Una richiesta di aiuto in mezzo alla strada in piena notte. L’auto che si ferma e un braccio che toglie un telefonino dalle mani della guidatrice e apre la portiera. È l’inizio dell’incubo vissuto, una settimana fa, da una giovane in provincia di Ragusa. La donna è stata violentata per ore, rapinata e minacciata di morte da un 26enne arrestato dalla polizia, nel cui recente passato c’è una condanna per una vicenda simile e il pesante sospetto che i casi possano essere più di uno.
A denunciare l’accaduto, assistita dai parenti, è stata il 3 settembre la giovane che la sera prima stava tornando a casa, dopo avere festeggiato il proprio compleanno a casa di amici. Agli agenti, chiamati dai medici del pronto soccorso di Vittoria, la ragazza ha raccontato quanto successo. Sin dal principio: l’aggressore si è piazzato al centro della carreggiata, sbracciando per chiedere all’auto di fermarsi. Una scelta obbligata data la ristrettezza del manto stradale. A quel punto, in pochi secondi, dalla richiesta di aiuto si è passati alle minacce e la vittima è stata costretta a spostarsi sul sedile passeggero.
Secondo la ricostruzione, il 26enne l’ha condotta vicino al cimitero di Vittoria e qui le avrebbe preso il portafogli, rubandole 250 euro e tirando fuori la carta d’identità. Dopo avere letto i dati riportati sul documento, le avrebbe detto: «Adesso so tutto di te». E nuovamente l’avrebbe minacciato di morte. A quelle parole è seguita la violenza sessuale. Subito dopo, l’uomo avrebbe portata a Marina di Ragusa per sfogarsi su un presunto litigio avuto con la moglie la sera prima. Quindici minuti dopo, i due ritornano a Vittoria e a quel punto l’aggressore violenta nuovamente la vittima. Soltanto poco prima delle 5, il 26enne si fa accompagnare nei pressi della propria abitazione, lasciando la donna con le ultime minacce di morte.
Le indagini della polizia sono iniziate al mattino e hanno portato in poche ore all’individuazione del responsabile, grazie alla descrizione della giovane. A suffragio del racconto ci sono anche alcune immagini delle telecamere di videosorveglianza che riprendono il percorso dell’auto con a bordo l’aggressore. Gli investigatori, inoltre, facendo irruzione nell’abitazione dell’uomo, hanno recuperato i vestiti indossati la sera prima e prelevato campioni biologici per confrontarli con quelli recuperati sull’auto della ragazza.
A fare scattare il fermo della polizia, poi convalidato dal giudice su richiesta della procura, è stato un tentativo di fuga del 26enne mentre si trovava in giro per la cittadina. Al fermo è poi seguita la custodia cautelare in carcere, dopo che l’uomo durante l’interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere. La sua posizione è aggravata da precedenti per fatti simili: l’anno scorso il 26enne era stato condannato per aver violentato e rapinato una donna residente a Ragusa. Anche in quella occasione l’aveva portata in un luogo isolato per poi abusare di lei, ma la vittima era riuscita a fuggire in un attimo di distrazione del suo aguzzino. Per questo motivo, gli investigatori sospettano possano esserci altre persone abusate. L’invito è quello di contattare gli uffici della Squadra mobile.
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