«Se al posto mio ci fosse stato un bambino, un anziano o una persona con qualche difficoltà motoria, sono certo che le cose sarebbero andate molto peggio». A parlare a MeridioNews è Nicola Scalia, il 18enne che nel pomeriggio dell’11 agosto si è visto cadere addosso un grosso ramo mentre passeggiava, con due amici, dentro la villa Bellini a Catania. «Saranno state più o meno le 15.15 – racconta il giovane – quando, mentre percorrevo il sentiero che porta al chiosco, giunti più o meno a metà del vialetto, sento un crepitio e un rumore di foglie che mi ha preoccupato perché non c’era vento né pioggia e nemmeno interventi di potatura sugli alberi».
Istinto e riflessi pronti da coordinare in poche frazioni di secondo. È così che Nicola ha evitato di essere preso in pieno. «Ho avuto l’istinto di alzare la testa e guardare in alto. Così mi sono accorto del ramo che stava per staccarsi dal grande ficus. I riflessi pronti – aggiunge – mi hanno permesso di allontanarmi il più possibile. Insomma, è stata la mia curiosità a evitare che accadesse il peggio», dice tirando un sospiro. I medici gli hanno dato una prognosi di 30 giorni di riposo assoluto a letto per una frattura poco scomposta all’arco trasverso di sinistra della seconda vertebra lombare. «Nonostante il balzo per salvare soprattutto testa e collo – continua il ragazzo – il ramo mi ha colpito nella zona bassa della schiena con la parte più grossa, quella che si è staccata dal tronco, e mi ha fatto cadere a terra. Per fortuna ero io quello più vicino e non i miei amici che, invece, non si erano accorti di nulla».
Oltre a raccontare l’accaduto ai giornali – La Sicilia ne ha dato notizia nei giorni successivi – i genitori di Nicola hanno deciso di adire le vie legali. «Stiamo ragionando con l’avvocato di famiglia sulle azioni da intraprendere. Quando farò denuncia alla procura – continua – chiederò anche i danni morali». Il 18enne, appena diplomato al liceo scientifico, non pensa tanto a come questo incidente gli abbia rovinato un mese pieno d’estate quanto, piuttosto, alla difficoltà di rispettare le indicazioni dei medici di fare assoluto riposo a letto perché «da un anno mi impegno per riuscire a prepararmi al meglio al test di ammissione alla facoltà di Medicina e, adesso, sto comunque continuando a studiare e a frequentare i corsi di preparazione perché non voglio che questa storia condizioni la realizzazione del mio sogno di diventare pediatra».
Si torna a parlare di sicurezza legata alla gestione del verde pubblico, a quasi quattro anni dalla morte di Patrizia Scalora, la 49enne morta in piazza Cutelli, colpita da una palma mentre era seduta su una panchina. «Non è normale – commenta il giovane – che in una piazzetta o in un giardino pubblico frequentato da bambini, anziani, turisti e residenti, non ci sia sicurezza assoluta da questo punto di vista. L’unica soluzione è migliorare la gestione del verde pubblico per evitare che in futuro si ripetano fatti del genere». Sull’episodio l’assessore Fabio Cantarella, con deleghe ad Ambiente, Ecologia e Sicurezza urbana, dichiara a MeridioNews che «già da qualche mese, c’è un appalto esterno assegnato a una squadra di esperti che hanno il compito di monitorare la situazione del verde pubblico per poi riferire agli uffici le condizioni di ogni singolo albero, perché – ammette – sappiamo che ci sono delle criticità». Questa dunque la strada scelta dall’ente comunale per avere contezza di quali piante sistemare e di quelle a rischio e da rimuovere. «Non conosco i fatti della villa Bellini perché né io né la direttrice Lara Riguccio siamo stati informati. In ogni caso, ho tutto l’interesse di verificare e capire la dinamica di quanto accaduto. Ciò che so per certo è che – afferma Cantarella – gli alberi della villa Bellini sono stati tutti monitorati. Adesso – conclude – bisogna capire se c’è stata una falla e in quale fase».
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