«Ho risposto a tutte le domande, sono sempre più sereno e tranquillo rispetto alla mia posizione. Adesso non permetterò di commissariare la democrazia nella mia città». Giovanni Moscato, neo sindaco di Vittoria, stamattina è stato sentito dalla Procura di Catania, in merito all’indagine per voto di scambio politico mafioso che coinvolge lui e altre sette persone, tra cui il rivale sconfitto al ballottaggio Francesco Aiello e il primo cittadino uscente Giuseppe Nicosia.
Davanti alla sostituta procuratrice Valentina Sincero, Moscato è tornato a parlare di Cesare Campailla, candidato consigliere (poi non eletto) in una delle liste che hanno sostenuto la candidatura del nuovo sindaco. Secondo la Procura, proprio Campailla – cugino di Mario Campailla, attualmente in carcere, ritenuto elemento di spicco dei Dominante-Carbonaro – sarebbe l’anello di congiunzione tra la Stidda e Moscato. Quest’ultimo avrebbe cioè accettato di ricevere «la promessa di procurare voti da parte del clan in cambio dell’erogazione o della promessa di denaro o di altra utilità, quali posti di lavoro».
«Ho ribadito – spiega Moscato a MeridioNews subito dopo l’interrogatorio – che conosco Campailla perché ha un suo movimento civico, lavora da anni in città, è incensurato e in più ha incontrato, su sua richiesta, sia il prefetto che il questore. Non mi risultano sue amicizie particolari, né ho visto cose strane durante la campagna elettorale. Inoltre – aggiunge – prima di essere candidato con me, Campailla aveva appoggiato Aiello e subito dopo Irene Nicosia, che non è indagata».
Il nuovo sindaco si dice «preoccupato non per me, ma per la mia città, visto che è passata l’immagine di un posto dove tutta la politica è mafia. Certamente – spiega – la mafia a Vittoria prova ad attaccare i poteri economici, come in tutte le città del Mezzogiorno. Adesso la magistratura farà il suo corso, ma noi dobbiamo fare chiarezza: alcuni senatori, a poche ore dal voto, dicevano: ” a cosa serve votare in una città che verrà commissariata per mafia?”. Ecco – conclude – io non permetterò di commissariare la democrazia nella mia città». Domani davanti ai pubblici ministeri di Catania dovrebbe comparire anche Aiello.
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