Villa Sofia e Cervello, arrivano i medici in tricolore…

Grande novità in Sicilia: la bandiera italiana dagli uffici pubblici e dalle caserme si trasferirà anche negli ospedali. Il tricolore, però, non sventolerà sui tetti degli edifici destinati alla sanità pubblica, ma vestirà direttamente i medici. Sì, avete letto bene, alcune categorie di medici pubblici dell’Isola vestiranno in bianco, rosso e verde, propio come la bandiera italiana.

Il ruolo di ‘apripista’, se così si può dire, è stato assegnato all’Azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’ di Palermo. E proprio in questa grande Azienda ospedaliere – che può contare, per l’appunto, su due ospedali: il ‘Cervello’ e Villa Sofia ‘fusi a freddo’ appena tre anni fa – che in questi giorni è in questi giorni è cominciata la grande ‘vestizione’ dei medici e degli infermieri.

D’ora in poi medici e infermieri dei Pronto soccorso di Villa Sofia e del ‘Cervello’ di Palermo dovranno indossare una tutina colore rosso fuoco. I medici accompagnaranno la tutina con i classici camici bianchi (mentre per gli infermieri ci saranno i cardigan, sempre bianchi). Per gli stessi medici dovrebbero arrivare gli zoccoli verdi. Da qui il richiamo alla bandiera italiana: rosso (le tutine), bianco (il camice) e verde (gli zoccoli).

“Si tratta, insomma, di un contributo che l’Azienda ‘Villa Sofia-Cervello’ vuole dare alla causa del rilancio dell’unità d’Italia”, ci spiega un sociologo della moda al quale abbiamo chiesto ‘lumi’ sulla particolare scelta cromatica. Colpisce, in particolare, il ricorso al rosso fuoco. Come mai questa scelta a tinte così forti?

“E’ il segno dei tempi – ci spiega sempre il nostro sociologo -. In Sicilia, dopo la splendida e incisiva riforma della sanità operata dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e dall’assessore alla Salute, Massimo Russo, è opinione comune che gli ospedali pubblici sono diventati un inferno. Bene, la particolare commissione di esperti in scienza del colore che l’Azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’ ha chiamato a operare questa scelta ha soltanto cercato di venire incontro all’immaginazione dei siciliani, per lo più palermitani e dei centri vicini allo stesso capoluogo dell’Isola. I quali, una volta finiti in Pronto soccorso, specie dopo uno svenimento, rinvenendo e vedendo i medici e gli infermieri vestiti di rosso avranno la piacevole sensazione di trovarsi già all’inferno”.

Il ricorso al rosso, però, non sembra andare incontro ai desideri cromatici dei medici e degli infermieri dei due Pronto soccorso. Si teme, infatti, che questa scelta cromatica possa rientrare nella spending review del Governo Monti e del Governo regionale che, in materia di tagli alla sanità siciliana, com’è noto, filano d’amore e d’accordo. Il timore è che, una volta vestiti di rosso medici e infermieri, ‘casualmente’, potrebbero entrare in scena dei tori infericiti che ‘materebbero’ senza problemi medici e infermieri, riducendo drasticamente – com’è facile immagnare – i costi della sanità siciliana. E consentendo al Governo regionale, in seconda battuta, di bandire nuovi concorsi pubblici sul modello dell’Azienda ospedaliera ‘Civico’ di Palermo.

Il timore è così forte che gli infermieri – che in genere hanno molto più tempo libero rispetto ai medici – starebbero organizzando dei corsi serali per toreri per essere pronti a frontegggiare un eventuale spending review da ‘corrida’ dei Governi nazionale e regionale.

Ma se nei Pronto soccorso si va sul rosso, ci sono altri reparti con colori, come dire?, più tranquilli. Per gli internisti dei due ospedali, ad esempio, si prevedono pantaloni blu, camice bianco e, forse, una visiera come nel celebre libro di Susanna Agnelli “Vestivamo alla marinara”.

C’è ancora un particolare interessante. A tutti i medici e tutti gli infermieri di Villa Sofia e del ‘Cervello’ di Palermo è stato intimato di riconsegnare i vecchi camici, le vecchie tutine e i vecchi cardigan (nel caso degli infermieri). Se medici e infermieri non riconsegnaranno la merce, ebbene, gli eventuali ammanchi gli verranno addebitati come detrazione sullo stipendio.

L’ordinanza di restituzione dei vecchi camici, delle vecchie tutine e dei vecchi cardigan ha gettato nello scompiglio medici e infermieri. Si tratta, infatti, di capi avuti in dotazione sei anni addietro. In molti casi, questi capi di abbigliamento non ci sono più, o perché macchiati, o perché lisi o strappati,o perché, molto più semplicemente, smarriti.

L’idea di confrontarsi con possibili detrazioni sullo stipendio non pice molto né ai medici, né agli infermieri di Villa Sofia e ‘Cervello’, che in queste ore febbrili stanno cercando tra i vestiti di casa qualcosa di vecchio da rifilare all’Azienda…

Foto di prima pagina tratta da incredibilweb.altervista.org 

 

 

 

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