Wind-Tre, rischio esternalizzazione per 70 dipendenti «Si vuole fare cassa, precarizzando il nostro lavoro»

«Le esternalizzazioni e i trasferimenti collettivi sono strumenti obsoleti per affrontare il mondo delle telecomunicazioni, in un mercato che oggi è abbandonato a se stesso. Si assiste invece a una guerra al ribasso nelle tariffe e nei posti di lavoro». Renato Di Fede, sindacalista per la Slc Cgil, sa bene che la nuova protesta dei lavoratori Wind-Tre è solo l’ennesimo tassello di una vicenda ben più ampia che riguarda più in generale il mondo delle telecomunicazioni a Palermo. Questa mattina, davanti il teatro Massimo, una cinquantina di persone ha manifestato i propri timori per le politiche aziendali che il colosso telefonico nato dalla fusione, due anni fa, di Wind telecomunicazioni spa e H3G spa intende portare avanti anche nel capoluogo siciliano. All’insegna, come già avvenuto a luglio 2017 con un altro bacino di lavoratori della stessa azienda, di un’esternalizzazione (in quel caso presso Comdata) che si è risolta in una ulteriore precarizzazione, una riduzione dei salari e ritmi lavorativi sempre più stressanti all’insegna di continue performance da raggiungere.

«Chiediamo, attraverso la prefettura di Palermo – continua Di Fede – che il governo provveda a una vera politica industriale nel settore delle telecomunicazioni. In città le mosse della Wind-Tre prevedono un potenziale impatto per una settantina di lavoratori, che riguardano i data center, che uscirebbero fuori dall’azienda per essere venduti a un player che però ancora non ci è stato comunicato. La storia ci insegna che uscire fuori dal perimetro delle telecomunicazioni significa di fatto precarizzare ancora di più il lavoro. Contrastiamo fortemente queste politiche e chiediamo un tavolo istituzionale per un settore che oggi comunque fa ancora importanti ricavi. A Palermo, poi, il mondo degli operatori telefonici rimane una delle più grandi aziende della città, una bella realtà che vogliamo rimanga tale».

Nel mercato delle telecomunicazioni l’arrivo di Iliad (la compagnia telefonica francese low-cost che sta prendendo sempre più piede anche in Italia proprio grazie ai bassi costi, ndr) ha significato un’ulteriore riduzione delle tariffe. E d’altra parte Wind-Tre ha manifestato la volontà di proseguire gli investimenti sul 5G per i prossimi cinque anni. Ma è pur vero, come osserva Claudia Catanese della Fistel Cisl, che «l’intento resta quello di far cassa». Il timore, insomma, è che si sia solo all’inizio di una serie di azioni che potrebbero avere conseguenze nefaste per i lavoratori. «Questa è una vertenza che riguarda tutti i siti di Wind-Tre – afferma la sindacalista – L’azienda ci ha comunicato che ha intenzione di effettuare dei trasferimenti del gruppo Finance da Roma a Milano, parliamo di circa 170 persone, quasi tutte donne e quasi tutte mamme. Dopodiché i dirigenti dell’azienda hanno manifestato l’intenzione di vendere i quattro data-center, di cui uno è proprio a Palermo, che comporterebbe l’esternalizzazione del personale che ci lavora. E in questo caso parliamo di circa 140 lavoratori coinvolti. E inoltre si parla di altri trasferimenti di un centinaio di persone presso una new.co». 

Ecco perché, dunque, la protesta nazionale dei lavoratori Wind-Tre si è estesa anche nel capoluogo siciliano. «L’azienda sta facendo delle scelte che non ci piacciono – dice un gruppo di lavoratori e lavoratrici – In ottica di job rotation ci viene prospettata anche la possibilità di lavorare da casa, con tutto quello che ne consegue. Il timore è che proposte del genere arrivino anche a Palermo, aggiungendo paradossi su paradossi. Noi eravamo infatti degli operatori di call center e circa due anni fa c’è stato un investimento di risorse su di noi, utilizzando tra l’altro i contratti di solidarietà, che ci ha visto partecipare a corsi di formazione con enti importanti come Ibm e Ericsson. Oggi non capiamo invece quale sia la scelta che l’azienda vuole intraprendere con noi che siamo il team di information e technology di Wind-Tre, e ci auguriamo che questo investimento continui, visto che abbiamo anche ottenuto risultati importanti». 

Andrea Turco

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