Villa Malfitano, ancora chiusa dopo tre mesi «Miopia di tutti, ci rivolgeremo alla Regione»

«Per quanto sia un bene privato il giardino di Villa Malfitano appartiene a tutti. Appartiene ai residenti, per cui rimane l’unico spazio verde, appartiene alla città, alla capitale della cultura, all’area metropolitana, all’intera Sicilia se si considera come un patrimonio storico artistico. Non è umano tenerlo chiuso». L’appassionata difesa del polmone verde della Zisa viene da Concetta Amella, consigliera comunale a 5 stelle e componente della III commissione. Oggi si è concluso il secondo incontro, che ancora una volta non ha dato gli esiti sperati. Così i cancelli del giardino, gestito dalla Fondazione Whitaker, rimangono chiusi. Nonostante le tante richieste, le promesse e gli incontri che si susseguono. Il motivo rimane sempre quello: la carenza di giardinieri e di custodi in grado di garantire la tempestiva e appropriata potatura degli alberi e le conseguenti condizioni di sicurezza necessarie e sufficienti per l’apertura al pubblico.

«Non c’è una tempistica per l’eventuale riapertura – conferma la consigliera pentastellata – per questo in commissione si è deciso di scrivere anche al presidente della Regione. A me pare che le istituzioni pubbliche e private manifestino la stessa miopia. Eppure la scorsa il presidente di Reset aveva dato la disponibilità a mettere a disposizione parte del personale, mentre la direttrice della fondazione Maria Enza Carollo chiede maggiori garanzie. Eppure abbiamo saputo che dalla Regione ultimamente la fondazione ha ricevuto 154mila euro (la cosiddetta ex Tabella H … ndr). Seppur inferiori rispetto agli stessi anni come contributo, mi chiedo come non si possano trovare lì i soldi per pagare almeno un custode». 

Amella ripercorre poi l’iter che, nonostante le mobilitazioni delle mamme della zona, vede ancora chiusa la villa – tranne che per eventi privati o in cui comunque la fruizione rimane limitata alla durata dell’iniziativa in questione. «Come si fa a non capire che la riapertura del giardino, per altro vivamente richiesta da 1500 mamme mediante una petizione on line – si chiede la consigliera –  può fare da volano per un virtuoso rilancio dell’intera zona, la quale annovera la Zisa, i Cantieri Culturali alla Zisa, tutta l’edilizia storica di piazza Principe di Camporeale, nonché le architetture di pregio storico-artistico della vicina via Noce (la villa Belmonte, il villino Zinden, la palazzina Guarnaschelli, tanto per citarne alcune), con conseguente arricchimento degli itinerari di interesse monumentale ed estensione di quest’area urbana ai flussi dei turisti». Insomma: Palermo sarà pure Capitale della Cultura, ma alcuni suoi gioielli restano inaccessibili

Andrea Turco

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