Villa Trabia, polmone secco e malandato di Palermo «Criticità segnalate, ma nessuno ha mai risposto»

«Dopo quasi otto mesi è stata finalmente sostituita la pompa ad immersione guasta che non permetteva l’irrigazione della villa». Inizia così la nota con cui Igor Gelarda, capogruppo in Consiglio della Lega, annunciava che a villa Trabia è tornata ieri l’acqua dopo mesi e mesi di siccità forzata. In effetti quello della pompa rotta è un problema paradossale, ma che riassume perfettamente le condizioni in cui versa uno dei più importanti parchi della città, il grande polmone verde che lambisce con la sua estensione il quartiere Libertà e il quartiere Politeama, oltre a essere cornice per i matrimoni civili celebrati dal Comune di Palermo. Una pompa a immersione che si guasta, una cosa da poco, ma in grado di fare dei danni incredibili nell’incuria in cui villa Trabia da tempo è sprofondata.

«Sì, finalmente hanno deciso di spenderci queste sette-ottocento euro e la pompa è stata riparata» conferma il presidente dell’ottava circoscrizione, Marco Frasca Polara. Nel frattempo, per non affrontare questa onerosa spesa, è stato necessario che fosse l’Amap a rifornire il giardino pubblico dell’acqua necessaria per le fontane e l’irrigazione, tramite un’autobotte. Troppo poco per innaffiare la vastità del terreno tanto caro alla principessa Sofia di Trabia e di certo una soluzione non più economica della riparazione della pompa. Senza contare dei disguidi quando per mancanza di acqua Amap non è riuscita ad assicurare il servizio. È di alcuni mesi fa la segnalazione a MeridioNews di una coppia di cittadini che, passeggiando in villa una domenica mattina, si sono trovati di fronte a una vera e propria moria di pesci in una delle fontane. «Erano a pancia sotto – raccontano – boccheggiavano, alcuni erano già morti, molti stavano morendo. L’odore era nauseante, c’era una colomba morta nella fontana e probabilmente quel cadavere aveva appestato l’acqua. Abbiamo chiesto aiuto al personale presente, ma ci hanno spiegato che non potevano cambiare l’acqua perché l’autobotte non aveva potuto rifornire la villa e comunque non era loro mansione occuparsi dei pesci morenti. In compenso ci hanno dato un secchiello e un retino con cui abbiamo raccolto i pesci uno per uno e li abbiamo messi in un’altra fontana, dove dopo un po’ si sono ripresi».

«Adesso villa Trabia è spettrale – continua ancora Frasca Polara – Anche se è normale che i giardini soffrano d’estate». E lo stesso presidente di circoscrizione si era impegnato nel 2018 per fare riaprire l’ingresso su piazza Scalia della villa, che era stato chiuso per motivi di sicurezza. b. Tutt’ora a essere interdetto al pubblico è l’altro ingresso, quello principale, su via Salinas. «Ad agosto, circa tre settimane fa, una branca del grosso ficus all’ingresso è caduta. Per questo l’accesso da quel cancello è stato vietato, in attesa di una potatura di cui ancora non si hanno notizie». Frasca Polara ha scritto diverse mail per segnalare il disservizio e sollecitare l’intervento. Mail inviate in copia al capoarea, ai funzionari, all’assessore al Verde. Nessuno di loro, tuttavia, ha mai risposto. Certo, tre settimane non sono niente se si pensa che il portone più grande in via Almejda non si apre da oltre dieci anni. «Questa è un’altra storia – prosegue il presidente di circoscrizione – Bisognava prima restaurare il portone in legno, compito che è passato agli uffici del Centro Storico, che non ne sono stati particolarmente contenti rifiutando i lavori, di cui nel tempo si sono perse le tracce».

Tornando al presente, quella dell’ingresso di via Salinas non è l’unica area transennata del parco. Sono infatti diverse, sempre a causa di rami caduti, anche mesi fa, e rimasti per terra, secchi e ricoperti di foglie tra le transenne. Foglie che ricoprono anche il fondo della fontana più grande del parco, che adesso giace nel degrado senza nemmeno un goccio d’acqua. «Noi continuiamo a insistere – conclude Frasca Polara – Certo non ci fermeremo, ma è sconfortante il silenzio che riceviamo». Per il resto, elencare le cose che non vanno equivale a leggere un bollettino di guerra: dai rami pericolanti alle piante, anche rare, che rischiano la morte, dalla giostrina non funzionante all’area giochi dedicata ai bambini all’area di sgambatura per i cani, recintata con un cancello di fortuna e anche in questo caso con al suo interno un ramo precipitato ben tre anni fa e mai raccolto o rimosso. E poi le vandalizzazioni delle panchine del giardino romantico e la parte sotto al ponte che scavalca la strada che ormai è una giungla imperforabile. 

Gabriele Ruggieri

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