Sono arrivati quando i cancelli erano ancora chiusi e, in segno di protesta, hanno scaricato un ingente quantitativo di pomodori per terra. Il prezzo da settimane non ne vuole sapere di salire – va dai 15 ai 30 centesimi circa – e i produttori non riescono a recuperare neanche le spese sostenute per avviare l’annata agraria e fronteggiarne le avversità, dalle gelate alla virosi passando per la siccità.
Forconi e Movimento degli agricoltori dicono basta da molto tempo, e denunciano incessantemente la speculazione che porta un prodotto venduto a 20 centesimi al mercato, a tre euro e 50 centesimi sugli scaffali della grande distribuzione poche ore dopo, spingendosi fino a tre euro e ottanta al chilo. Questo, infatti, è il raffronto che Mariano Ferro, leader dei Forconi, ha voluto portare come esempio facendo riferimento a un noto supermercato che si trova a due passi dal mercato di contrada Fanello.
La misura è colma da anni, per la crisi agricola non si intravede la fine del tunnel e le conseguenze sono drammatiche e sotto gli occhi di tutti con le passerelle elettorali che stanno esasperando gli animi. Così alle 4,20 di questa mattina, ecco il blitz. Dopo pochi minuti sono arrivati gli operatori ecologici per ripulire e le forze dell’ordine che hanno elevato le loro sanzioni amministrative. «Si arrestano gli agricoltori con l’ultima grossolana legge sul caporalato – si legge in nota dei Forconi – ma esiste anche un altro genere di sfruttamento, quello della piccola imprenditoria. Qui, però, le risposte non arrivano, da nessuno».
Dai Forconi e dal Movimento degli agricoltori – che sono rimasti in presidio davanti al mercato fino alla tarda mattinata – parte anche un attacco frontale al Partito democratico, che tocca anche altri temi. «Nel weekend – afferma Ferro – abbiamo avuto la visita del sottosegretario Faraone, che, oltre a incontrare alcuni imprenditori e realtà sociali, ha incontrato una signora di Comiso la cui casa è finita all’asta e per la quale ci siamo spesi. Ma qual è il vero volto del Pd? Quello solidale di Faraone o quello di un partito che, in cinque anni al governo a Roma e a Palermo, avrebbe potuto risolvere il problema delle aste giudiziarie e invece non ha mosso un dito?»
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