Il centro di raccolta dei rifiuti di Vulcano è «privo di tutti i requisiti previsti dalla normativa». È l’accusa rivolta dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto al sindaco di Lipari Marco Giorgianni, indagato per i reati di stoccaggio di rifiuti, anche non pericolosi, in mancanza di legittima autorizzazione e gestione di una discarica non autorizzata. La notizia fa riferimento a un provvedimento del 2 luglio scorso, con il quale il giudice per le indagini preliminari, Fabio Gugliotta, ha disposto il sequestro preventivo dell’area di via Porto Ponente.
La richiesta dei magistrati arriva in seguito a una serie di sopralluoghi effettuati dai carabinieri del Noe di Catania tra la scorsa estate e aprile di quest’anno. Dai controlli dei militari sarebbe emersa «una consolidata situazione di irregolarità». Nello specifico è stato scoperto che nel sito non avveniva solo lo stoccaggio ma anche la riduzione dei rifiuti mediante pressatura in modo indifferenziato e su un terreno privo di qualsiasi forma di impermeabilizzazione. A ciò si sarebbe aggiunta la mancanza di un presidio di vigilanza, la mancanza di indicazioni per il conferimento e l’assenza di un sistema di canalizzazione delle acque. Fatto, quest’ultimo, che per gli inquirenti esporrebbe l’area alla tracimazione del percolato e la conseguente contaminazione del terreno. Stando alla ricostruzione del Noe, tale situazione avrebbe radici lontane nel tempo: almeno dal 2012, infatti, la gestione dei rifiuti avverrebbe «con evidente inosservanza dei criteri normativamente previsti». Al punto che il centro di raccolta sarebbe equiparabile a una vera e propria discarica non autorizzata.
«Sono coinvolto in quanto il sito in questione è affidato alla ditta esecutrice del servizio con mia ordinanza, come per tutte le altre aree», commenta a MeridioNews il sindaco Giorgianni. Il provvedimento del tribunale prevede la prosecuzione dell’utilizzo del centro a patto che vengano effettuati gli interventi di adeguamento necessari – tra i quali la realizzazione di una pavimentazione a norma, la creazione di barriere con siepi o alberi e di un impianto di illuminazione – e poi ancora monitorare il deposito dei rifiuti elettronici nonché la pianificazione della disinfestazione. Nell’attesa che tutto ciò venga fatto l’area sequestrata è stata affidata allo stesso primo cittadino, che di fatto al momento si trova nelle vesti sia di indagato che di custode giudiziario. «Stiamo chiedendone l’uso per effettuare gli interventi e continuare il servizio, evitando problemi. Nel frattempo già oggi abbiamo evitato ogni disservizio con il trasferimento della spazzatura a Lipari», conclude Giorgianni.
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