Tra gli arrestati c’è anche l’ex parlamentare regionale ed ex sindaco di Monreale di An Salvatore Caputo detto Salvino. Avvocato penalista e commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento Noi con Salvini, durante le elezioni amministrative della scorsa primavera, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di voto di scambio insieme al fratello Mario, anche lui avvocato, e candidato alle ultime elezioni all’Ars sempre con la Lega. L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata emessa dal gip di Termini Imerese su richiesta della Procura.
La misura cautelare è stata applicata agli indagati per il reato di attentato contro i diritti politici del cittadino per avere, secondo quanto emerso dalle indagini, convinto con l’inganno gli elettori a votare in senso difforme dalla loro volontà. In particolare, con quello che inquirenti hanno descritto come «un articolato disegno criminoso» avrebbero fatto in modo che, a fronte della candidatura all’Ars di Mario Caputo, gli elettori fossero orientati a pensare che il proprio voto servisse a sostenere la candidatura del fratello Salvino, quest’ultimo infatti era incandidabile ai sensi della Legge Severino e secondo quando stabilito dal codice di autoregolamentazione dei partiti, deliberato dalla Commissione Parlamentare Antimafia.
Per questo avrebbero quindi attivato, durante la campagna elettorale, una serie di meccanismi volti a trarre in inganno l’elettorato. In particolare, sia i manifesti elettorali che i volantini distribuiti recitavano solo il cognome del candidato Caputo (omettendo qualsiasi effige fotografica) e, nella lista, Caputo Mario aveva fatto aggiungere al proprio nome il falso appellativo “detto Salvino”, con il quale era invece conosciuto l’incandidabile fratello Salvatore. Inoltre, in numerosi comuni della provincia di Palermo Salvatore Caputo si presentava al corpo elettorale come se fosse lui (e non il, meno conosciuto, fratello Mario) il reale candidato. Significa che lo scorso 5 novembre gli elettori si sarebbero recati alle urne convinti di avere espresso la propria preferenza proprio per Salvatore Caputo.
I militari hanno arrestato anche Benito Vercio, 62 anni, indicato dagli investigatori come un «procacciatore di voti nel termitano». Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica avrebbe accertato dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità posti in essere da due degli arrestati insieme ad altri indagati. I dettagli dell’operazione saranno resi noti, alle ore 10.30, nella Procura di Termini Imerese, nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Procuratore della Repubblica di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, dal sostituto procuratore Annadomenica Gallucci e dal comandante provinciale dei carabinieri del capoluogo Antonio Di Stasio.
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