Vittoria, condannato l’ex sindaco Giovanni Moscato Assolto ex assessore Cannizzo, a giudizio i Nicosia

L’ex sindaco di Vittoria Giovanni Moscato è stato condannato a un anno e quattro mesi per corruzione elettorale e all’interdizione per due anni dai pubblici uffici. Assolto perché il fatto non sussiste l’ex assessore Francesco Cannizzo, che ha fatto parte della giunta precedente a quella di Moscato e guidata da Giuseppe Nicosia. Anche lui era accusato di corruzione elettorale. 

Arriva a un primo giro di boa la tribolata vicenda giudiziaria iniziata con il terremoto che ha sconvolto la politica di Vittoria proprio durante l’ultima campagna elettorale, nella primavera del 2017. Moscato e Cannizzo sono gli unici due indagati ad aver scelto il rito abbreviato. Per tutti gli altri – l’ex sindaco Giuseppe Nicosia, il fratello Fabio, gli ex assessori Nadia Fiorellini e Vincenzo Gallo, e poi ancora Giombattista Puccio, Raffaele Di Pietro e Raffaele Giunta accusati di far parte della locale criminalità organizzata – il giudice ha deciso per il rinvio a giudizio. Il processo inizerà il prossimo 13 dicembre. Giuseppe Nicosia (che era stato arrestato a settembre 2017) e il fratello Fabio sono imputati sia per corruzione elettorale che per voto di scambio politico mafioso. 

Moscato è stato eletto sindaco nel giugno del 2016. Il suo mandato è durato appena due anni, perché a giugno del 2018 il consiglio dei ministri ha deciso lo scioglimento del Comune per il rischio di infiltrazioni mafiose. La relazione della commissione ispettiva puntata il dito soprattutto «sulle omissioni nella gestione del mercato ortofrutticolo, sulle procedure anomale per l’appalto per la gestione dei rifiuti solidi urbani e sulle forme di abuso nell’attribuzione, negli anni, di vari incarichi dirigenziali e nell’elargizione di voucher per le famiglie bisognose». Una decisione che Moscato ha sempre denunciato essere stata ingiusta, perché riguardava il periodo precedente al suo insediamento.

Nell’inchiesta Exit Poll all’ex sindaco viene contestato di essere stato eletto grazie a un patto con il suo predecessore Giuseppe Nicosia. «Votare me non è tradire i Nicosia. È solo stare tranquilli con la famiglia», diceva a un dipendente della società dei rifiuti. «Volevo dire che avrei trattato tutti allo stesso modo, senza vendette», ha spiegato poi Moscato.

L’ex assessore Cannizzo, oggi assolto, era invece accusato di aver spartito contributi del Comune a persone bisognose in cambio del voto e delle firme per presentare le liste alle elezioni Amministrative.

Salvo Catalano

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