Via Plebiscito, ancora cemento nei solchi degli alberi Legambiente: «Possibile siano stati i commercianti»

«Ancora cemento sopra la terra per uccidere gli alberi». Succede di nuovo in via Plebiscito che i solchi con i tronchi degli alberi vengano riempiti di cemento. Questa volta, in particolare, sono quelli del marciapiede vicino al numero civico 809 dove l’impasto è ancora fresco. La denuncia parte da Legambiente Catania: «Ancora oggi non si riesce a comprendere il valore aggiunto che può dare un albero alla qualità della vita di ognuno di noi. È possibile – sostengono – che siano stati i commercianti o i residenti della zona o qualcuno rimasto ignoto».

La segnalazione agli attivisti è arrivata questa mattina da un cittadino residente nei dintorni che ha notato la colata di cemento ancora fresca sulla terra tutt’attorno al tronco. «Su quella via, nello specifico – raccontano a MeridioNews gli ambientalisti – abbiamo fatto un grande lavoro di sensibilizzazione partendo dal coinvolgimento di studenti e cittadini che abitano nel quartiere». È su quella via che sono state, infatti, sistemate le prime 15 piante del progetto Cento alberi per Catania lo scorso marzo. Ligustri e robinie, a cui sono stati dati i nomi delle vittime di mafia, piantati nei solchi lasciati vuoti da alberi morti o vandalizzati e poi cementificati.

«È insopportabile – dichiara la presidente di Legambiente, l’avvocata Viola Sorbello – che adesso si ricominci ad attentare in questo modo alla salute delle piante». Ricevuta la segnalazione, gli attivisti hanno subito provveduto a informare il settore ambientale dei vigili urbani. «Adesso – dicono – ci aspettiamo innanzitutto un pronto intervento da parte degli uffici competenti per la manutenzione. Nel frattempo – aggiungono – valuteremo l’invio di una comunicazione con indicazioni più puntuali». 

I dubbi degli attivisti, in questo senso, si concentrano sugli esercenti e gestori delle attività commerciali che hanno l’affaccio proprio in quella parte di via Plebiscito. «Qualcuno potrebbe avere interesse a usare il marciapiede per scopi privati – dicono ancora – cementificando quel poco spazio di verde su cui, in ogni caso, non si ha alcun diritto». Questa testata ha provato a contattare una delle attività commerciali che ha l’ingresso su quel marciapiede ma, dopo una serie di rimpalli fra titolare e gestori, nessuno ha risposto alle domande.

Marta Silvestre

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