Vittoria, c’è un sospettato per l’omicidio Saillant Interrogato un 59enne, si segue pista passionale

Continuano le indagini intorno alla 
morte di Giorgio Saillant, il vigile del fuoco ucciso ieri sera a pochi metri dalla propria abitazione a Vittoria. Gli investigatori stanno stringendo il cerchio attorno a un uomo di 59 anni. La pista più accreditata sembrerebbe quella passionale. Erano circa le 21 quando Saillant, dopo aver parcheggiato l’auto, è stato raggiunto dal proprio assassino mentre ancora si trovava a bordo del mezzo. Dubbi sul numero dei proiettili esplosi e sull’arma per il delitto: infatti, nonostante con il passare delle ore si affermi l’ipotesi secondo cui il killer avrebbe sparato un solo colpo di fucile, che ha raggiunto in volto la vittima, sono diversi quelli che già ieri parlavano di aver sentito più colpi di pistola.

Il 59enne, principale sospettato, sarebbe in possesso di un fucile regolarmente detenuto è in queste ore è stato interrogato in commissariato, anche in presenza del suo avvocato, e davanti alla sostituta procuratrice Monica Monego. Se negli ambienti investigativi si opera con il massimo riserbo, anche tra i vicini di casa di Saillant sono in pochi quelli disposti a parlare. E chi lo fa sottolinea di non saperne nulla: «Sono ritornata dopo l’accaduto, ero a casa di parenti» racconta una donna. Chi, invece, si trovava dalle parti di via De Ruggiero all’ora del delitto si limita a dire di aver sentito «diversi colpi» a cui sono seguiti «le urla della moglie». La prima a essere intervenuta dopo l’agguato. La donna ha raccontato agli investigatori di aver sentito, dopo gli spari, un’automobile allontanarsi ad alta velocità.

Il passato apparentemente cristallino della vittima parrebbe allontanare l’ipotesi di un’esecuzione di stampo mafioso. Nato e residente a Vittoria, Saillant era entrato nei vigili del fuoco nel 1983. Per molti anni aveva prestato servizio a Vittoria poi, per un avanzamento di carriera, era stato trasferito a
Ragusa, nella sede centrale dove svolgeva le mansioni di capo turno. Proprio un collega lo ricorda come una persona tranquilla: «Giorgio non frequentava brutta gente», dichiara. «Capace e stimato nell’ambito del suo lavoro e pompiere affidabile», aggiunge il comandante provinciale di Ragusa, Aldo Cornella, che ricostruisce le ultime ore prima del delitto. «Ha terminato il suo turno di lavoro alle ore 20 e ai suoi colleghi era sembrato tranquillo e sereno. Non a caso ha scherzato sulla bontà della cena, nulla che facesse prevedere un tragico epilogo della serata. Inutile dire che l’omicidio ha sorpreso tutti i vigili del fuoco del comando provinciale perché Saillant era uno disponibile e bravo nel suo lavoro».

Andrea Gentile

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