Quarantacinque milioni di euro. Ammonta a tanto il patrimonio sequestrato a Titta u ballerinu, all’anagrafe Giombattista Puccio. Cinquantotto anni, l’uomo deve il soprannome alla propria carriera criminale, che lo ha visto nel corso degli anni inserito sia alla Stidda che a Cosa nostra. I sigilli sono stati posti ad attività commerciali, immobili, automobili e conti correnti.
L’ultima inchiesta in cui Puccio è stato coinvolto è quella dello scorso dicembre denominata Ghost Trash, con cui è stata fatta luce sulle ingerenze della criminalità nel settore della realizzazione degli imballaggi da destinare alle produzioni ortofrutticole di Vittoria. Agli otto indagati sono contestati i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di imprese e traffico illecito di rifiuti. Al vertice del business ci sarebbe stato proprio Titta u ballerinu, attualmente in carcere a Siracusa. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Puccio avrebbe sfruttato la propria appartenenza alla criminalità organizzata per fare terra bruciata attorno a sé e diventare leader del settore. A confermare tale versione sono stati anche diversi collaboratori di giustizia, che hanno parlato delle ingerenze del clan Dominante-Carbonaro. Puccio in persona avrebbe usufruito di prestanome per mascherare le proprie imprese.
Il provvedimento di sequestro riguarda le società M.P. Trade srl, Società cooperativa Giza A.R.L. (già M.P. Trade), International Packing srl, G.Z.G. srl, GR Trade srl, Società cooperativa Agro Bio Service A.R.L., Alba Società Cooperativa Agricola a.r.l.; le società individuali Puccio Giombattista, Puccio Luigi; l’impresa agricola Salvatore Asta, la Soc. Coop. Decaplast e la Ecoline srl.
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