Viaggio nelle periferie, si parte dall’Immacolatella «La nostra è una forma aggregativa di resistenza»

Tutto ciò che non è in centro, a Palermo, è periferia. Una città come il capoluogo siciliano d’altra parte mal si presta alle sfumature, agli intermedi, alle zone di passaggio. Per questo abbiamo scelto di raccontare le mille periferie di Palermo. E per compiere questo viaggio abbiamo preferito farci guidare dalle preziose associazioni che lavorano nel territorio, a contatto quotidianamente con problemi ed esigenze, speranze e prospettive. Si parte dall’Immacolatella, la borgata a metà tra Sperone e Brancaccio. A prima vista il quartiere offre ben poco, solo una lunga serie di enormi palazzoni che hanno squarciato il panorama che va al di là del fiume Oreto, col tram che spacca esattamente a metà il lungo stradone che arriva poi fino a Villabate. 

In questo scenario opera da tempo l’associazione socio culturale Gruppo Amici Tempo Libero. In via Pecori Giraldi, dunque, alle spalle del Giardino Chiazzese – voluto e curato dagli stessi soci dell’associazione – ogni giorno si riunisce un vivace gruppo di anziani che offre continue attività: teatro, mostre fotografiche, corsi di chitarra e di lirica, perfino la costruzione del presepe e, appena terminato, il carnevale sociale coi bambini del quartiere. «La nostra è una forma aggregativa di resistenza» dice Gaspare Baiamonte, appassionato fotografo (vincitore di vari premi) e vera anima dell’associazione di cui è presidente. Una tradizione di famiglia, la sua, con il padre e il nonno che sono stati presidenti del comitato di quartiere in quella che è «una sorta di successione dello stare insieme».

Attorno a Baiamonte, poi, gravitano delle vere e proprie memore storiche del quartiere che fu, come il pittore Giuseppe Cilluffo (che è stato in passato anche presidente di circoscrizione) e tanti altri: avvocati, commercialisti, consiglieri di circoscrizione che non esitano a passare il proprio tempo libero in questo modo, a sostegno degli altri. «Facciamo tutto noi – dice Baiamonte – abbiamo una 70ina di iscritti ma in effetti siamo tra i 600 e i 700. Non ci dà un euro nessuno: ci autofinanziamo, ci aiutano anche i negozi e la gente del luogo. Ci siamo ufficialmente costituiti come associazione culturale nel 2016, ma lavoriamo qui da oltre 30 anni. Prima non avevamo la sede, e stavamo letteralmente in strada. Poi questo spazio ci è stato regalato. Veniamo dalla storia dei comitati, quelli dove ci si univa attorno alle figure classiche: il parrino, il maresciallo, i lavoratori. Attorno alla chiesa qui nascevano le feste di quartiere, che erano una sorta di valvola di sfogo».

La storia del Gruppo Amici Tempo Libero è dunque strettamente legata a quella dell’Immacolatella. A partire dalla sede. «Noi arriviamo qui in un certo senso a causa del tram – confessa Baiamonte -, nel senso che il nostro punto di riferimento era poco più in là, dove invece adesso c’è la fermata. E di fronte avevamo quello che io chiamo l’albero di 30 piani: un albero di 130 anni, che ogni anno addobbavamo e sotto il quale organizzavamo la festa del quartiere, era l’albero del territorio che poi ha dovuto fare posto ai binari. Si chiudeva la strada, la gente si accalcava sulle transenne e partivano il tiro alla fune, l’estrazione dei pacchi, la corsa dei sacchi, la salsiccia arrostita. Col tram non ci sono più gli spazi all’aperto e quindi queste attività non si possono fare più». E il tram ha definitivamente segnato il quartiere: se è vero che adesso arrivare qui dalla Stazione Centrale è facilissimo, bastano un paio di minuti, è altrettanto vero che gli spazi verdi sono drasticamente diminuiti e le auto si accavallano sul marciapiede alla ricerca di un parcheggio. In mezzo, la scuola Pertini appare come una superstite. Un epilogo amaro per quella che invece, come ricordano i soci dell’associazione, è «una bella periferia» e ha una storia fondamentale. Soprattutto perché dall’Immacolatella si andava al mare, che invece adesso è un dolce ricordo, una sbiadita speranza e al massimo un tentativo politico.

«Palermo è una città di mare senza mare – concorda Baiamonte – Da qui prima si scendeva direttamente a piedi in spiaggia, c’erano i cittadini che venivano da noi paesani. Qua c’erano anche le fabbriche che trasformavano i prodotti della terra, soprattutto pomodori e melanzane. Poi il sacco di Palermo devastò tutto». Da allora l’Immacolatella non sembra più essersi ripresa, nonostante gli sforzi. La signora Lina, moglie di Baiamonte, lo conferma: «Io sono venuta qui 33 anni fa da via Libertà, e ho visto che in tutto questo tempo non è cambiato nulla». Eppure ciò non spegne la passione del Gruppo Amici Tempo Libero. Tra le mille foto in sede che il signor Baiamonte sfoglia con piacere si nota una costante presenza del sindaco Orlando. In alcuni scatti si intravede anche la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La moglie, Marisa Chiazzese, abitava qui e lui dunque veniva spesso da noi», sorride il presidente dell’associazione. «Un politico deve essere a servizio del territorio» è la tesi di Baiamonte, e lo dice con un candore che fa quasi tenerezza.

Ora cosa è rimasto? «È tutto moderno, la gente non si conosce più, la tecnologia porta al distacco. Il quartiere si adegua ai tempi. Il fatto è che a Palermo, non solo qui, a livello culturale si soffre il fatto che qualunque iniziativa, anche la più valida, sconta la distanza dal centro. Le persone che lavorano per la cultura ci sono, e siamo tantissimi, ma non si vedono. Ed è un problema specie in quartieri senza servizi come questo». Sorge una domanda, banale eppure inevitabile: allora chi ve lo fa fare? Baiamonte sorride, come se il quesito lo avesse sentito mille volte, e risponde a sua volta con una semplice domanda che vale più di mille articolate risposte: «Scusi, il volontariato a che serve?».  

Andrea Turco

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