Viale Kennedy, telefoni muti da un mese «Telecom e Provincia ci prendono in giro»

Lidi, ristoranti, persino una postazione del pronto soccorso. Tutti con i telefoni muti, da un mese, per colpa dei cavi ormai usurati. Succede al viale Kennedy, a Catania, nel tratto di circa un chilometro che dal Faro costeggia la Playa etnea. «Proprio negli unici tre mesi in cui, nonostante la crisi, si lavora», commenta Ignazio Ragusa, consigliere del sindacato italiano balneare della provincia etnea che segue da vicino la vicenda. Una trattativa finora impossibile tra il gestore telefonico Telecom Italia e la Provincia di Catania, condita di ritardi, burocrazia e «stiamo risolvendo». «Una cosa che può succedere solo nel quarto mondo», dice arrabbiato Fortunato Rinaudo, direttore dell’hotel Le Dune. Solo una delle attività che dal 16 maggio attende il ripristino della linea telefonica. E che intanto, come altri in zona, ha scelto di fare da sé: «Trasferendo le chiamate al mio cellulare, con un costo aggiuntivo che non mi verrà mai rimborsato», denuncia. I pos per il pagamento con carta restano però inutilizzabili, così come il servizio di connessione a Internet. «Stiamo perdendo tutti i clienti», aggiunge.

Tutto inizia il 16 maggio, giorno della prima segnalazione alla Telecom. «Pian piano ha smesso di funzionare anche quel poco che funzionava – racconta Daniele Micci, amministratore del Lido Azzurro – Prima le linee erano rumorose, poi ci ha abbandonato anche l’Adsl». Sollecitata dai gestori della zona, il 29 maggio l’azienda telefonica inoltra alla Provincia di Catania la richiesta di lavori in viale Kennedy. «Il problema sono i cavi vecchi – spiega Ragusa – che, con gli allagamenti a ogni pioggia e con la normale usura, si sono interrotti e vanno sostituiti». Due le possibilità: effettuare nuovi scavi o utilizzare quelli appena terminati per il passaggio della fibra ottica. Dopo un sopralluogo congiunto tra Telecom e Provincia, la prima soluzione viene presto scartata. L’ente etneo preferisce infatti non danneggiare il manto fono assorbente della strada, troppo costoso da ripristinare: «150 euro al metro più l’uso del macchinario», spiega Ragusa. Ma non solo. Tra una lungaggine e l’altra si è arrivati a ridosso del 10 giugno, giorno fissato da una vecchia delibera dell’ex presidente della provincia Nello Musumeci come limite per la chiusura della strada. Indispensabile per i lavori. E non va meglio con il piano alternativo: la richiesta di Telecom arriva dopo giorni e incompleta. Poco male per il funzionario della Provincia addetto alla pratica, che sta per andare in ferie. «Praticamente solo il papa non è stato contattato per risolvere la questione – ironizza Ragusa – L’unico a interessarsi è stato l’assessore alle Politiche del territorio Domenico Rotella ma, se Telecom non consegna la documentazione completa, c’è poco da fare». Integrazione prevista per lunedì.

I proprietari delle attività nel tratto del viale Kennedy coinvolto, intanto, sono esasperati. «Ci prendono per i fondelli – sbotta Rinaudo – Ogni anno, da tre o quattro anni, abbiamo problemi di linea. Ma vengono risolti in pochi giorni. Adesso siamo isolati da un mese». «Un tempo scandaloso», gli fa eco Micci. Entrambi, albergo e lido, hanno risolto il problema delle prenotazioni e del rapporto con i clienti allo stesso modo: trasferendo le chiamate al proprio cellulare. A loro spese. Ma i problemi restano. «La gente non può pagare con il bancomat né utilizzare Internet, così cambia albergo – spiega il direttore de Le Dune – I clienti se ne vanno sbattendoci la porta in faccia». «Da noi, molti non hanno potuto completare il pagamento della cabina – dice l’amministratore del Lido Azzurro – E’ tutto bloccato, per colpa della burocrazia». Inutile chiamare i colleghi del Lido Arcobaleno, poco più giù. Dall’altro capo del telefono si sente soltanto: «Telecom Italia, il cliente di rete fissa da lei chiamato non è momentaneamente raggiungibile. La preghiamo di riprovare più tardi». Da un mese.

[Foto di Misterjncks]

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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