I termini per partecipare al concorso di idee sul futuro del waterfront catanese verranno riaperti, e il bando verrà sensibilmente modificato, per addolcire i requisiti di ingresso, che quasi un anno fa gli ordini professionali avevano definito troppo stringenti. Lo ha comunicato questa mattina l’amministrazione comunale. Il bando verrà ripubblicato nei primi giorni di gennaio. Dacché sarà «fuori», poi, architetti e ingegneri catanesi avranno 60 giorni per recapitare a Palazzo degli elefanti le idee progettuali per l’atteso rilancio del fronte del porto, ovvero l’area costiera che va da piazza Europa al quartiere Angeli custodi, passando per piazza dei Martiri. Il nuovo bando dovrebbe allentare il filtro che, nella prima versione, era rappresentato dalla prima fase, ovvero quella in cui sarebbero stati giudicati una scarna relazione sull’intervento immaginato e soprattutto i requisiti degli studi professionali partecipanti. Che avevano fatto saltare dalla sedia gli ordini etnei.
Proprio su cui paletti, lo scorso inverno, si era arenato il dialogo con l’amministrazione Bianco. La cosiddetta prima fase sarebbe stata superata soltanto da coloro che, in passato, hanno allestito almeno tre progettazioni simili in città da oltre 100mila abitanti, una delle quali riguardanti proprio il waterfront. Il testo originale del bando, inoltre, esigeva che il candidato (professionista o studio associato che sia) possedesse una dotazione strumentale particolarmente vasta, tra cui software di settore, materiali plastici e un drone. I dettagli della nuova stesura emergeranno al momento della pubblicazione. Ma un caposaldo lo rivela a MeridioNews il presidente dell’ordine degli architetti Alessandro Amaro: la contestata prima fase verrà eliminata.
«La preselezione con i curriculum – spiega il professionista – in un concorso di idee non è prevista dalla norma. La precedente amministrazione, su questo punto, era stata un muro di gomma. Questa, invece, ha accolto tutte le richieste e le osservazioni illustrate quando avevamo richiesto il ritiro del bando, togliendo quella selezione. Si partirà direttamente dalla seconda fase». Un meccanismo che dovrebbe liberare spazio anche per i tecnici più giovani. Stralciata la scrematura per titoli, il Comune dovrà dunque giudicare unicamente il progetto. Alla fine ne verranno selezionati tre, da una commissione: il primo riceverà un premio da 100mila euro, il secondo uno da 20mila, il terzo 10mila euro. I titoli e le relazioni di base che erano già stati consegnati all’ufficio Urbanistica verranno restituiti ai legittimi proprietari, che potranno comunque concorrere di nuovo.
A quel punto il concorso di idee sarà concluso e chi governa la città dovrà utilizzare concretamente i progetti vincitori. In questo senso oggi, in una nota, il sindaco Salvo Pogliese ha lasciato intendere la sua impostazione, ovvero rilanciare Catania in quanto città di mare, immaginando una stazione marittima intermodale, in cui coesistano «le infrastrutture ferroviarie, metropolitane e della mobilità, come mostrano importanti esempi di altre città». Un’istantanea del porto da inserire nel nuovo Prg, che rimane un pallino del primo cittadino.
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