Vicolo Bernava, finalmente l’ok del Consiglio Via libera alla demolizione di cinque palazzine

Con almeno un paio di mesi di ritardo sulla tabella di marcia – tanto che incombeva la minaccia del commissariamento – il Consiglio comunale dà il suo parere, obbligatorio ma non vincolante, sulla variante di vicolo Bernava. Lo fa a termine di un dibattito dal clima finalmente disteso dopo settimane di battibecchi, sedute chiuse per «tumulti» e schermaglie politiche prima e dopo la bocciatura della Ztl da parte del Tar. Sta di fatto che l’ultima delibera uscita da Sala delle Lapidi risaliva ormai al 21 marzo, quella precedente sull’emergenza abitativa all’11 marzo.

Ieri sera però le cose sono andate diversamente. Il vicesindaco e assessore alle Infrastrutture Emilio Arcuri e il capo area Mario Li Castri hanno ribattuto punto su punto alle obiezioni dell’opposizione e alla fine l’atto è stato approvato senza un voto contrario e con l’astensione del gruppo del Pd, del forzista Giulio Tantillo e di Mimmo Russo. La variante prevede l’abbattimento di cinque palazzine in vicolo Bernava, il consolidamento di altre due e la successiva riqualificazione dell’area trasformata da netto storico a zona verde. Il provvedimento del Consiglio è una mera presa d’atto perché la variante, che rientra nell’ambito dei lavori del passante ferroviario, opera di «interesse strategico nazionale» da un miliardo di euro, è stata messa a punto da Regione, Ferrovie e Sis. Come ha spiegato Arcuri, in sostanza, «questo provvedimento non interferisce sulla variante ma sulla compatibilità territoriale».

Alla drastica decisione di demolire si arriva dopo tre anni di stop forzato agli scavi di un tratto – appena 60 metri – della galleria Imera-Lolli a causa del famigerato «imprevisto geologico», una falda acquifera che ha provocato cedimenti anche di parecchi millimetri alle palazzine in superficie. Decine le famiglie sgomberate. Saranno abbattuti gli edifici che le Ferrovie hanno denominato 31 e 31bis, 32, 33 e 34A mentre la 31ter e la 34B saranno consolidate. Il consigliere Tantillo ha firmato – ottenendone il via libera – un ordine del giorno che chiede all’amministrazione di studiare la possibilità di inserire accanto al verde una cinquantina di posti auto per i residenti. I 21 emendamenti presentati da Giuseppe Milazzo avevano il parere contrario degli uffici e sono decaduti.

«Ho voluto questo ordine del giorno – spiegava in aula l’esponente di Forza Italia – perché l’area si trova vicino la Stazione Lolli. Se si prevede solo verde, presto sorgeranno discariche di rifiuti. Chiediamo inoltre certezze sui tempi». «Il ritardo ci ha impedito di dire la nostra – ha sostenuto Rosario Filoramo del Pd -. L’amministrazione ci dica quali sono le soluzioni abitative previste per salvaguardare chi perderà la propria casa o la propria attività commerciale. Non vorremmo ritrovarci con altre emergenze abitative. Il passante è una dorsale strategica, si inserisca nel nuovo piano regolatore». Nadia Spallitta, portabandiera dei ricorrenti contro la Ztl, ha chiesto invece lumi sulle indennità di espropriazione e sul costo della variante. «Non ci sarà alcuna emergenza sociale – ha replicato il vicesindaco – e i proprietari saranno indennizzati in base al valore dell’immobile. Con Rfi stiamo già discutendo del futuro di tutte le aree e le stazioni che saranno a disposizione dei cittadini una volta che il passante sarà finito. Ci piacerebbe trovare una soluzione anche per la stazione Sampolo, attualmente in vendita. Quanto al parcheggio proposto dal consigliere Tantillo, non credo che porterebbe grande giovamento ma anzi attirerebbe più traffico».

Dopo la demolizione delle palazzine le possibili soluzioni tecniche sono due, come si legge nel progetto: l’abbattimento della falda tramite dei pozzi in emungimento (21 mesi di lavori e una spesa di 16 milioni) oppure l’esecuzione di pannelli di paratia per contrastare il flusso senza aggottamento della falda (24 mesi di lavori e un costo di 17,4 milioni). La palla ora passa alla Regione. 

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