultimi anni».
Marginale il ruolo dei residenti che, tuttavia, come ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Antonio Di Stasio, seppur stanchi di quella realtà, ne erano ormai «assuefatti». «L’ennesima attività di contrasto mira soprattutto a tutelare bambini innocenti che, loro malgrado, diventano inconsapevoli spettatori di un mercato di spaccio di sostanze stupefacenti, di cui sono talvolta acquirenti o pusher anche gli stessi genitori – afferma il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Antonio Di Stasio – A questa realtà, la stazione carabinieri San Filippo Neri risponde, proprio in quel territorio e a favore dei bambini, anche attraverso diverse iniziative sociali avviate sulla scia del progetto Cultura della legalità promosso dal Comando generale dell’Arma dei carabinieri con l’obiettivo di alimentare la fiducia nelle istituzioni».
Tra questi progetti, ha ricordato ancora Di Stasio, quella realizzata con la fondazione Albero della vita onlus dove i bambini tra i 6 e i 10 anni sono affiancati, nelle attività di dopo scuola, da tutor carabinieri, per ridurre ed eliminare le difficoltà scolastiche e per condividere con loro anche attività ludiche, quali la preparazione della merenda o di un pranzo consumato tutti insieme. «Credo che anche grazie a un lavoro sul territorio si possa trovare una soluzione efficace – ha concluso – l’obiettivo è di lavorare tutti insieme, senza lasciare tutto nelle mani delle forze dell’ordine».
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