Solo mezz’ora di aliscafo separano Trapani dal caleidoscopio di colori dell‘arcipelago delle isole Egadi, dove un sole abbagliante fa brillare il mare di una tavolozza di sfumature di azzurro e di blu degne della copertina di un documentario. Una più bella dell’altra queste tre isolette – Favignana, Levanzo e Marettimo – sono la meta ideale per chi vuole trascorrere un po’ di tempo in assoluto relax all’insegna del mare. Favignana, la più grande dell’arcipelago, sorprende subito all’arrivo per il suo porticciolo colorato, le barche di legno, le ancore, le reti da pesca e le case bianche con gli infissi in azzurro. Proprio al porto la mattina presto i pescatori locali organizzano il tipico e tradizionale mercatino di pesce.
L’isola era anticamente chiamata Egusa, dal greco Aigousa (Αἰγοῦσα), che significava isola delle capre per via della loro abbondante presenza sull’isola. L’attuale nome si deve invece allo Zefiro, una mite brezza proveniente da ovest chiamata anche Favonio e che spira frequentemente sull’isola. Favignana è anche conosciuta come l’isola delle biciclette. I suoi oltre venti chilometri di piste ciclabili con invidiabili panorami la rendono l’isola più amata dai cicloturisti. Anche le sue dimensioni invitano a pedalare: una lingua di terra pianeggiante di appena 33 chilometri, né troppi per stancarsi sulle due ruote né troppo pochi per annoiarsi. Ed ecco che allora le strade assolate dell’isola si riempiono del suono allegro di campanelli: tandem, mountain-bike, tricicli, bici da passeggio come le intramontabili graziella che vengono noleggiate ovunque. La bici, infatti, è il mezzo ideale se si vuole partire alla scoperta di questa piccola oasi, andando alla ricerca delle calette più nascoste e assaporandone gli scorci più segreti. Il percorso in bicicletta si snoda tutto lungo la costa tra asfalto e qualche semplice sterrato. L’unico tratto davvero in salita è il percorso che porta a Santa Caterina, l’unico promontorio dell’isola che con i suoi trecento metri si erge come un monte solitario in mezzo al mare. Sulla sua cima, in epoca normanna, fu eretto un castello che, grazie alla sua privilegiata posizione, aveva la funzione di controllo per scongiurare attacchi nemici dal mare.
Nonostante possa sembrare brulla e arida a un primo colpo d’occhio, in realtà Favignana è un’isola con degli angoli molto verdi e con una miriade di spiagge e calette in grado di accontentare tutte le tipologie di amanti del mare: per la sua conformazione geologica, infatti, l’isola offre sia delle bellissime spiagge dalla sabbia chiara e fine, che esaltano ancora di più il colore del mare, sia calette rocciose per gli amanti degli scogli e dello snorkeling. Tra le spiagge meritano sicuramente una visita Cala Azzurra, così chiamata per via delle meravigliose sfumature turchesi del suo fondale, e Lido Burrone, una delle poche spiagge attrezzate insieme a quella di Cala Grande. Molto comoda da raggiungere anche la Praia, spiaggia sabbiosa a due passi dal centro del paese.
Per quanto riguarda invece le zone scogliose sono da visitare Grotta Perciata, per chi ama tuffarsi dagli scogli, Punta Fanfalo e Punta Marsala, i due punti più a sud dell’isola dove, complice l’acqua fredda e il blu profondo dei fondali, si ha l’impressione di immergersi in mare aperto. Da segnalare anche Cala Rotonda con il suo famoso Arco di Ulisse. Un po’ più difficili da raggiungere ma senz’altro spettacolari da visitare anche solo per un breve bagno sono Bue Marino e Scalo Cavallo. La spiaggia più famosa però è sicuramente quella di Cala Rossa, oggetto di numerosissime cartoline e che nel 2015 ha vinto il titolo di spiaggia più bella d’Italia secondo il noto sito Skyscanner. La spiaggia si trova all’interno di antiche cave di tufo (anche se questa terminonologia è errata in quanto si tratta di calcarenite, cioè roccia sedimentaria, e non vero tufo di origine vulcanica). Sin dai tempi dei Romani l’estrazione di questa roccia molto usata in edilizia ha rappresentato per Favignana un’importante fonte economica. Oggi le cave sono delle vere e proprie opere d’arte. In quelle che erano le antiche forre e le vasche utilizzate per l’estrazione della roccia, una volta cessata l’attività, sono stati realizzati degli originali giardini ipogei. Si tratta di piccoli angoli verdi disseminati un po’ ovunque nell’isola e nati dalla fantasia di qualche abitante che ha trasformato la roccia spoglia in paradisi verdi con piante ornamentali o da frutto. Alcuni degli esempi più belli di giardini ipogei si trovano proprio a Cala Rossa, al Bue Marino e a Scalo Cavallo.
Se da una parte è vero che Cala Rossa è una delle spiagge più belle d’Italia, è anche vero che proprio per la sua spettacolare bellezza, ad agosto la spiaggia è letteralmente assaltata da locali e turisti. Per chi, quindi, volesse ritagliarsi un po’ di tranquillità può recarsi in una delle calette che si trovano nella zona di Punta Faraglioni, dalle quali scogliere si può ammirare il panorama sull’intero arcipelago. Altra attività da non lasciarsi scappare è un’immersione subacquea alla meravigliosa Secca del Toro. Meritano una visita in barca anche le meravigliose grotte di cui l’isola è ricca, come ad esempio la Grotta dei Sospiri. Per chi invece non fosse alla ricerca soltanto di mare e panorami, Favignana è un’isola ricchissima di storia e basta visitare l’area archeologica di San Nicola per rendersene conto. L’area, facilmente raggiungibile dal centro storico, ospita una splendida necropoli risalente al periodo ellenistico. Altra tappa obbligatoria per conoscere la storia dell’isola è la visita all’antica tonnara della famiglia Florio, la regina di tutte le tonnare in Sicilia attorno a cui, tra il 1700 e il 1800, ruotava la vita sociale ed economica di Favignana. Oggi la tonnara, ristrutturata, è una vera e propria cattedrale del tonno, un polo museale d’avanguardia che ospita i reperti trovati nelle isole Egadi e diverse installazioni multimediali che illustrano i momenti più significativi dell’attività usate per la mattanza.
Il modo migliore per concludere una giornata a Favignana è restare seduti ad ammirare il tramonto da Punta Sottile, il lembo di terra più occidentale dell’isola su cui sorge il più importante faro della Sicilia. Il faro infatti, da oltre un secolo, manda fasci di luce a 45 gradi in altezza ed è utilizzato per gli avvistamenti aeronavali. Non si può concludere senza fare un cenno alla cucina tipica di questa porzione di Sicilia. L’isola, infatti, risente fortemente della contaminazione araba sia per l’uso di spezie sia per la ricchezza dei piatti: l’olio della Valle del Belice, il pane nero di Castelvetrano, il pesto alla trapanese, il purceddu, tipico melone di Alcamo, l’aglio rosso di Nubia, i capperi di Pantelleria, il sale marino di Trapani, le dolci cassatelle alla ricotta (chiamate anche genovesi ericine), il pane cunzatu, le frascatole, la pasta con le aragoste e ovviamente il rinomatissimo tonno rosso di Favignana. Proprio il tonno a Favignana occupa un posto di tutto rispetto e gli abitanti locali lo mettono praticamente ovunque, dalle arancine ai salumi.
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