Villa di Acireale, la relazione degli agronomi «Abbattere 15 alberi per garantire la sicurezza»

L’apertura della Villa Belvedere ad Acireale sarebbe avvenuta con troppa celerità, senza rispettare tutti i passaggi fondamentali che ne avrebbero garantito la completa sicurezza. È ciò che si deduce dalla relazione degli agronomi incaricati dalla giunta guidata da Roberto Barbagallo di analizzare lo stato di salute delle piante presenti nel principale parco cittadino, dopo che in estate un grosso ramo di leccio era caduto sfiorando una ragazzina e imponendo l’immediata chiusura della villa in via precauzionale.

«Gli agronomi – ha commentato il primo cittadino – prescrivono una verifica accurata sulle piante, che andava fatta prima della riapertura, perché inserita nel capitolato d’appalto, ma che non è stata fatta». La riapertura della villa, dopo i lavori di ristrutturazione finanziati dalla Comunità europea e costati svariati milioni di euro, era avvenuta l’11 aprile scorso alla vigilia della campagna elettorale per le amministrative. E fu proprio il particolare momento politico a incentivare il dibattito sulla qualità dei lavori svolti dalla ditta aggiudicataria dell’appalto: la ristrutturazione diventò così tema portante del confronto tra i candidati sindaco, con lo stesso Roberto Barbagallo che più volte ribadì che, nel caso di una sua vittoria, uno dei primi provvedimenti che la nuova amministrazione avrebbe adottato sarebbe stato quello della rimozione del pietrisco dai viali laterali del parco

Nessuna parola, invece, venne spesa sullo stato di salute degli alberi, al centro della relazione degli agronomi. «Per garantire la fruizione in assoluta sicurezza della Villa Belvedere – scrivono nella relazione consegnata all’amministrazione – sarà necessario abbattere almeno quindici alberi ed eseguire accurate ispezioni visive strumentali». Dalle ispezioni fatte dagli esperti nelle scorse settimane, infatti, sono emerse «una serie di problematiche in ordine alla conservazione, e la gestione della componente vegetale di valore storico-culturale della Villa Belvedere e soprattutto alla sua fruizione in sicurezza».

La notizia della necessità di abbattere gli alberi, tredici lecci più due alberi di diversa specie, ha riacceso il dibattito sullo stato della vegetazione in città. L’argomento, peraltro, per diversi motivi ha fatto parte dell’attualità negli ultimi mesi: prima il discusso taglio di alcuni eucalipti avvenuto in condizioni poco trasparenti, sia dal punto di vista delle motivazioni che degli atti amministrativi che lo avrebbero autorizzato, e poi la caduta di numerosi alberi a causa della tromba d’aria di mercoledì scorso. In quest’ultimo caso, se il motivo principale dello sradicamento è da addebitare alla forza impetuosa del vento pare altrettanto vero che la carente manutenzione delle fronde abbia favorito quanto accaduto.

A suggerire una maggiore cura delle piante ricadenti nel territorio comunale, d’altronde, sono gli stessi agronomi: « La Commissione – fanno sapere gli esperti – consiglia inoltre di attuare uno specifico piano di monitoraggio estendendo le ispezioni con la metodologia Vta a tutte le piante». Per l’abbattimento degli alberi alla villa comunale, intanto, il Comune richiamerà la ditta che già ha lavorato nel corso della ristrutturazione: «Daremo alla ditta – ha spiegato il sindaco – le indicazioni per gli interventi necessari da fare prima della riapertura del parco. Prima di tutto dobbiamo pensare alla sicurezza dei cittadini». Nell’attesa che la commissione di verifica dei lavori renda noto i risultati ottenuti anche negli altri settori interessati dalla ristrutturazione, a commentare la relazione degli agronomi è stato l’ex sindaco di Acireale, Nino Garozzo.

Garozzo, intervenendo sul gruppo Facebook L’Altra Città, ha dichiarato: «La direzione lavori pubblici incaricò un agronomo con larga esperienza e non fu segnalato alcun pericolo. Certo non potevo avvedermi io di un insetto che vive all’interno dei tronchi» ha commentato Garozzo. L’ex primo cittadino ha poi ricordato come «lo stesso sindaco Barbagallo ha trascorso durante la campagna elettorale molto tempo alla villa tra spot e manifestazioni», a dimostrazione di come dall’esterno non fosse possibile accorgersi di nulla.

Simone Olivelli

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