La guardia di finanza ha bussato questa mattina alla porta degli uffici delle compagnie aeree Wind Jet e Alitalia alla ricerca di documenti. La perquisizione, che segue il sequestro del 29 agosto di fascicoli della low cost etnea, è solo l’ultimo atto delle indagini sulla controversa trattativa di acquisizione di Wind Jet da parte della compagnia di bandiera. Operazione conclusa con esito negativo e che ha tenuto per mesi con il fiato sospeso e soprattutto a terra lavoratori e passeggeri.
Una trattativa che dalla scorsa estate si trova anche sulla scrivania dei magistrati della procura di Catania: dopo la denuncia di Windjet nei confronti di Alitalia per come sono state condotte le trattative di acquisto della low cost etnea e per la possibile presenza di reati nella gestione della documentazione contabile della compagnia del patron del Catania Calcio Antonino Pulvirenti. Prima dell’estate, i rapporti tra le due aziende sembravano sereni: Alitalia avrebbe acquistato Wind Jet con la sola preoccupazione di un nuovo monopolio per la compagnia di bandiera sulle tratte da e per la Sicilia.
Dopo le condizioni imposte dallAntitrust per la cessione, però, l’acquirente si era tirato indietro con la sorpresa di tutti. Per poi rientrare in trattativa chiedendo al presidente Pulvirenti delle garanzie: prima immobiliari, poi sul valore degli aeromobili, e infine la trasformazione delle garanzie immobiliari in garanzie bancarie entro tre mesi dallaccordo. «Clausole vessatorie», aveva risposto Pulvirenti. E l’accordo era saltato. «Le indagini sono in fase di accertamenti preliminari scrive adesso il procuratore capo di Catania Giovanni Salvi nella nota – finalizzati alla individuazione di responsabilità personali».
Ma il reggente dell’ufficio etneo smentisce le notizie riportate dal quotidiano Sud Press secondo cui Andrea Ragnetti, amministratore delegato di Alitalia, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per estorsione nei confronti della compagnia siciliana. «Per i fatti denunciati in danno di Windjet precisa Salvi – non sono state effettuate, allo stato, iscrizioni sul registro degli indagati nei confronti di noti». L’attività di indagine della procura continua comunque su diversi fronti. Anche, non esclude il procuratore, «di carattere civilistico».
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