Una vasca di eternit abbandonata accanto ai cassonetti della spazzatura in via Gornalunga, una traversa di via Scuto Costarelli. Rimasta lì finché, pochi giorni fa, qualcuno l’ha incendiata. Riducendola in polvere. Ad accorgersene per prima è stata Anna Consoli, una cittadina 32enne che per motivi personali frequenta spesso la zona, pur essendo residente in un Comune dell’hinterland. «Già la vasca, quando era intera, era un problema – spiega Consoli – Ma tre giorni fa, passandoci, ho sentito prima il cattivo odore e poi mi sono accorta che era stata data alle fiamme». Con la conseguenza che «il vento faceva alzare la polvere che si era creata». Una situazione insostenibile, per denunciare la quale la donna ha dovuto fare una lunga serie di telefonate, tutte senza esito.
«Quando mi sono resa conto che tutta quella polvere nera la stavamo respirando, non sapendo cosa fare, ho telefonato ai vigili del fuoco». Sarebbero stati loro i primi a indicarle qualcun altro con cui parlare, invitandola a mettersi in contatto con il reparto ambientale della polizia municipale. La seconda telefonata di Anna Consoli è indirizzata, infatti, ai vigili urbani. Ma anche loro le chiedono di rivolgersi a un altro ufficio: la direzione Ecologia del Comune di Catania. «Ma lì mi hanno detto che non era possibile avere risposte, perché il contratto di raccolta dei rifiuti è scaduto e non è possibile ritirare quelli ingombranti o, come in questo caso, quelli pericolosi», sostiene la cittadina. In realtà, se è vero che il contratto con il consorzio di imprese Ipi-Oikos è scaduto, è anche vero che è stato rinnovato in fretta e furia dall’amministrazione. E che comunque per il ritiro dell’amianto ci sono da seguire procedure apposite, con ditte ad hoc.
«La risposta, da parte di tutti, è stata sempre uguale: “Non può venire nessuno“», dice la donna. «Non riuscivo a farmene una ragione, è una zona in cui vivono tante persone, c’era una vecchietta molto anziana che passava da là e le ho chiesto di spostarsi. Quell’eternit bruciato in bella vista, col vento che ne solleva le polveri, è un pericolo per tutti». E lei, che pure non vive da quelle parti, ha deciso di «segnalarlo da cittadina qualsiasi, preoccupata per quello che respiriamo. Ma non sono riuscita a farmi ascoltare. È allucinante». Così, mentre nessuno le dava le risposte che chiedeva, ha deciso di provare la strada della denuncia ai carabinieri. «Anche loro, però, mi hanno detto che era inutile – prosegue – Mi hanno consigliato di mandare una lettera raccomandata al sindaco, alla procura e all’assessorato all’Ecologia». Un modo per attirare l’attenzione più che per risolvere il problema.
Ma la segnalazione, sebbene dovrebbe essere passata attraverso diversi uffici comunali, non è arrivata all’orecchio dell’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata. «A me direttamente non è stato detto nulla», replica. E smentisce categoricamente le risposte che sono state date ad Anna Consoli: «Non è vero che dovrebbe occuparsi la Oikos del ritiro dell’eternit, così come non è vero che non possiamo fare niente per intervenire – aggiunge – Abbiamo una convenzione con una ditta, che viene rinnovata periodicamente». Esiste, dice l’assessore, un elenco di siti da bonificare che viene integrato in base alle segnalazioni. «Certo, è una questione complessa e non si risolve dall’oggi al domani. Ma interverremo al più presto», garantisce.
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