A Villafrati domenica scorsa l’arciprete ha fermato la processione del Corpus Domini davanti alla casa di un capomafia in carcere, Ciro Badami, uno dei fedelissimi di Bernardo Provenzano. Una sosta non prevista decisa da don Guglielmo Bivona, che ha anche scambiato un saluto con la moglie del boss. Il maresciallo e il sindaco si sono subito allontanati dalla processione.
L’episodio, ricostruito dal sito di Repubblica, è stato segnalato alla procura, al prefetto e all’arcivescovo di Palermo. «Se quel sacerdote fosse stato un mio assessore lo avrei già cacciato», commenta Francesco Agnello, sindaco alla guida di una giunta di centrosinistra.
«Io non so se il sacerdote sapesse o meno che quella è l’abitazione di un mafioso condannato: c’era la porta aperta, accanto era stato sistemato un piccolo altare. Ma non ci possono essere equivoci davanti a certe situazioni. E Villafrati ha fatto ormai da anni delle scelte chiare, che non cambieranno di certo per i comportamenti di poche persone».
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