Vittoria, traffico di droga tra Olanda e Italia  La cocaina viaggiava nascosta tra i fiori

Da un lato c’è una delle famiglie di ‘ndrangheta più potenti nel mercato della cocaina, quella dei Commisso di Siderno, dall’altro Giovanni Cilia e i suoi due figli Rosario ed Emanuele, tutti originari di Vittoria, in provincia di Ragusa, dietro l’indagine della direzione distrettuale antimafia di Roma che ha fatto luce su un traffico internazionale di stupefacenti tra Italia e Olanda. Lucrosi affari da milioni di euro camuffati con i nomi di alcune società che si occupano del commercio di fiori all’ingrosso. L’acquisto della cocaina avveniva grazie al trasferimento di somme di denaro in contante verso i Paesi Bassi. Una volta che lo stupefacente veniva comprato, iniziava il viaggio verso l’Italia all’interno dei camion, stipato tra gigli e tulipani

Il reticolo delle società ha portato gli inquirenti fino alla Max Flora Srl, con sede a Vittoria nei pressi del mercato ortofrutticolo. Amministratore unico e socio di maggioranza risulta essere Rosario Cilia. Imprenditore formalmente incensurato, cosi come il fratello Emanuele, dietro il quale però si celerebbe l’ombra del padre Giovanni (foto). Quest’ultimo, secondo i carabinieri del nucleo investigativo di Ragusa e Latina, avrebbe utilizzato i figli come teste di legno. Una copertura appositamente creata per gestire dietro le quinte il traffico di droga destinata però, secondo fonti investigative, alle piazze di spaccio della Capitale. Giovanni Cilia è infatti una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine della Sicilia orientale. Affiliato alla famiglia Dominante-Carbonaro, è stato arrestato e successivamente condannato per mafia dopo l’operazione Piazza pulita. Soprannominato il presidente, per il suo spessore criminale, il nome di Giovanni Cilia è finito nei verbali di numerosi collaboratori di giustizia tra cui quelli del capofamiglia Bruno Carbonaro.  

Gli affari della famiglia Cilia, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero trovato una complicità privilegiata con la ‘ndrina dei Crupi, inserita a pieno titolo nella cosca dei Commisso. Tra le società che si occupano della vendita di fiori, finite sotto la lente d’ingrandimento, c’è la Krupi srl. L’azienda, con sede legale a Roma e base operativa a Latina, negli ultimi anni ha raggiunto una posizione di assoluto rilievo nell’importazione florovivaistica dall’Olanda. A dimostrazione dei rapporti commerciali tra la Max Flora e i Crupi, dietro i quali si nascondeva il business della droga, ci sarebbe una grossa mole di documenti e fatture sequestrati dagli investigatori. Una parte è stata ritrovata all’interno del cassettone di un divano durante una perquisizione in cui sono stati portati via anche diversi computer e la somma in contanti di 15mila euro. Soldi che presumibilmente dovevano essere inviati a Latina dai Crupi per un nuovo carico di cocaina importato dall’Olanda via Sud America 

A riemergere in questa indagine è anche il nome di Michele Brandimarte. Il boss calabrese dell’omonima famiglia legata alla ‘ndrina dei Piromalli-Molè ucciso a Vittoria il 14 dicembre 2014. L’uomo venne freddato nella centrale via Roma dai colpi di due killer. Uno dei presunti assassini, Domenico Italiano, si costituì al commissariato di Gioia Tauro la notte stessa del delitto spiegando che dietro il suo gesto ci sarebbe stato un litigio poi degenerato. Secondo la relazione della Direzione investigativa antimafia del secondo semestre del 2014 «il traffico di stupefacenti avrebbe determinato contatti tra i clan di Vittoria e il gruppo ‘ndranghetista dei Piromalli-Molè».

Nell’ambito dell’indagine è stata accertata anche la ricettazione di 250mila tonnellate di cioccolata che veniva rivenduta sul territorio nazionale. Il giro d’affari è stato stimato superiore a sette milioni di euro.

Dario De Luca

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